36. - Il passato e il futuro.

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Quella giornata a scuola fu stressante, aveva avuto troppe verifiche da fare e poco tempo per pensare. Louis non aveva salutato Eleanor e si era precipitato immediatamente all'interno della scuola, con Zayn al seguito. Liam aveva lanciato prima un'occhiata al moro, indeciso se seguirlo o meno, ma poi aveva preso posto di fianco a Niall.

«Ho discusso con Zayn» mormorò, ottenendo l'attenzione su di sé. «Stavamo facendo sesso e per sbaglio— l'ho detto senza pensarci, cazzo, ed è scappato. Fuggito. Vaffanculo» blaterò, mentre Harry cercava di capire.

«Gli hai detto che lo ami?» chiese Niall, confuso, ottenendo un accenno in risposta. Si avvicinarono al muscoloso Liam che era davvero tanto fragile, e si lasciarono andare in un abbraccio di gruppo. Si strinsero come se ci fossero delle corde a legare anime e cuori tra loro, indistruttibili, strette quasi a far male.

«Ti amo io, Lee». Liam sorrise, Harry gli lasciò un delicato bacio sulla guancia, facendolo sorridere così tanto da formare delle graziose rughette intorno agli occhi, proprio come quelle di Louis. A proposito di Louis...

Lo aveva visto quella mattina ed era bellissimo, davvero, sembrava più felice del solito, come se avesse vinto alla lotteria. Come se avesse un unicorno alato chiuso in cantina. Era incredibile come i suoi occhi diventassero lucenti quando era contento, ma poi aveva visto Eleanor, e si erano incupiti. Dall'azzurro al blu. Un attimo, un millesimo di secondo in cui la faccia arrotondata della ragazza aveva fatto capolino nella sua traiettoria, e lui si era spento. Come la fiamma di una candela al freddo. E i suoi occhi erano diventati della tonalità del mare d'inverno, ed erano diventati tormentati come tormentate erano le onde che si scagliavano contro la sabbia, gli scogli.

Chissà cosa gli passava per la testa, era sempre così occupato a pensare che neanche si accorgeva di dove metteva i piedi. Piede destro avanti e piedo sinistro indietro, era facile, ma lui sembrava così assorto dalla sua mente che se ne dimenticava. Ti aiuterei a camminare, pensò Harry, ma probabilmente non sono io ciò che desideri. Scrollandosi le malinconie di dosso, camminò verso casa, con gli amici a passo con lui.

***

Louis era steso in pancia in giù sul suo letto, mentre lui ripeteva quell'argomento di chimica che proprio non gli era entrato in testa. Non riusciva a memorizzarlo e aveva un'interrogazione, per cui doveva pur capire. Almeno ci provava.

«Vuoi provare a spiegarmelo?» propose Louis, mentre finiva la sua partita sul cellulare e lo guardava con la coda dell'occhio.

«No» rispose, ricevendo uno sbuffo in risposta. Il maggiore posò il cellulare sul comodino e si gettò a peso morto sulla sua schiena, appoggiando la testa sulla sua spalla per poter sbirciare tra i suoi appunti. Il suo profumo gli stava inebriando la mente.

«È facile, tesoro. Dovresti fare una mappa» consigliò, la sua voce pari ad un sussurro. La mano al lato della sua testa, mentre indicava il testo di fronte a loro.

«Non riesco a concentrarmi se— puoi, cazzo, Lou, facciamo una pausa, sì?» si spostò dalla sua presa, cercando di pensare a qualsiasi cosa che non fosse la sua presenza su di lui. Smettila. Basta, basta. «Vuoi un succo?» Louis scosse la testa, e lui rimase fermo a guardarlo. Sentiva la saliva seccarsi e le mani fremere per toccarlo, il viso, il corpo, i capelli. Aveva solo bisogno di sentirlo vicino.

«Sei bellissimo, Haz. Così bello,» un passo avanti, verso di lui. «Sei bello dentro è fuori, ed è incredibile. Sei un angelo, il mio..il mio angelo» Louis era di fronte a lui ma l'unica cosa che rimbombava nella sua mente era il "Sei un angelo". No, lui non lo era. Non era un angelo e neanche una brava persona. I suoi occhi si fecero lucidi mentre ripensava a ciò che aveva fatto, e il maggiore fu pronto ad accoglierlo tra le sue braccia. Gli sussurrava frasi dolci all'orecchio e gli accarezzava dolcemente la schiena, messaggiandogli ogni muscolo.

Sunflower; Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora