l'anima leggera

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POV'S NICO:

Mancavano dieci minuti all'ora. Io ero pronto. Indossavo dei jeans neri e una felpa del medesimo colore. Le uniche cose diverse erano le scarpe rosse e bianche e la giacca a quadri rossi. Colori che Hazel mi aveva obbligato ad indossare. Avevo i capelli davanti legati in una specie di crocchietta dietro per dargli una parvenza normale. Il campanello suonò, le mie gambe tremarono e il mio stomaco diventò più piccolo di una caramella. Aprii la porta. Eccolo qua. Indossava dei jeans blu abbinati al parca del medesimo colore e tessuto, una felpa bianca con il disegno di due mani che si tenevano, i capelli mezzi sparati in aria dal vento e gli zigomi rossi. Supposi fosse per il freddo. -Ehi- disse, -Ehi- risposi per poi uscire e incamminarmi con lui. Dovevamo parlare. Ora. -Ascolta Will- in risposta si girò verso di me. -Devo dirti una cosa-. Stavamo ancora camminando ma sentivo il suo sguardo su di me. Infilai le mani nelle tasche della giacca e presi un bel respiro. Stavo zitto da un po' e lui mi aveva dato tempo di pensare senza insistere. 

-Devi sapere che io facevo kick box, so che non sembra per il mio fisico ma era così- feci una pausa -Era maggio. Avevo un incontro serale. Papà era a lavoro e non sarebbe tornato prima di sera. Hazel era a casa di una sua amica. Era importante per me quindi avrei dovuto partecipare. Avevo chiesto e supplicato mia sorella maggiore, Bianca, di venire e lei aveva detto di no alle sue amiche pur di venire a vedermi. A me aveva portato un mio amico ma lei ancora aveva da studiare e non poteva venire direttamente con noi. Pur di esserci in tempo, prese la mia moto. Diluviava. Uscì di strada e andò addosso ad un camion. E' in coma da allora- sentii Will respirare profondamente. -E' tutta colpa mia. Se non l'avessi implorata di esserci, non le avessi consigliato di prendere la moto e non le avessi mandato dei messaggi per dirle che il mio incontro sarebbe stato anticipato.. Ora lei sarebbe qui-. Will si fermò. Mi voltai a guardarlo. Tirò fuori le mie mani dalle tasche, erano chiuse a pugno e lui me le aprì delicatamente. Per la forza con cui le avevo strette, le unghie avevano lasciato delle lunette sui palmi. Se le portò vicino alle labbra e lasciò un delicato bacio su entrambe, poi mi guardò negli occhi. Mi sentii affogare. -Nico non è assolutamente colpa tua. Lei ti vuole bene e voleva esserci, che tu abbia insistito o meno. Le hai consigliato di prendere la moto ma è lei che l'ha presa, era più che consapevole di quello che faceva. Non darti colpe che non hai-. Sentii l'anima leggera. -Però..io..- non mi fece rispondere che appoggiò le sue dita sulle mie labbra, -Niente però. E' così...Andiamo- mi prese per mano e ci incamminammo nuovamente. 

POV'S WILL:

Lui si era aperto con me. Mi aveva detto una cosa che mai mi sarei immaginato di sentire. Non era giusto che io mi fingessi perfetto e senza problemi. Strinsi di più la sua mano. -Nico, tu..mi piaci..e anche molto però ho bisogno di confessare anche io- si era bloccato. Mi girai verso lui. Non aveva lasciato la mia mano, eppure sembrava che stesse scappando. -Io..io, ti..piaccio?-. Era disgustato? -S..si, ma..dei è così terribile?- feci per lasciare la sua mano ma lui la teneva saldamente, -Cosa..ma sei stupido? E' tutto il contrario che terribile. E'..è stupendo, tu lo sei. Anche tu mi piaci..ma...come faccio a piacerti?- sentii la mia anima diventare tutto d'un tratto leggera. Non ricordavo quando fosse diventata il contrario.

un SORRISO alla VOLTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora