una delicatezza che arde

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POV'S NICO:

Mi sentivo un idiota. Anzi no. Lui era un idiota. Un idiota molto, molto carino ma un idiota. Ah si. Mi piacciono i ragazzi. L'ho capito non tanto tempo fa, quando mi ero preso una cotta per Percy Jackson, figlio della bibliotecaria Sally. Nella mia famiglia non ci furono problemi, in seguito capii anche che Percy mi piaceva solo "esteriormente" e quindi, anche se mi dichiarai, quei sentimenti non si radicarono in me per molto tempo. Ma comunque, cosa voleva questo biondo da me? Nemmeno mi conosceva e mi chiedeva come stavo? La cosa mi aveva lasciato stupito? Abbastanza. Ma non tanto perché lo aveva fatto ma per quello che avevo provato. Ero abituato a persone che mi chiedevano costantemente come stessi e a cui, poi, non è che interessasse più di tanto. Eppure. Eppure, sapere che questo ragazzo, un estraneo su tutti i fronti, si era interessato a me mi aveva lasciato di sasso e avevo anche sentito l'immediato bisogno di tirare fuori la verità. Magari era come aveva detto lui? Parlare con un estraneo aiutava? 

Sta di fatto che non ho idea di quale Nico Di Angelo in quel momento tenesse le redini e mi spinse a rispondergli. Ovviamente, gli avevo detto di stare bene, ma la cosa non lo aveva convinto più di tanto. -Sai, sono un estraneo che non conosce né te, né tantomeno la tua vita, se non sai tu come stai io tanto meno- fece una breve pausa -Ma sinceramente, credo che ascoltarti sia dieci volte meglio che studiare biologia- mi rivolse di seguito un sorriso. E che sorriso. Era delicatezza allo stato puro. Ma una delicatezza che arde. Che ti scalda ogni atomo che ti compone. E io, Nico Di Angelo, colui che allontana pure le formiche, sentii che di quella delicatezza potevo fidarmi. Potevo fidarmi di quelle emozioni e di quel ragazzo. Credo che fosse per questo che, per una seconda volta decisi di rispondergli. -In effetti hai ragione. Per quanto riguarda il non sapere come sto e credo fermamente di non essere più interessante della "meravigliosa" materia che è la biologia, ma se puoi mi farebbe piacere fare due chiacchiere-, sorrise nuovamente -Certo che posso, qualunque sia l'argomento che dovevo studiare..può aspettare-

Mi porse la mano -Andiamo in una caffetteria, così potremo a parlare con un bel tè davanti- feci si con la testa e gli presi la mano dirigendomi insieme a lui fuori. Ovviamente, non appena fui in piedi, gliel'avevo lasciata perché il contatto fisico tendeva ad irritarmi ma, anche se pere pochi secondi l'avevo toccata, mi aveva lasciato un tepore piacevole sul palmo. Un tepore che avrei voluto riprovare e che non mi avrebbe dato fastidio nemmeno volendo. 

un SORRISO alla VOLTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora