cose novizie

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POV'S NICO

Ed eccoci qua. Eravamo davanti la porta del, immenso, garage di Jackson. Bussai e mi venne ad aprire Jason. -Schede, altrimenti non si entra-, Will lo guardò strano ma io lo rassicurai con un cenno, e passai a Jason le schede personaggio di D&D. Finalmente entrammo. Avevo giocato molto spesso con tutti nel garage di Percy a quel gioco, fingevamo fosse la taverna. Ora sembrava davvero la taverna. Avevo spiegato più o meno a Will cosa fosse e come funzionasse, lui aveva capito quasi tutto. Avevo creato lui anche una scheda che gli avrebbe permesso di partecipare alla festa.

C'era diversa gente. Percy, Annabeth, Jason, Piper, Reyna, Thalia, Luke ((qui non è cattivo, se la tira solo un po')), Hazel, Frank, Lavinia, Grover, Leo, Calypso, e persone che avevo visto un paio di volta ma di cui non ricordavo il nome. Avevo anche spiegato a Will che, nonostante fossi in ottimi rapporti con quella marmaglia, gli unici che davvero consideravo amici fossero Jason e Reyna. Ci accomodammo sul divanetto e iniziammo la partita al gioco. Annabeth non aveva creato una storia troppo complicata o lunga, cosicché poi ci saremmo potuti "divertire".

Circa un'oretta dopo la metà dei presenti era a fare gli idioti sulla pista. Io ero stravaccato sul divano, mezzo sciolto addosso a Will che se la rideva con Leo. Ad un certo punto Grover, dj della serata, annunciò che tutti dovevamo essere sulla pista e io mi ritrovai ad essere tirato su e trascinato a fare qualcosa che odiavo, ma con la persona che mi piaceva. La musica, sotto richiesta di Leo che voleva motivi per appiccicarsi a Calypso, era latinoamericana, ed io in realtà benedivo Leo per aver convinto Grover. Perché? Perché mi ritrovai Will, con forse un po' di alcol in corpo, che muoveva il bacino davanti a me.

Spettacolo meraviglioso. Era un tutt'uno con la musica. Le sue mani erano dietro il mio collo e un paio di volte avevano toccato il mio petto attraverso la camicia. Le mie mani salde sui suoi fianchi e i nostri occhi incatenati. Mi stava andando a fuoco la faccia e menomale che le luci colorate non lo facevano notare. A lui brillavano gli occhi e aveva un sorriso, diverso ma più invitante, sul volto. Probabilmente stavo sorridendo anche io.

Mi si avvicinò ulteriormente, tanto che le sue labbra sfioravano le mie. Mi baciò. All'inizio era qualcosa di semplice e "puro", ma poi sentì la sua lingua accarezzarmi il labbro inferiore e mi ritrovai a schiudere la bocca. Due secondi, e la sua lingua c'era dentro. Il sapore di cannella, misto alcol, mi aveva invaso la bocca. Era diventato tutta una danza. Ci staccammo per la mancanza di ossigeno, e io mi ritrovai a stringere la presa sui suoi fianchi. Lui aveva ancora quel sorriso e forse per questo, o per l'alcol che *non* mi circolava in corpo, lo baciai di nuovo, con la stessa foga con cui lui prima aveva baciato me

un SORRISO alla VOLTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora