POV'S NICO
Bianca sarebbe tornata a casa oggi ed io ero un po' scombussolato. Era dovuta rimanere in ospedale per altri tre giorni ed in quei giorni non avevo molto sentito Will. Mi ero occupato di aiutare Hazel a sistemare casa e ha ripulire la camera di Bianca, abbandonata da mesi. Ero stato occupato e non avevo trovato tempo per pensare al perché Will non rispondesse ai miei messaggi, e se lo faceva, al perché usava due parole e poi non si faceva più sentire. Ma ora, che ero seduto sul divano in attesa di veder varcare la porta da mio padre e Bianca ci pensavo e un nodo mi si attorcigliava dentro. Avrei atteso l'arrivo di Bianca e poi sarei andato da lui. D'altronde si, lei era mia sorella e non vedevo l'ora di rivederla, ma lui mi era stato così tanto vicino, non volevo che lui pensasse che ora che lei era "tornata" ora io non lo necessitassi più. Nemmeno a finire di pensarlo che lei varcò la soia. Era su una sedia a rotelle. Il mio mondo crollò. -Nico, prima che tu pensi qualsiasi cosa, come stai facendo data la tua faccia, no, non sono paralizzata o robe simili. Semplicemente i miei tessuti muscolari devono riabituarsi a reggermi e tutto d'un tratto non possono farlo-. Tirai un sospiro di sollievo? Decisamente. Menomale che sapeva leggermi dentro, lo sapeva fare da sempre ed era anche una delle poche. Come Will. Will. Dovevo andare da lui. -Bianca, so che sei appena tornata ma io..- -Va da lui-. Inutile dire che non me lo feci ripetere.
Stavo correndo come un dannato verso la casa di Will, che non era esattamente vicina alla mia. Sta di fatto che, dopo aver lasciato entrambi i polmoni per strada, gli fui sotto casa a premere così forte il campanello da rischiare di risvegliare i morti. Un Will irritato aprì la porta. -Ma che diavolo c'è...Nico?- era stranito? Era così tanto strano avermi davanti? -Will...si...ciao...ascolta.... aspetta riprendo fiato-. Espira, inspira. Espira, inspira. "Dai checca, sei pronto,muoviti cavolo!" -Ok, ci sono. PERCHÉ DIAVOLO MI HAI IGNORATO QUESTI TRE GIORNI!- Tu ed essere calmo, due linee parallele. Mi guardò stupefatto. -Bé tua sorella sta bene, pensavo volessi stare con lei. Ed ora che non mi necessiti più come prima, non volevo starti tra i piedi-. Posso picchiarlo? "No non puoi idiota, anzi...si ti prego". -Will, non eri tu quello intelligente? CHE NE SO TI SEI BEVUTO IL CERVELLO FORSE?!-. Perché continuava a guardarmi con quella faccia come se quello stupido fossi io? -Ok, ora cerco di restare calmo.. Dunque...mi spieghi quale parte del tuo cervello è andata in tilt? O ci è andato tutto? Come ti viene in mente che, visto che mia sorella "è tornata", allora tu puoi andartene pure a fanculo perché mi impicci? Ti amo, te lo ricordi si? TI A M O. Se mi servivi come rimpiazzo per alleviare i miei sensi di colpa o per starmi tra i piedi perché non sapevo che fare, non te lo dicevo. Non mi fidavo di te dicendoti tutto quello che ti ho detto, o dandoti così tanto di me. Tieni in così poca considerazione ciò che dico?-
Pensare che lui credesse che potevo cambiare idea su cose del genere come se niente fosse, mi feriva. Era si tutto nuovo per me, ma no. Se facevo qualcosa lo facevo davvero, perché lo volevo. -No... assolutamente no Nico! Anche io ti amo...e mi sento stupido per tutto questo. Hai ragione, non avrei dovuto pensare a cose del genere e tirarmi fuori con scuse insensate senza nemmeno sentire te-. Era dispiaciuto. Lo capivo. Mi sembrava di avere davanti Cerbero, il mio cane, quando lo sgridavo per aver fatto la pipì in casa. Ma Will non era un cane. Era il mio ragazzo, un po' idiota, ma pur sempre il mio ragazzo. Mi avvicinai, gli presi il volto e lo baciai. -Non pensare, dire o fare, mai più cose del genere, idiota!-
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un SORRISO alla VOLTA
RandomNico e Will, due ragazzi normalissimi le cui apparenze ingannano chiunque gli stia intorno. Nessuno dei due si conosce eppure hanno l'uno bisogno dell'altro. Chiamatelo fato, chiamatelo destino, ma ci sono certe cose che devono succedere e succedera...