è... complicato

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POV'S NICO 

Mi svegliai di botto. Ero tutto un groviglio con le coperte. Le scalciai e le scaraventai a terra. Avevo, tanto per cambiare, fatto un incubo. Presi il telefono e controllai l'orario. Erano le 03:20, in pratica avevo dormito circa un'ora e mezza. Ero esausto. Dalla festa di Halloween non stavo dormendo molto. Tutti ora erano a conoscenza della mia relazione con Will, papà voleva conoscerlo e io ero sottopressione dalla situazione. Will se ne era accorto, che non dormivo, e mi aveva detto che qual ora nella notte mi fossi svegliato avrei dovuto scrivergli. Non lo avevo mai fatto. Si stavamo insieme e, anche se da solo un mesetto e mezzo circa, mi fidavo molto di lui. Ma i miei incubi erano davvero "privati", avevo il timore di parlargliene. Sta di fatto che quella notte avevo più paura di chiudere gli occhi che di scrivergli. Quindi presi il telefono.

POV'S WILL

Un "din din" risuonò nelle mie orecchie. Aprì gli occhi e afferrai il telefono. Era Nico. Nico? Alle 03:40 della notte? Intuì il fatto. "tutto ok?" gli scrissi, "no", mi preoccupai un po'. "che è successo?" "incubi, non riesco a prendere sonno, mi avevi detto di scriverti in caso di bisogno e io.." "ohi, non giustificarti, dammi dieci minuti e sono lì" non lo averi lasciato solo se quelle bestie lo perseguitavano "cosa? ma sei matto? ci saranno 2° fuori" "pace, arrivo". Chiusi il telefono e misi sopra ai pantaloni del pigiama un felpone bello pesante, allacciai le scarpe e, dopo aver lasciato un biglietto a mamma e Kayla, corsi fuori. C'erano davvero 2°, ma stavo correndo e quasi non li sentivo. Vivo un po' distante da Nico, ma non mi interessava, correndo e tagliando qualche strada avrei impiegato poco. infatti, dopo circa sette minuti, non chiedete come non lo so nemmeno io, ero là. Lui era fuori che si stringeva nel giaccone. I capelli spettinati e il viso ancora addormentato. Il naso e le guance rosse, sia per il freddo che il fiato mancato a causa degli incubi. Io probabilmente ero nella stessa situazione, ma per la corsa. Mi guardava con una faccia come per dire "questo è matto", infatti mi disse che "ero un idiota", e io gli risposi di saperlo. Mi si avvicinò e mi tirò dentro, fino in camera. In casa regnava un silenzio tombale. 

La sua camera era un disastro. forse messa addirittura peggio dall'ultima volta che vi ero entrato. Non per niente avevo notato che in questi giorni aveva profonde occhiaie ed era leggermente più irritabile. Le coperte erano un groviglio e si poteva notare che avesse sudato visto che sembravano bagnate. -Siediti lì e non ti muovere- gli ordinai e lui si accomodò sulla scrivania. Mi feci dire dove si trovavano le coperte e gli cambiai velocemente il letto. In seguito lo invitai a stendersi e dopo aver tolto la felpa, perché si anche in inverno io dormo senza maglia, mi misi al suo fianco. -Tu..Tu dormi senza maglia?- lo sentii deglutire, -Si, ma se ti da fastidio me la rimetto- -No, no, tutto ok- poi si girò di schiena, lasciandomi a fissare il soffitto. -Will..potresti abbracciarmi?-, risi leggermente e feci come mi aveva chiesto. -Nico?- non mi rispose, ma percepivo che fosse sveglio. -Vuoi parlarmi dei tuoi incubi?- si irrigidì leggermente. -E'..è complicato- -Lo so ma ricordi? Avrei provato a capirti, puoi anche dirmi frasi sconnesse, ma se ti aiuta..-. Mi si strinse al petto ed iniziò a parlare. 

-Di solito riguardano Bianca. Lei che si sveglia e non ricorda chi sono, o che mi incolpa per quello che le è successo. Papà o Haz che fanno lo stesso. I miei amici..tu..che vi rendete conto dello schifo che io sia. Di solito, sono questi- -Nico, voltati per favore- lo fece e lo sguardo nei suoi occhi mi uccise. Non piangeva, o meglio, le lacrime non uscivano, ma erano ricchi di tristezza repressa e..paura? -Ohi, ohi, va tutto bene. Non penso quelle cose. Nessuno le pensa. Bianca nemmeno e quando si sveglierà, perché lo farà, si ricorderà di te..perché non esci facilmente dalle testa delle persone, mio piccolo Di Angelo-. Gli tirai su il viso con due dita e posai un leggero bacio sulla sua fronte, sul suo nasino e sulle sue labbra. Poi uno tra i capelli e lo strinsi a me. Quella notte io restai nel dormiveglia. Lo sentii mugolare un paio di volte ma appena lo stringevo leggermente si calmava. Si può dire che per lui, il resto della nottata fu  tranquilla. 

un SORRISO alla VOLTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora