Un giorno da ricordare

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Il cinguettio degli uccellini sveglia il mio sonno profondo. Scosto le coperte per andare a chiudere il balcone stranamente aperto, Claudio non c'è. Intenta a svolgere il mio compito, lo trovo in terrazza con in mano una sigaretta.
"Hey, che fai qui fuori? Non è un po' freddo?" Domando rabbrividendo, lui non risponde e fa un altro tiro
"Non avevamo detto di smettere? Claudio ti fa male" ribadisco sedendomi sulla seggiola difronte a lui nonostante il freddo
"Alice ti prego, non è aria" il suo solito tono scorbutico è tornato, in effetti mi sembrava strano non rivederlo per così tanto tempo
"Che facciamo oggi?" Chiedo per cambiare argomento
"Io devo lavorare" risponde seccato
"Claudio, è domenica!"
"Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi, non era così il detto?"
"Fai come vuoi, basta che smetti di inquinare casa con il fumo" continuo alzandomi per tornare dentro, lui rimane lì su quella maledetta sedia con quella maledetta sigaretta. Raggiungo la stanza di Ida, dove lei dorme tranquilla e mi fermo un po' ad osservarla, improvvisamente la porta d'ingresso sbatte freneticamente chiudendosi, Claudio è uscito, per dove? Non lo so e non voglio saperlo.

Qualche ora dopo, intenta ad uscire con Ida per la meravigliosa giornata di sole, ricevo una chiamata inaspettata da Giacomo.
"Alice! Claudio è con te?" La sua domanda mi provoca un po' di timore
"No, perché?"
"Cavolo!"
"Giacomo perché? Che succede?!" Chiedo non capendo a cosa allude
"Oggi è l'anniversario della morte dei nostri genitori...Claudio ha sempre rifiutato di presentarsi al cimitero e ha sempre declinato trovando una scusa" spiega lui rammaricato
"Ecco perché era così scorbutico stamattina..."
"Sai dove potrebbe essere? È un giorno importante e per quanto doloroso può essere, c'è bisogno di lui" continua
"Mi ha detto che doveva andare in Istituto, provo ad andare io, poi se lo trovo, ti avviso, in caso, tu intanto mandami la posizione del cimitero"
"Grazie Alice, fammi sapere"
Claudio perché non me l'hai detto? Perché ti tieni tutto questo dolore dentro? E sopratutto, dove sei?
Lascio velocemente Ida a Cordelia, ormai è un deja vú e corro verso l'Istituto, ma la porta è chiusa, Claudio non è qui.
Provo a telefonargli, ma ovviamente risponde la segreteria. Decido così di scrivere a Giacomo, anche se Claudio non ci sarà, ci sarò io.

Ed eccomi qui, davanti ad uno dei posti  più macabri e dolorosi di ogni città. In effetti, il vestito giallo che ho indossato oggi, non è del tutto consono per l'occasione, ma infondo che ne sapevo io?
Controllo ogni lapide cercando quella dei coniugi Conforti, ma nulla. Guardandomi intorno, noto una figura famigliare, così decido di avvicinarmi per capire chi sia.
Più mi avvicino, più mi convinco che sia lui.
"Claudio..." sussurro facendolo voltare, il suo sguardo è perso e vedermi di certo non migliora le cose
"Che ci fai qui?" Chiede con tono dubbioso
"Perché non mi hai detto nulla?" Continuo io un po' rammaricata
"Giacomo...non riesce mai a starsene zitto" blatera fra sé e sé
"Claudio ti prego, non far cadere la colpa su di lui, tu piuttosto, pensavi di tenertelo dentro per molto altro tempo?"
"Non lo so Alice, non lo so. So solo che non voglio restare qui un minuto di più, non voglio rivivere lo strazio che ho vissuto, non voglio rivedere Giacomo in questo posto, per questo non te l'ho detto, per me è difficile parlarne" spiega, nel mentre io sposto lo sguardo sulla lapide che poco prima compiangeva. L'uomo è molto simile a lui, sguardo serio e scontroso, la donna invece è molto solare, il suo sorriso ne suscita uno anche a me, doveva essere proprio una brava mamma.
"Sembra una donna molto solare" provo a dire
"Lo era, eccome se lo era" continua lui
"E scommetto che ti riprendeva vero? Ti riprendeva perché non sorridevi mai, mentre Giacomo invece..."
"Giacomo è sempre stato come lo vedi ora e io sono sempre stato così. Mia madre me lo rinfacciava, ripeteva che non volesse che io diventassi come papà, ma non si sfugge al destino, ormai è scritto"
"Tu non sei come tuo padre, Claudio"
"Sarà...adesso per favore, andiamocene" mentre pronuncia queste esatte parole, non si accorge di una figura che si intromette tra noi
"Sei venuto!" Afferma contento il fratello, Claudio fa per andarsene, ma lui lo trattiene
"Giacomo ti prego..."
"Pensi che sia difficile solo per te, vero? Non è così Claudio. Tu sei sempre scappato, non hai mai tentato di farlo ,perciò facciamolo oggi, soffriamo insieme, piangiamo, sorridiamo insieme."
Le braccia di Claudio cedono e circondano quelle del fratello. Mi allontano per lasciarli in un momento intimo, se lo meritano. All'ingresso del cimitero trovo anche la Suprema, sempre ben vestita che attende l'arrivo di Giacomo. Accenno un saluto con la mano, lei risponde con un sorriso, prendo la bici e comincio a pedalare senza meta, voglio godermi un po' di libertà.

Rincasando qualche ora più tardi con in braccio la piccola Ida, mi accorgo che Claudio è già tornato. È seduto sul divano, sempre ben composto con in mano un bicchiere di scotch.
"Com'è andata?" Domanda mentre appoggio la piccola nel box e mi posiziono accanto a lui
"Bene, ci siamo fatte un bel giro in bicicletta!"
"Ascolta...grazie" sussurra dopo aver sorriso
"Di cosa?"
"Grazie per essere venuta, grazie per essermi andata contro, grazie per non darmi sempre ragione"
"Hai visto? A volte basta solo l'abbraccio di un fratello per sentirsi diversi, per essere più liberi e leggeri"
"Sì....però serve anche la forza di una come te."

Perdersi in un bicchier d'acqua.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora