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Narratore esterno

-Camz, svegliati.- mormorò Lauren nell'orecchio della ragazza che dormiva pacificamente contro di lei. Camila sobbalzò e aprì gli occhi velocemente. La maggiore sussultò e strinse più forte l'altra, tentando di prevenire una caduta dal divano

-Che c'è?- chiese la più piccola, allarmata -È ora?- Lauren annuì. La minore sbuffò, ricadendo contro il corpo dell'altra -Non ho voglia.- disse, simulando dei capricci infantili. Lauren ridacchiò -Anche io Camz, tranquilla.- rispose, mentre con gentilezza si sollevava dal divano. Camila osservò la ragazza dirigersi verso la camera da letto, dove si trovano gli abiti che avrebbero dovuto indossare quella sera

-Domani Internet esploderà.- disse, mentre guardava con interesse (forse troppo) il corpo dell'altra. Dall'altra stanza, la maggiore rise -Succederà un casino.-

-Non ti da fastidio?- domandò. Lauren si prese il suo tempo per rispondere -Non più. È passato quel periodo.-

-Sei sicura?-

-Direi di sì. Il mio sogno ad occhi aperti ormai è quello di andare in giro sbattendo bandiere arcobaleno in faccia alle persone.- scherzò la ragazza, che ora stava cercando di tirare su la cerniera dello stretto completo. Camila avrebbe mentito se non avesse ammesso di essere arrossita un bel po' mentre Lauren si spogliava e lo indossava. La minore sorrise a quella risposta -Ma sei sicura?- rincarò ancora, cercando un minimo segnale di disagio nell'altra

-Ti ho detto che è tutto ok. Dovrei essere io a farti la domanda, in realtà.- Camila sorrise, mentre prendeva il suo vestito (che entrambe avevano silenziosamente notato essere attillato quasi oltre i limiti) e lo indossava

-Sono a posto anche io.- mormorò, mentre si sollevava e guardava i loro riflessi nella finestra (Lauren non aveva uno specchio se non in bagno)

-Pronta a distruggere Twitter?- chiese Lauren. Camila le sorrise e, nonostante le occhiaie e il viso ancora assonnato, la maggiore vide la ragazza più bella sulla faccia del pianeta lì di fianco a lei -Prontissima.-

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Nella macchina c'era una tensione tale da sì, essere fendibile, ma sicuramente non tagliabile con un coltello. "Magari un ascia riuscirebbe nel compito" si disse Camila, rimproverandosi poi per l'assurdità del pensiero. Però era vero. C'era così tanta tensione nell'abitacolo che probabilmente i finestrini ne sarebbero rimasti rotti a breve.

Clarke, la modella che accompagnava Lauren, aveva tutta l'aria di voler fuggire in quel preciso istante. Non si poteva biasimarla. Shawn si era imprudentemente seduto vicino alla cubana più piccola e ora Lauren lo fissava costantemente con sguardo assassino. Camila aveva cercato di fermarla, anche lei evitando le parole e premendo con gli sguardi, perciò non se ne era tratto nessun beneficio. Non appena arrivarono davanti al "Red Beach", il locale per eccellenza delle star canore di Hollywood, la tensione sembrò diminuire. Sembrò, infatti.

Lauren si sporse dal suo sedile, sistemando delicatamente una ciocca di capelli di Camila dietro l'orecchio di questa, ghignando alla reazione di Shawn. Nel momento in cui scesero dalla macchina, però, il canadese afferrò la mano della ragazza minore e la trasse a sé quasi violentemente, suscitando una marea di urla dai paparazzi che li attendevano. Lauren guardò negli occhi Clarke e questa annuì leggermente. La ragazza voleva solo entrare nel locale e allontanarsi da quella situazione così insopportabile. Una pioggia di flash si riversò sui quattro mentre muovevano i pochi passi che li distanziavano dall'ingresso della discoteca.

Non appena dentro, la ragazza dagli occhi verdi sentì che la mano della modella aveva lasciato la sua, ma non si preoccupò della cosa. Quello che invece attirò la sua attenzione, fu Camila, che iniziò a strattonare il braccio di Shawn dato che il ragazzo si dimostrava stizzito nel rilasciarla. Per fortuna, prima che Lauren potesse intervenire e cantarne quattro al ragazzo, questi si decise di lasciare in pace la minore, che raggiunse subito la ragazza dagli occhi verdi

Free (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora