Salto nel vuoto

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Risvegliarmi con le tende chiuse, le luci spente, rattristisce sempre di più le mie giornate. Lui non c'è, lui non é qui ed é solo colpa mia.

Tornati dal viaggio di nozze, avevamo cominciato a trasferire le mie cose da lui. Il vicino di casa di CC, era molto impiccione, o così lo definiva lui.
Mentre l'uomo di casa invece di aiutarmi, sostava sul divano, io stavo portando su le ultime cose. Un signore vestito molto formale, con un sorriso ampio e qualcosa di mano mi fermò.
"Oh! Ma é lei? Non si ricorderà di me, ma io mi ricordo di lei, l'ho vista molte volte qui per le scale, finalmente vi siete decisi!"
"Sì...comunque prego si accomodi" cercai di invitarlo ad entrare, ma lui rifiutò
"Non credo che a Claudio farebbe piacere, comunque questa l'ho fatta per voi" mi porse un vassoio, dal quale sentivo pervadere il profumo di nocciole e cioccolato, il tutto mi riporta a Sacrofano, tra le braccia di Nonna Amalia quando ero piccola.
"Non si doveva disturbare, comunque grazie. Quando vuole, sa dove trovarmi" risposi varcando la porta, lui tornò nel suo appartamento dopo avermi sorriso.
CC era steso sul divano svogliato dall'aiutarmi, ma quando vide il dolce si alzò bruscamente dal divano
"Il vicino vero? Mamma mia che impiccione dammi qui!" Cercò di afferrarmi il vassoio per buttarlo
"No, io voglio sentirla! Perché ti comporti così?"
"Alice é un impiccione! Ogni volta suona per portare qualcosa"
"Che tu ovviamente rifiuti!" Aggiungo io
"Certamente e cosa dovrei fare? Hai portato tutto?" Chiede per cambiare discorso
"Sì, dove posso mettere i vestiti?"
Mi indicó la stanza da letto, in cui però, non trovai un cassetto libero.
"Claudio, dove metto la roba? É tutto pieno!" Cercai di chiamarlo
"Aspetta" pervase nella stanza e svuotò una parte del cassetto e una dell'armadio
"Ma quelle cosa sono?" Chiese riferendosi a delle buffe calze decorate da pezzetti di cocomeri
"Sono le mie calze" risposi
"Sei proprio una bambina" continuò lui ironicamente poggiandomi la mano sulla guancia.
  Cominciò in seguito ad aiutarmi a sistemare le ultime cose, cosa che non mi sarei mai aspettata da lui.
"Claudio mi aiuti a mettere la valigia sopra l'armadio?" Chiesi supplicandolo
"Lasciala qui no?" Cercò di cavarsela lui
Allora presi da me una sedia e dopo aver disfatto del tutto il bagaglio, mi misi in punta di piedi per raggiungere il mio obbiettivo.
Ad un tratto, la sedia, che era molto più simile ad un seggiolino, si lasció andare facendomi quasi cadere.
"Ma cosa combini? Ma se ti avevo detto di lasciarla qui!"
"E io volevo metterla lassù!"
"Però poco ti ammazzi! Sei un disastro!"
Mi aiutò a liberarmi, era arrabbiato, arrabbiatissimo come sempre d'altronde.

"Pezzo di torta?" Proposi più tardi andando verso il divano
"No" disse con tono irritato
"Peggio per te" risposi cominciando a mangiare, continuava a fissare la televisione cercando di non spostare gli occhi su di me, che al contrario, aspettavo solo che lui facesse ciò.
"Dai tregua. Senti, é buonissima" presi il cucchiaino e lo indirizzai verso di lui, come si fa con i bambini quando non vogliono mangiare, l'aereo arrivò a destinazione! Fece una faccia sorpresa, chissà, magari si era ricreduto?
"Allora dai ammettilo" dissi continuando la mia fetta mentre CC sporco di cioccolato ovunque rispose "Non ti posso dare questa soddisfazione, ma so solo, che d'ora in poi, accetterò tutto quello che il signor Giulietti cucinerà".
***
Qualche settimana dopo,entrambi ci incontravamo in fretta e furia, eravamo molto indaffarati con il lavoro.
Lui si stava occupando riguardo un caso di suicidio e nel mentre doveva occuparsi degli specializzandi, mentre io mi occupavo riguardo un'omicidio,affiancata da Scanner.
La Manes non aveva potuto dire di no a Giacomo, qualche settimana dopo il nostro matrimonio, si sono trasferiti in Brasile per un po', in tutto questo mi sento ancora in colpa per non aver detto nulla di Giulia alla Suprema, ma non é giisto che sia a dirglielo, la scelta é di Giulia, non mia. Paolone invece, aveva iniziato facendo cucina e medicina legale affiancate, ma non é arrivo a nessun risultato, non dormiva mai, non aveva mai tempo per sè e sopratutto per Erika. Tra loro sembravano essersi chiusi tutti i rapporti, si parlavano solo per lavoro e a volte neanche quello. Sandro invece, era riuscito ad entrare a Baltimora e non si vedeva da un po', ma da quel che mi ricordo, sembra che tra lui e la biologa non stesse funzionando tanto bene. Lara,invece,doveva prendere una dura decisone. Mio fratello Marco, le aveva proposto di viaggiare, mollare il lavoro, prendere su le uniche cose che avevano e andarsene, solo loro tre, ma a lei, infondo infondo, il suo lavoro lo amava e non credo che avrebbe rinunciato, ma non sapeva in che modo dirlo a Marco.
In Istituto, quel giorno, tirava aria di sconforto, al comando della nave c'era la malefica Wally, che trovava sempre una scusa per riprendermi o per convocarmi nel suo studio per qualche lamentela. Quella mattina però, stranamente, non succedette, ritrovai nella nostra stanza, Paolone che sostava davanti al computer con accanto qualche merendine
"Ehy, come va?" Gli dissi
"Alice, ma secondo te, cosa dovrei fare con Erika?" Chiese facendo sentire il suo accento, mi mancava tanto, era molto che non lo vedevo
"Parlarle, solo così potrai risolvere le cose"

Ma ripensandoci ora, io non l'ho fatto, io non ho parlato con Claudio. Perché a volte riusciamo a consigliare cose che neanche noi saremo in grado di fare?

Perdersi in un bicchier d'acqua.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora