le sentivo fredde

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POV'S NICO

Quando superammo la soia dell'ospedale le mie narici vennero invase dall'odore di disinfettante e medicine. La mia testa si era riempita di pensieri e le mie gambe si erano paralizzate. Era Will a trainarmi. Fu Will a chiedere al banco informazioni la camera di Bianca Di Angelo, rivolgendo ad ogni infermiere e dottore un buongiorno ed un sorriso. Entrammo nella stanza. Bianca era lì. La pelle diafana che quasi si confondeva con il bianco delle lenzuola. I capelli neri sparsi sul cuscino. Il viso rilassato e la posizione immobile. Era bella. Non ricordavo quanto lo fosse. Il "bip" dei macchinari risuonava nella stanza e i tubi alle sue braccia brillavano sotto i delicati raggi solari. Will strinse la mia mano e mi fece accomodare alla sedia di fianco al suo letto. Sentivo nella gola un grosso nodo dentro e forse Will, quando le parlò al posto mio, lo aveva capito. -Ehi Bianca, ma lo sai che sei proprio bella eh? Ora ti starai chiedendo chi è questo pazzo che ti fa i complimenti. Sono Will, sono il ragazzo del tuo amato fratellino. È uno difficile sai? Conquistarlo e lasciarlo aprire è stata un'impresa ma ci sono riuscito. È un ragazzo fantastico, che si assume tutti i difetti del mondo. Che poi sono tutte balle, lui è perfetto ma è talmente scemo da non capirlo. E sono convinto che tu pensi lo stesso. Spero che ti andrò a genio, altrimenti mi sa che non mi ci farai stare, ma sappi che faccio di tutto per renderlo felice e continuerò a farlo.-

Mi sentivo più leggero. Lui aveva detto tante cose e sapevo che le pensava davvero, il che mi diede la forza di parlarle. -Ehii, sono io, Nico. Il tuo fratellino scemo a cui vuoi tanto bene, nonostante ti rompa costantemente. Sai, è la prima volta dopo sei mesi che ti vedo. Mi sento un idiota per non essere venuto prima. Papà mi ha persino detto che se magari fossi venuto tu ti saresti svegliata. La credevo una grossa balla, ero convinto che tu mi odiassi ed era improbabile che ti svegliassi per me. Poi, andiamo lo sappiamo tutti, avevo paura, una paura tremenda di quello che potessi dirmi. Però sai questo idiota biondo che mi tiene la mano continua a ripetermi che è una cosa impossibile e quindi, eccomi qua. So che non devo sentirmi in colpa ma mi..- una grossa scarica di singhiozzi mi trafisse la gola e scappai da quella camera.

Ero corso in uno dei bagni a fissare il mio riflesso che continuava a ripetermi quanto fossi patetico e quanto lei mi avrebbe odiato. Will mi aveva seguito ed ora era fuori a supplicarmi di lasciarlo entrare. Lo feci e non appena mi vide mi si fiondò addosso stringendomi forte. -Will.. io...non c'è la faccio. Quelle parole le...le sentivo così fredde. Non erano mie. Io lo so che andrà a finire così....lei...lei mio odierà...avevo persino immaginato che sentendomi si sarebbe svegliata...ho bisogno di uscire, è tutto così sbagliato...io sono sbagliato- -Ehi, guardami- mi sollevò il viso, il suo sguardo era serio. -Smettila! Nulla di tutto questo è sbagliato, tu non sei sbagliato. Non dire queste cose. Ti ho già detto che lei non dirà, né penserà cose simili e io ti starò vicino. Chiaro!?- annuì con la testa, -Voglio sentirtelo dire- -Si.. grazie- mi strinse a sé. -Non ringraziarmi-

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