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Narratore Esterno

Alla fine, le quattro interviste che avevano fatto non erano andate male.

Oh, e a parte il fatto che nessuno era stato gentile come Riley, chiunque aveva fatto domande su Clarke e Shawn, Roger aveva fissato Lauren con uno sguardo assassino per più di tre ore (senza mai smettere di litigare con Lucas e Tara, nel frattanto), qualche forse migliaio di fan che le avevano travolte, sommergendole con richieste di autografi e foto (solamente dopo essere uscite dal primo studio), "l'ammasso di inutile carne canadese" che sembrava letteralmente ossessionato nel guardare Lauren, Chelsea Briggs che aveva probabilmente postato una sessantina di tweet gioiosi e pieni di tripudio e il fatto che Camila stava morendo di fame e tutto quello che voleva era mangiare una banana, la loro giornata non era sembrata davvero terribile.

Lauren era seduta sul suo divano, con i piedi sollevati sgraziatamente sul tavolino e Camila sembrava pronta a fare la stessa cosa, nonostante stesse ancora indossando l'accappatoio umido di acqua della doccia. La maggiore la guardò adorante, incantata dalla tenerezza che quella scena le trasmetteva (la visione di una Camila stanca, uscita dalla doccia con le guance rosse per l'acqua, che, insomma, le aveva sempre fatto crescere un sorriso innamorato sul viso)

-Camz, vatti a levare l'accappatoio così ti puoi sedere anche tu.- mormorò, la voce che annegava nella stanchezza

-Sicura?- rispose la più piccola, facendo un movimento con le spalle e lasciando che la parte superiore del suo pento venisse scoperta

-Camila...- la rimproverò Lauren, sapendo che non avrebbe avuto nessun tipo di forza fisica o psicologica per affrontare quella situazione

-Non fare così, dai. Ora sono stanca.- cercò di difendersi. Camila fece il suo broncio più adorabile, ma la maggiore sapeva come non farsi vincere da quell'espressione adorabile, tanto che raccolse tutte le sue capacità e si alzò in piedi per andare ad abbracciarla (vero, forse doveva fare ancora un po' di pratica sul come resistere alla più piccola, ma erano affari suoi, ok?), non curandosi di bagnarsi il pigiama

-Andiamo a toglierti l'accappatoio, su su.-

Camila rise -Sai che non ho tre anni, giusto?-

-Io stavo con l'accappatoio per ore, quando ne avevo dodici.-

-Poi danno a me della strana.-

Lauren corrugò la fronte un momento, a quell'espressione -Che c'è di male nell'essere strani?- chiese.

Camila si voltò a guardarla -Niente, perch- poi realizzò il discorsetto che la maggiore le stava per fare e la interruppe senza pensarci due volte

-No Lauren, lo so, siamo tutti diversi, tutti strani-

-Ma...- Lauren venne di nuovo interrotta da una mano che le si posava sulla bocca

-E siamo tutti bellissimi per questo motiv- AHIA!- esclamò Camila, riconoscendo il famigliare dolore di un morso

-Mi hai appena morsicato?- 

la maggiore ghignò -Come se non ti piacesse.-

-Lauren!- la rimproverò Camila, colpendola giocosamente sulla spalla e, come risposta, ottenne di essere sollevata con poca delicatezza e essere depositata sul divano, una Lauren ben poco leggera che le cadeva sopra ma le riempiva il collo di baci

-Sei un'idiota!- la sgridò ancora

-Mi adori per questo, mi amor.-

-Oh si, lo hago. (lo faccio)- mormorò Camila al di sopra dei capelli di Lauren, dove poggiò le labbra per un momento

Free (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora