POV'S NICO:
Era lunedì. La sveglia era stata appena scaraventata a terra insieme a tutte le coperte. Erano le 7:20. Avevo passato gran parte del precedente pomeriggio a parlare con Will, cosa che mia aveva tenuto abbastanza tranquillo. Ma la notte, insieme al sole, si era portata via tutta quella tranquillità, lasciandomi in cambio una bella dose di incubi fastidiosi. Mi alzai e mi diressi in bagno, il mio riflesso quasi mi spaventò. Ero tutto sudato, i capelli sparati in ogni direzione, il pigiama che era diventato una seconda pelle, delle occhiaie che arrivavano quasi al naso e degli occhi rosso sangue. Aprì l'acqua, che a quell'ora arrivava subito calda, e feci una doccia veloce. Mi asciugai ed indossai un maglione nero e dei jeans. Zaino in spalla e scesi di sotto. Papà era appoggiato al bancone della cucina, ancora in pigiama, con un caffè in mano e lo sguardo perso, -Buongiorno pa'- si risvegliò magicamente, -Buongiorno Nico, hai chiamato Hazel?-
In risposta salì le scale e bussai alla sua stanza. Nessuna risposta. -Haz? Sto entrando-. Non ero pronto psicologicamente. Il letto era ricoperto da vestiti che non le avevo mai visto prima, c'era così tanta luce da illuminare due campi da football, la musica, seppur tranquilla, era sparata ad alto volume dando fastidio. Ma di mia sorella nessuna traccia. Come non detto. Uscì poco dopo dal bagno. Gli occhi gonfi da pianto, i capelli che facevano invidia ad un cespuglio e la maglietta al contrario. -Hazel, cos'è successo, s..stai bene?- mi sorrise, -S..si, mi sono infilata il mascara in un occhio, i miei capelli fanno i ribelli e non so cosa mettere-. Ecco. Da che ricordassi lei non era quel tipo di ragazza. -Perché, di punto in bianco, ti trucchi, badi a come vesti e ti acconci?- era più forte di me, e a queste mie domande arrossì leggermente ed abbassò lo sguardo, -Haz?- -C'è unragazzochemipiace- disse tutto d'un fiato. No, non ero pronto. -Odei, Haz..davvero?-, mi fece cenno di si con la testa. Volevo uscire da quella camera estremamente colorata e caotica, volevo uccidere questo ragazzo e volevo andare a scuola. ORA!. L'aiutai velocemente consigliandole di mettersi la salopette ed una maglietta viola, le feci due trecce e le vietai, con tutta la fermezza possibile, il trucco. Fummo a scuola in un battibaleno.
Quando la salutai mi diressi alla mia scuola che, fortunatamente o sfortunatamente, non distava molto. Odiavo il lunedì? Ovvio, chi non lo fa, poi avevo materie al quanto valide per odiarlo. Tranne letteratura. Quella era, letteralmente, il motivo per cui fossi lì. Mentre ero agli armadietti sentii una voce chiamarmi. -Ehi, ma tu sei nuo..- non gli feci finire la frase -Ti fermo subito, cosa staresti facendo?- il ragazzo mi guardò stranito, -Sto instaurando una conversazione con un ragazzo nuovo?-. In quel momento la mia voglia di prendere la sua testa e sbattergliela agli armadietti era irrefrenabile. Avrei aggiunto a quei suoi capelli neri con le ciocche rosa anche l'azzurro sporco del metallo. Possibile che facevo questa scuola da un anno e qualche mese e le persone continuavano a guardarmi o chiedermi se fossi nuovo? Va bene che non spiccavo particolarmente ma per gli dei, sei proprio idiota. -Allora, chiariamo la situazione: NON SONO NUOVO E NON OSARE PARLARMI MAI PIU'!!- sbattei l'armadietto e mi allontanai. Ero nervoso.
La giornata era stata un fiasco in piena regola. Hazel che rompeva, gente che rompeva, il professore di letteratura che mancava, l'autobus che ritardava e un sacco di compiti da fare. Hazel era tornata con una sua compagna, aveva offerto un passaggio anche a me ma avevo rifiutato. Avevo bisogno di stare da solo. Il mio desiderio andò, fortunatamente, a farsi benedire quando nel mio campo visivo entrò un biondo dall'aria familiare.
[Ehi ehi peopleeee, si capitolo inutile i know, i know...ma mi serve per il prossimo quindi sorbitevi sto Nico incazzato con il mondo, è anche il mio mood di oggi...non potevo parlare di unicorni che cagano arcobaleni, sorry.]
PS: nessuna Hazel è stata maltrattata., promise
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un SORRISO alla VOLTA
RandomNico e Will, due ragazzi normalissimi le cui apparenze ingannano chiunque gli stia intorno. Nessuno dei due si conosce eppure hanno l'uno bisogno dell'altro. Chiamatelo fato, chiamatelo destino, ma ci sono certe cose che devono succedere e succedera...