la rabbia di chi tace

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POV'S WILL:

Un ragazzo corvino era appena entrato nella mia vista. Era Nico. Speravo di incontrarlo. I suoi occhi oggi erano diversi. Non erano tristi o vuoti. Erano pieni. Pieni di rabbia. -Ehi, Nico- lo chiamai alzando un braccio. Sembrò riprendersi -Ciao Will- aveva un tono strano. Mi avvicinai, -Tutto ok?- fece cenno di si con la testa, -Ti va di fare due passi? Sono in ansia per la verifica e se sto in casa impazzisco-, fece nuovamente di si e ci incamminammo. Parlai prevalentemente io. Della verifica che speravo fosse andata bene, del fatto che forse saremmo andati in gita, che dovevo fare la spesa...Lui taceva, o annuiva. Con il cane di mia zia avrei fatto più conversazione. Aveva qualcosa, qualcosa che, per ovvie ragioni visto che ci conoscevamo da poco, non voleva dirmi. -Sediamoci- dissi, indicando una panchina. Si sedette leggermente più in la di me. Questo silenzio era straziante. -Ascolta Nico, so che non ci conosciamo da tanto tempo, e magari non ti fidi di me, ma se vuoi puoi dirmi tutto. Fa bene tirare fuori qualcosa-. Aveva abbassato la testa, stringeva il sotto della panchina e le sue nocche erano di un bianco spaventoso, batteva il piede a terra. Kayla, o mia madre, arrabbiate, erano cuccioli a confronto di questo. -Nico, va t..tutto bene?- deglutii a vuoto.

Quelle quattro parole lo avevano fatto espoldere. -NO NON VA TUTTO BENE!!! E..DEI, SONO COSI' STUFO DELLE PERSONE CHE ME LO CHIEDONO. NON VOGLIO PARLARE. NON SENTO IL BISOGNO DI PARLARE. MIA SORELLA E' IN UN CAVOLO DI OSPEDALE PER COLPA MIA, IO NON RIESCO A CHIUDERE OCCHIO, VOGLIO MORIRE..MA LE PERSONE, MIO PADRE, JASON, REYNA, HAZEL...TU!! CONTINUATE A CHIEDERMI LE STESSE COSE SENZA MAGARI PROVARE AD ARRIVARCI!!- E..Silenzio. Era esploso. Aveva buttato fuori tanta di quella rabbia da terrorizzarmi. Quella, quella era la più pericolosa di tutte. La rabbia di chi tace. Poi mi guardò. I suoi occhi morirono. Forse per la mia espressione, forse perché si era liberato. Non potei capirlo. -S..scusa, non so nemmeno perché ti sto dicendo questo, non hai colpe..nemmeno ti conosco.Ciao- e poi si allontanò. Dei, quel ragazzo era incasinato. In un certo senso non doveva interessarmi ma non riuscivo ad ignorarlo. Aveva bisogno di aiuto. Non lo voleva ma ne aveva bisogno. E io, che a tutti avrei regalato la Luna se ne avessero avuto bisogno, non potevo ignorarlo. Magari se fosse stato qualcun altro si, ma non lui.

un SORRISO alla VOLTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora