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Narratore Esterno

-Nah, Lauren. Non mi sono mai fidata del tossico, devi capirlo.-

-Vuoi smetterla di chiamarlo così, per l'amor di Dio.- protestò Lauren, agitando con forza la forchetta nella sua mano, causando un volo da parte di una foglia d'insalata

-Lauren, per favore!- si lamentò Camila, inquadrando l'ennesima macchia d'olio che si stava formando sul tavolo, quella sera

-È tutto ok, Mila.- la rassicurò Dinah, che si era fermata per cena sotto invito della sua vecchia migliore amica

-Sono io che sevo smettere di provocarla.-

-Sarebbe ora.- grugnì Lauren con gli occhi fissi sul piatto. Camila si girò verso la maggiore, le posò una mano nella spalla e si chinò

-Smettila di comportarti come una bambina di cinque anni.- mormorò nel suo orecchio, sperando di risultare minacciosa tanto quanto era nelle sue intenzioni. Si girò poi verso Dinah, sorridendole debolmente

-Mi sembra di essere tornata nel duemilaquindici.-

-Manca solo Ally a dirci di abbracciarci insieme e di dimenticare le litigate, perché non è quello che Dio ha previsto.- commentò Dinah. Non era un segreto che non fosse mai arrivata a comprendere la fede della texana e la sua dedizione verso Dio. Nonostante ciò sorrise tra sé e sé, ricordandosi di tutte le volte che Ally aveva ristorato il loro animo prima dei concerti, conducendo le preghiere.  Anche Lauren sorrise, mentre Camila rimase più seria. Si risedette al tavolo, posando i piatti. Qualcosa era scattato in lei improvvisamente e il suo sguardo si era profondamente turbato

-Voi avete letto il suo libro?- chiese, gli occhi fissi sul tavolo. Lauren annuì lentamente, guardando Dinah per vedere la sua risposta. Questa mormorò un "sì" debole tra i denti.

Il silenzio calò e l'atmosfera diventò gelidasu due piedi, in maniera completamente diversa da come lo era qualche minuti prima. Camila fu la prima a parlare

-Non mi ha neanche nominato una volta.- sussurrò, esaminandosi le nocche delle dita.

Lauren sentì il cuore stringersi a quelle parole -Sarà stato il suo team, Camz. La maggior parte delle cose che c'erano scritte non erano neanche tanto vere.-

Il labbro inferiore di Camila iniziò a tremare e le due ragazze le si avvicinarono subito, posandole le mani sulle spalle. Camila non pianse, ma rimase a fissare il tavolo e le proprie dita, mentre Lauren e Dinah si scambiano occhiate preoccupate

-Chi ce l'ha fatto fare?- sussurrò ad un tratto la ragazza seduta -Chi ce l'ha fatto fare?- ripeté e questa volte la sua voce si fece sottile e tremante.

Lauren strinse gli occhi simultaneamente con la stretta alla stomaco che la colpì e Dinah strinse la presa che aveva sul tavolo, per reggersi. Storse la bocca e poi decise che sarebbe stato meglio affrontare quello che le si presentava. Abbracciò Camila da dietro, avvolgendo le braccia intorno al corpo minuto e appoggiando la propria guancia alla sua. Lauren sobbalzò all'insaspettato gesto, ma annuì in direzione di Dinah, supportandola.

Camila si abbandonò nell'abbraccio e non mostrò di essere a disagio in nessun modo, permettendo che il contatto fisico la confortasse. Ancora, però, non fissò nient'altro se non il tavolo. Dinah si premette ancora di più contro di lei, cercando di attirare la sua attenzione e finalmente riuscì. Camila le sorrise debolmente e mosse la mano per sfiorarle l'avambraccio, causandole la pelle d'oca

-Tutto ok?- mormorò la minore. In risposta le arrivò un cenno silenzioso del viso. Lauren decise allora di intervenire

-Sicura?-

Free (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora