Un ritorno inaspettato.

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Il nome di CC svolazza su tutti i giornali, un altro caso risolto brillantemente. Del mio invece ancora nessun'ombra, certo, sono stata convocata qualche volta, ma nessun caso di grande importanza, d'altronde però, lui é molto più determinato e più conosciuto di me, grazie alla fama che ormai si é fatto in questo campo.
"Ahia Sacrofano, l'invidia eh?" Pervade in cucina come zucchero sulle torte
"Ah-ah-ah"
"Arriverà anche per te, ne sono sicuro, dai ora basta allibirti contro quel pezzo di carta, muoviti"
Corro in stanza a cambiarmi, non sapendo però, cosa mettermi.
"Claudio, vieni un secondo"
"Che vuoi?" Entra in stanza
"Che mi metto?"
"Cosa sono il consulente di moda? Ma che ne so io? Mettiti dei pantaloni e una camicia no?" Se fosse così semplice mio caro Claudio.
                                                                                           ***
"Dove stiamo andando?"
"Aeroporto!"
"Davvero? Oddio sto sognando? Stiamo veramente partendo? Ma le valigie? Claudio rispondi!"
"Ma cosa farnetichi? Non ho detto che stiamo partendo..."
"E cosa stiamo facendo scusa?"
"Se mi lasci il tempo di parlare, comunque, stiamo andando a prendere Giacomo e Andrea, sono tornati"
"Davvero?" Chiedo con gli occhi illuminati
"Si ma non farti strane idee eh, chissà poi che pensi nel tuo mondo zuccherato!"
"Un giorno ti piacerebbe entrarci però..."
"Dove?"
"Nel mio mondo zuccherato" aggiungo mordendo un bastoncino di cioccolato ormai sciolto
"No"
"Invece sì, chissà magari ci sei già entrato?" Lo metto in difficoltà.
[...]
Finalmente Giacomo e la Suprema, sento odore di Brasile, di feijoada, Giacomo é addobbato come un albero di Natale, camicia piena di fiori ed una collana fatta con denti di non so ben cosa lo adornano,si fionda tra le mie braccia per poi passare a quelle del fratello. La Suprema invece, é molto restia, accenna un sorrisetto e proseguiamo poi verso la macchina.
"Allora? Com'è andata in Brasile?" Domando per sciogliere il ghiaccio
"Benissimo, abbiamo persino adottato una bambina, vero?"
"Sì, Giacomo ha ragione, abbiamo aiutato tantissime famiglie"
"Dove vi lascio?" Si intromette CC
"Da Andrea, però dopo dovresti accompagnarmi al cimitero"
"Giacomo, non sono mica un taxista, comunque ne approfitto, vengo anche io"
"Allora io direi che aiuto Andrea con le valigie?" Mi intrometto poi
"Certo, grande idea!" Commenta Giacomo al settimo cielo.
                                                                                        ***
Non ero mai stata nell'appartamento della Suprema, ma rispecchia molto il suo stile, elegante e raffinato, ma non troppo complicato.
Mi incita a sentirmi come fossi a casa mia, ma mi sento solo come un elefante in una gioielleria. Si toglie le scarpe e mi chiede di fare lo stesso per non rovinare il parquet, ripongo le mie amatissime Nike bianche in un angolino per fare spazio alle magnifiche Jimmy Choo della Manes, ovviamente di nuova collezione, quando le posa rimango a fissarle per qualche secondo, poi ricordandomi però, di non essere sola.
"Oh professoressa scusi, dove porto le valigie?"
"Seguimi" incita dolcemente, attraversiamo la cucina, il salotto e infine raggiungiamo la camera da letto.
"Le valigie puoi lasciarle lì, ci terrei tanto se potessi intanto aprire la valigetta nera, io vado un secondo in bagno"
"Certo, subito"
Prendo la famosa valigetta, apro la zip, et voilà. Sono tentata dal sbirciare cosa possa essere contenuto all'interno, non riesco a trattenermi. Mi ritrovo con in mano tantissime fotografie, ma una sorpresa mi aspetta proprio davanti ai miei occhi
"Scusi! Non dovevo, ma sa"
"Alice, ho capito, ho imparato a conoscerti, comunque belle vero?" Mi interrompe avvicinandosi e riferendosi alle foto
Annuisco
"Pensa che io sarei voluta restare, ma per Giacomo era meglio tornare per un po' e forse, non sarà poi così male, ma mi manca già"
"Posso capirla, penso siano luoghi splendidi"
"Ma la cosa più bella, sono i bambini, la popolazione ecco...senza Giacomo non avrei aperto gli occhi, gli devo molto"
"Le andrebbe di uscire per un piatto di pasta? O qualcosa da mangiare ecco..."
"Avrei optato per la pizza, ma direi che é molto meglio un bel piatto di pasta, andiamo"
Ero così sicura che mi avrebbe detto di no, che mi ha colto di sorpresa.
Siamo finite per ritrovarci davanti ad una bella carbonara fumante, seguita da una passeggiata per le viuzze, non siamo ancora entrate in confidenza, penso che non ci entreremo mai, fino ad essere amiche strette, ma apprezzo che abbia detto di sì.

Non avrei mai pensato di passare così tanto tempo in casa della Manes, siamo sul divano, di Claudio e Giacomo nessuna traccia, chissà dove si saranno cacciati.
"Dovremo chiamarli?" Chiedo preoccupata
"Alice, li abbiamo chiamati mezz'ora fa e non hanno risposto, che dici se piuttosto non cerchiamo qualcosa da guardare?"
"Certo, scelga lei, per me va benissimo tutto"
Proprio mentre stiamo zappingando la porta di casa si spalanca.
"Eccole! Te l'avevo detto!"
"Ciao!"
Giacomo e CC non smettono di ridere, scommetto qualche bicchierino di troppo
"Ma cosa avete bevuto?" Ci precipitiamo noi al loro cospetto
"Forza! Ora balliamo!" Prende l'iniziativa Giacomo
"No, tu ora disfi la tua valigia e vai a dormire"
"Sì, e noi ce ne andiamo" continuo io riferendomi a Claudio
La porta si chiude alle nostre spalle, tengo Claudio sotto braccio e cominciamo a scendere le scale, lui continua a toccarmi i capelli
"Claudio, così non aiuti"
"E perché dovrei aiutare? Lo faccio sempre, per una volta meglio di no"
Riusciamo ad arrivare alla macchina
"Ti prego Alice, stai attenta"
"Non ti prometto nulla, la prossima volta, se vuoi stare sul sicuro, non bere"
Come già previsto, vado a sbattere contro il palo andando in retromarcia per uscire dal parcheggio, ma il peggio non arriva ora, il peggio arriverà quando CC sarà sobrio e  troverà i fanali posteriori leggermente ammaccati.

Perdersi in un bicchier d'acqua.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora