Claudio, quella sera, stranamente rincasò. Non ci guardavamo neanche più in faccia. Appoggiò la sua valigetta e si limitò ad un nitido "Ciao" annuii, presi poi la palla al balzo, non volevo continuare a sostare da lui come se fossimo in un albergo, il nostro amore era finito insieme alla mia gravidanza
"Senti, io stavo pensando di tornare a stare da Cordelia.."
"Per me non é un disturbo averti qui..." rispose continuando a non guardarmi negli occhi
"Claudio.. le cose tra noi, non vanno più, guardaci, non ci parliamo più, non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi.."
"Alice, io penso che tu debba parlarne, se non con me, parlane con quella psicologa...devi andare avanti"
"Perché tu ci sei riuscito?"
"Ci sto provando..."
"Tanto per te deve essere facile, Claudio lo sappiamo tutti che tu non volevi diventare padre!" Ecco l'avevo detto, il suo viso diventò sempre più cupo
"Wow, siamo arrivati a questo punto...Penso tu abbia ragione, meglio se torni da Cordelia" prese il bicchiere di Whisky che si era versato e si diresse verso la stanza da letto, senza emettere altro suono.
Scappai fuori di casa, senza aver preso i vestiti, ma solo con pigiama e le chiavi del mio vecchio appartamento.
Lo raggiunsi in fretta, ma a quanto pare, per fortuna aggiungo, Cordelia non c'era. Non avevo voglia di giustificarmi anche questa volta, venni poi a sapere che sarebbe stata via per un po', il suo nuovo spasimante un certo Hans, voleva farle conoscere la sua famiglia in Germania.
Io e Claudio ci eravamo promessi amore eterno, ma probabilmente, era solo una cosa passeggera.
***
Decisi di tornare a lavoro, non potevo passare la mia vita in casa, ed era l'unico modo per passare il tempo e per non pensare a quello che mi era successo.
"Alice! Finalmente ti davamo per dispersa, che é successo?" Chiese Paolone vedendomi varcare le porte, al suo fianco c'era Lara e c'era pure Claudio, che al solo sguardo che gli posai,si dileguò.
"Brutta influenza, comunque che mi raccontate?"
Loro non vollero andare oltre, anche se avevano capito che qualcosa non andava.
"Io ho provato a parlare con Marco, e mi ha capita, ha detto che partiremo durante le vacanze estive" esordí Lara
"Io invece, ho cercato Erika, ma probabilmente non vuole farsi trovare, mi sono risollevato il morale cucinando qualche babà, ne vuoi uno?" Propose mostrandomi il vassoio
Scossi la testa
"Paolone,Lara al lavoro!" Interruppe Claudio
"Dove andate?"
"Ad assistere all'autopsia di Conforti"
Andai con loro, magari potevo così, passare il tempo. Non mi rivolse parola.
"Lara comincia"
"Donna di razza caucasica sulla ventina, presenta segni di resistenza, e come possiamo notare aveva da poco partorito"
Ecco come se non bastasse, pure al lavoro si parla di gravidanza. Claudio scostò lo sguardo sul mio viso, ormai in lacrime.
"Scusatemi, non mi sento bene"
Raggiunsi in fretta il bagno.
Anche al lavoro, ma cosa ho fatto di male per meritarmi ciò?
"Sta bene?" Una voce famigliare pervase dall'esterno, ma non era una voce maschile, bensì una femminile
"Professoressa é lei?" Emisi tra una lacrima e l'altra
"Allevi, perché non esce da lì e mi racconta?" Questo é un sogno, la Wally che cerca di aiutarmi?
"Sarò più vecchia di lei, ma posso aiutarla e capirla ugualmente, mi dica"
Stranamente ero tentava dal farlo, poi mi ricordai dell'altro suo lato, quello perfido
"Professoressa non si preoccupi solo un po' di allergia"
"Allergia...come vuole dottoressa, si ricomponga, buona giornata" quando sentii la porta chiudersi ricaddi nelle lacrime più profonde.Riuscii a tornare tra gli specializzandi, ma non di sicuro in sala autopsia, quella donna, non, non riuscivo a vederla.
"Alice che é successo?" Pervasero poco dopo i miei colleghi con una tazzina di caffè in mano
"Alice potresti raggiungermi un secondo nel mio ufficio?" Mi salvò CC, vedendo che stavo per vuotare il sacco. Feci come mi disse
"Perché sei venuta?"
"Volevo cercare di superarla, come hai fatto tu..."
Lui annuì con viso serio
"Hai pensato all'opzione della psicologa?"
"Claudio, non voglio litigare ti prego, sto già soffrendo abbastanza per le mie colpe"
"Per quanto inutile possa essere, te lo dirò per la millesima volta, non é colpa tua"
Mi dileguai subito dopo, non lasciandogli risposta.
Certo che era colpa mia, non ho prestato attenzione alle cose importanti.
***
Tornai a casa, non potevo resistere un minuto di più in Istituto, vedere Claudio mi faceva pensare a quello che avevo perso, a quello che si era distrutto fra noi.
Ma fu proprio lui a presentarsi il pomeriggio seguente. Lo feci entrare in casa, lui diede un'occhiata in giro
"Ti ho portato questa...il signor Giulietti l'ha fatta per te, per noi"
"Resti qui per mangiarne una fetta?" Domandai
Lui annuì
Stavolta era farcita di crema pasticciera e panna montata di una squisitezza unica che riuscì a risollevarmi il morale. Mangiammo in silenzio, infine io accennai
"Grazie..."
lui annuì, e sul ciglio della porta, si fiondò addosso alle mie labbra, scostò una ciocca di capelli e mi sussurrò
"Quando vuoi, sai dove trovarmi".
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Perdersi in un bicchier d'acqua.
FanfictionÉ un dolore irrefrenabile, entrambi avevano perso a cui tenevano, qualcosa, che anche senza dirselo, entrambi desideravano.