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Lauren's Pov

La richiesta dei manager mi aveva scosso parecchio.

Davanti a me vedevo un Lucas sorridente, che con fare amichevole mi proponeva una risma di fogli scritti e una penna.

-No- pronunciai solenne e fredda.

Lui provò a parlare ma con un gesto della mano gli feci segno di tacere

-Lucas, non accetterò, di' al regista di cercarsi un'altra star. Per nessuna ragione al mondo collaborerò con lei.-

il manager annuì e con nonchalance disse -Oh, che peccato! Ho appena mandato Tara ha cercare di convincere Camila.- Mi infuriai. Non c'era cosa meno presente del rispetto per i diritti umani nell'industria musicale.

-Tu cosa?!?-

-Lauren, in qualche modo dobbiamo aumentare la popolarità, e con cosa se non una collaborazione con un'artista tra i più ascoltati al mondo!- rispose lui come se fosse la cosa più normale del mondo

-Sì Lucas, così magari sembrerò una morta di fame, che dopo aver sputtanato la ex compagna di band torna da lei con la coda tra le gambe solo perché è più famosa di lei! Ricordati che durante un'esibizione abbiamo dovuto buttare un fottuto manichino giù da un palco. Il mondo pensa che io la odi!- urlai. -Non collaborerò con lei solo perché voi fottuti avvoltoi possiate portare un milione in più a casa!-

Mi lasciai cadere su una poltroncina e mi passai la mano sulla fronte. Come potevano essere così idioti da pensare di convincermi con uno stupido pezzo di carta a rincontrare Camila. Dopo tutto quello che avevamo passato, forzate a nasconderci dagli occhi del mondo, tutte le urla, i pianti e le litigate silenziati. Nessuno ne aveva idea, tanto meno i managers, ma a loro d'altronde non importava più di tanto.

La salute mentale degli artisti la preservavano fino alla maggiore età, fino a quando i genitori li avrebbero voluti vedere. Poi li lasciavano andare, importandosi solo dei soldi guadagnati. Diventavamo pupazzi con cui contabbandare soldi nelle mani di avidi mafiosi.

Non capivo come un ragazzo innocente potesse aspirare a diventare una creatura come loro, succhia-sangue e cinica. Come un bambino che ti fa per il cattivo dei film

-No,- setenziai ancora -non accetterò.- dopodiché uscii dalla sala e dallo studio. Le lacrime iniziarono a rotolare sulle mie guance, senza che io me ne accorgessi. "No. Non qui" protestai con me stessa.

Fino a quando non fossi uscita da quella casa degli orrori non dovevo permettermi di mostrarmi debole.

Spalancai le porte dello studio e respirai a pieni polmoni. Calmai le lacrime, ma i miei pensieri viaggiavano ancora troppo vorticosamente e fermarli era un'impresa del tutto impossibile.

Guardai l'orologio. Dannazione, avrei già dovuto essere all'appuntamento con Normani.

Chiamai il primo taxi che trovai e gli diedi l'indirizzo. Arrivai con dieci minuti di ritardo e trovai la nera fuori dal bar ad aspettarmi.

Le andai incontro con un sorriso imbarazzato sul volto, mentre lei mi avvolse in uno dei suoi speciali abbracci, grazie al quale mi sentii subito rinfrancata.

Ci staccammo e lei mi guardò in faccia. Il sorriso timido che aveva sul viso si spense subito -Laur, ma hai pianto?- Distolsi lo sguardo, ma lei mi costrinse a riportare il viso verso di lei. - Sì, hai decisamente pianto.-

-Perché non ti spiego tutto dentro?- chiesi. Lei annuì dolcemente e mi fece strada all'interno del locale. Era un posto molto carino, un po' old school e pieno di fricchettoni.

Free (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora