Paure

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Il mio telefono squilla ripetutamente e tutto l'Istituto se n'è reso conto tranne me.
"Alice? Stai per caso diventando sorda?" Mi chiede Lara indicando il mio cellulare
"Eh?" Domando a mia volta, non capendo, ma appena lo giro, vedo 10 chiamate perse da "CC" e quando chiama é di sicuro un'emergenza, spingo così il pulsante verde per richiamarlo.
"Alleluia! Ce l'abbiamo fatta" esordisce ironicamente
"Dai veloce, devo completare una perizia, che devi dirmi?" La taglio corta
"Ti mando l'indirizzo, raggiungimi" risponde immediatamente
"Cosa? Perché? Adesso?" Tutte le mie domande vengono sminuite da il suo odioso "CIAO" e subito dopo, butta giù.
Raggiungo così Claudio all'indirizzo inviato per messaggio. Appena mi vede, comincia a prendermi in giro, confabulando con Silvia.
"Quanto tempo Sacrofano!" Esordisce lui
"Pensavo di vederti subito qui e invece, adesso è diventato Claudio l'uomo in giallo!" Commenta lei
"Io non vi sopporto, dai muovetevi" Rispondo innervosita, loro continuano a sogghignare, contro tutti e due, non ce la posso fare.
***
Cosa c'è di più bello del sorriso della propria figlia? Ida è meravigliosamente deliziosa, la spupazzerei tutto il giorno.
"Chi sei tu? Sei l'amore della mamma!" Giocherello con lei tra le braccia, accenna un piccolo sorrisetto, sei bellissima amore mio.
"Eccovi, che fate?" Claudio si intromette nei nostri discorsi
"Guarda! Sta sorridendo alla sua mamma!" Rispondo emozionata, lui accorre accanto a me, sorride
"Alice, però ora dobbiamo andare, c'è Cordelia di là..." mi ricorda, così accorro a cambiarmi.
Il vestito che indosso è molto semplice: rosso, con lo scollo a V e abbastanza corto, Claudio invece indossa uno dei suoi soliti completi.
"Divertitevi!" Si raccomanda Cordelia intenta a cacciarci di casa per voler rimaner sola con Ida.
Scendendo le scale per poco non mi ritrovo per terra, i tacchi non fanno per me. Fortunatamente riesco ad afferrare la ringhiera, ma sfortunatamente mi si rompe il tacco.
"Ma cosa combini?!"
Claudio cerca di aiutarmi
"Dobbiamo proprio andarci a cena di Andrea? Non voglio rivedere le sue amiche, non posso farmi vedere con un tacco rotto e poi sono orribile" mi lamento
"Sai che non ce la faccio più? Alice, fregatene, fregatene del parere che quelle cinquantenni potranno farsi su di te non possiamo piacere a tutti e se proprio lo vuoi sapere, tu sei perfetta così, sei perfetta nella tua imperfezione, sei perfetta goffa, pesante e davvero molto stressante proprio come sei, adesso andiamo" Conclude afferrandomi la mano
"Claudio?"
"Eh" continua frustrato
"Grazie".
Arriviamo così nell'appartamento di Andrea e Giacomo. Oggi è il compleanno della Suprema, e oltre alle sue odiose amiche, siamo stati invitati anche noi. Giacomo accorre alla porta ad accoglierci
"Finalmente siete arrivati, queste non le sopporto" ci confida bisbigliando
"Giacomo, scusa, il bagno?" Chiedo ancora un po' ansiosa
"Di là, a sinistra" mi indica
"Vi raggiungo, arrivo tra un attimo" gli tranquillizzo, lasciando la mano di Claudio e rifugiandomi in bagno.
Mi sciacquo il viso e provo a parlare un po' con la me nello specchio.
"Forza Alice, ora tu vai di là e ti fai valere, non sei una bambina" ce la posso fare
"Fai vedere a tutte quelle stronzette di che pasta sei fatta!" Mi sto un po' trasportando verso una strada mai esplorata, uscendo dal bagno però, noto che c'è proprio una biondina in coda che ha palesemente sentito tutto, ma faccio finta di niente e raggiungo gli altri in salone.
"Alice! Eccoti! Stavamo parlando proprio di te!" Esordisce la Suprema seduta sul divano, tutti si voltano a guardarmi, anche i fratelli Conforti, che poco prima confabulavano qualcosa con il resto del gruppo, non so cosa fare. Se restò ferma immobile, farò una figuraccia. Ma anche se rispondo. La porta di casa è aperta, è l'unica via d'uscita. Corro senza ascoltare, senza vedere i loro sguardi, scappo da tutto e da tutti.
Raggiungo la mia gelateria preferita, a pochi chilometri da lì e compro una vaschetta di gelato, che comincio a mangiare subito per colmare la tensione.
Spostando lo sguardo verso la piazza, qualcuno di famigliare si avvicina...
"Sapevo che fossi qui..." Si siede accanto a me, rimango ammutolita
"Non hai niente da dirmi?" Chiede
"Claudio cosa devo dirti? Perché avete parlato di me con quelle? Lo sai che sono ansiosa, lo sai che mi vergogno!" Mi lamento ancora
"Se tu avessi aspettato, avresti capito. Stavamo parlando del fatto che tu da poco hai avuto una figlia, e anche io e che adesso, sei già tornata al lavoro, mi sembrava qualcosa da condividere, perché poche donne lo fanno e poi sei anche in ottima forma!"
"Scusa...mi perdoni?"
"Che perdoni e perdoni, se sono qui...Dai adesso andiamo in hotel" mi prende per mano
"In hotel?" Chiedo dubbiosa
"In hotel, in hotel..." si fionda sulle mie labbra
"Claudio, ma la bambina?" Mi distacco per poi riprendere
"C'è Cordelia...adesso andiamo"
Al che, non posso dire di no, dovremo proprio uscire più spesso.
Nel bel mezzo della notte, sento Claudio parlare con la luce accesa
La mia piccola Sacrofano..." blatera
"Claudio ma con chi parli?" Gli chiedo alzandomi, mi mostra una foto di me da piccola e questa dov'è l'ha presa?
"Ma chi te l'ha data? Claudio!"
"Shhh...dormi Alice, domani lavori..." mi accarezza i capelli, cado così in un sonno profondo, accompagnata dalla sua voce.

Perdersi in un bicchier d'acqua.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora