profumo di sole

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POV'S NICO:

Era un altro dannatissimo sabato piovoso, ultimamente pioveva spesso. La cosa non mi dispiaceva particolarmente, si abbinava al mio mood visto che la mia vita era una goccia dio pioggia. Una di quelle gocce che si fermano sul vetro, quelle che non si muovono però.  Avete presente? Ci sono quelle che scivolano giù a tutta velocità e quelle che restano bloccate lì e che solo se gli dai una schicchera si smuovono. Io? Io sono esattamente una di quelle, sono bloccato ma nessuno mi da una schicchera per muovermi. 

Esco dal letto e mi dirigo in cucina. Papà e Hazel sono a tavola a fare colazione. Hazel e io siamo fratelli solo di padre perché quando mia madre morì, lui si mise con un'altra donna, purtroppo lei era molto cagionevole e, portando alla luce Hazel, era morta. Non ricordo né lei né mia madre visto che ero abbastanza piccolo. Mio padre nonostante questo però è un uomo molto forte che non si è mai lasciato scoraggiare e ci è sempre stato. Mi avvicino al tavolo e siedo. -Buongiorno  Nico- mi dice mio padre, -Giorno- gli rispondo per poi versarmi del latte e mangiare dei biscotti. -Ascolta io devo andare a lavoro oggi, e, visto che non hai scuola, porteresti tu Hazel?- mi chiede alzando lo sguardo dal giornale, -Si certo, tanto passavo in biblioteca- mi fa un cenno di ringraziamento e si alza dal tavolo, afferra la valigetta e si dirige alla porta, -Ciao ragazzi- -Ciao papà!-  rispondiamo in coro io e Hazel. Poco dopo siamo fuori di casa anche noi. 

Andiamo alla fermata del tram vicina a casa e non appena arriva saliamo e prendiamo posto. Non è molto pieno. Sono poche le persone che lavorano di sabato e/o sono fuori così presto. Rivolgo lo sguardo verso mia sorella. Le prime luci del mattino le riflettono sui capelli facendoglieli brillare di un color cannella molto intenso, i suoi occhi si sfumano d'oro e la pelle si pralina di cioccolato. Le persone non subito capiscono che siamo fratelli, oltre che caratterialmente opposti siamo anche fisicamente diversi. I miei capelli e i miei occhi sono neri carbone e la mia pelle bianca come il latte, oltretutto non vesto colori che non siano irrimediabilmente scuri. Sono la perfetta rappresentazione di un morto. 

Arriviamo poco dopo a scuola e appena siamo davanti i cancelli mi abbraccia delicatamente -Ciao Nico buona giornata- le lascio un bacio delicato tra i capelli e la saluto -Ciao Haz-. Non appena la vedo varcare la soglia mi dirigo alla biblioteca che si trova poco distante. Entro e le mie narici vengono inondate dal profumo d'inchiostro, carta e polvere. Sally, la proprietaria e madre di un mio amico, mi saluta -Buongiorno Nico, cosa ci fai qui a quest'ora?- effettivamente era molto presto per me, di solito quando non avevo scuola dormivo fino ad ora di pranzo o almeno restavo nel letto, ma oggi il continuo picchiettare della pioggia e le urla dei miei pensieri non me lo avevano permesso.  -Buongiorno Sally, è che ho dovuto accompagnare Haz a scuola- le risposi -Ah, capisco, vabbè sai dov'è il tuo posto se ti serve qualcosa chiedi pure-. La salutai e mi diressi verso il tavolino dove stavo di solito, tirai fuori il libro dal giacchetto ed iniziai a leggere.

Poco dopo si sedette un ragazzo, l'odore della biblioteca passò in secondo luogo, un altro, più potente, prese il suo posto. Profumo di Sole. 



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