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Camila's Pov

La chiacchierata con Lauren mi aveva messo di buonumore. Era stata relativamente calma e priva di imbarazzo, perciò un buon passo in avanti era stato fatto. Contando che avevamo tante cose di cui parlare e io mi dovevo far perdonare per altre, i passi da compiere erano tanti.

Sapevo che la rabbia e la delusione dentro di lei erano ancora potenti, e io avrei solo dovuto stare lì a farmi sopprimere dai sensi di colpa. Mi sarei volentieri consegnata per subire quel martirio, perché sapevo di meritarlo.

Ero entrata nella sua vita e l'avevo distrutta, rivoltandola a mio favore. Se pensavo alla faccia di Lauren la mattina in cui ero scappata, mi veniva da piangere. Dormiva profondamente nel suo bunk, dopo una notte che avevamo passato abbracciate. Senza baci o carezze. Solo abbracciate. Mi ero presa una buona mezz'ora di tempo per ammirare il suo viso perso nei rifugi pacifici del sonno.

Ad un certo punto avevo sentito un movimento, e Dinah era comparsa dalla sua tendina. Mi aveva guardato con gli occhi pieni di lacrime e mi si era avvicinata per poi abbracciarmi con forza

-Non andartene, ti prego!- mi aveva sussurrato nell'orecchio, con la voce rotta dal pianto. Io avevo chiuso gli occhi per lasciar scivolare le lacrime sulle guance

-Non andartene Mila!- ripeteva singhiozzando.

-Scusa Dinah...- avevo risposto piangendo sulla sua spalla -sei la migliore amica che io abbia mai avuto.-

-Anche tu- mi aveva risposto lei. Mi ero dileguata dall'abbraccio per afferrare la valigia. Dinah mi aveva seguito fino alla porta del bus. Mi aveva abbracciato e baciato la fronte ripetutamente

-Sei sicura Chanch?- mi aveva chiesto un ultima volta. Io avevo annuito poco convinta, e aperto lo sportello del bus, mi ero lasciata  scivolare fuori, dove mia madre mi aspettava, anche lei con lacrime agli occhi. Con una lentezza esasperante avevo lasciato la mano di Dinah che ancora premeva sul mio braccio, beandomi fino alla fine del contatto.

Avevo cercato inutilmente di ricordarmi qualcosa di bello di tutto ciò che mi era successo con le ragazze, ma l'unica cosa che mi veniva in mente erano i volti rotti dal pianto delle mie amiche la sera precedente. Avevo continuato a guardare la mia migliore amica negli occhi, fino a quando la porta non si era chiusa del tutto.

La mano di mia mamma si era posata gentile sul mio braccio, e io, come un corpo vuoto e senza vita, l'avevo seguita senza dire niente. Era stato un viaggio silenzioso fino a casa. Una volta arrivata, mi ero rifugiata in camera, senza dire una parola a nessuno.

Avevo immerso la testa nel cuscino, iniziando a piangere disperatamente. Per tutto il giorno avevo sperato che almeno una delle ragazze si sarebbe presentata a casa mia chiedendomi di tornare o semplicemente confortarmi.

Non vi furono segni di vita. Venni poi a sapere da Normani quando ci incontrammo ai BBMA's che nessuna di loro si era alzata dal letto perché i managers glielo avevano proibito.

La tristezza e la rabbia mi avevano invaso profondamente ancora una volta e avevo cercato di prolungare più a lungo l'abbraccio con Normani per scusarmi. Con lei e con tutte.

🌕☀️🌕

Lauren's Pov

Arrivai a casa con la consapevolezza di dover chiamare due persone: mia madre e Dinah.

La prima per avere la conferma di aver fatto la scelta giusta. La seconda per avere la conferma di aver comunque fatto una gran cazzata.

Presi il telefono e cercai il primo numero. Mi portai il cellulare all'orecchio, consapevole che non chiamavo mia madre da mesi

Free (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora