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Narratore esterno

Le due ragazze entrarono con furia nella macchina parcheggiata sul retro dello studio, alzando velocemente il separé che avrebbe impedito a David di osservare quello che facevano, per poi stringersi e baciarsi ferocemente. Lauren aggredì letteralmente Camila, spingendola di schiena completamente distesa sui sedili della macchina (cosa che suscitò una risatina interrotta, poi interrotta da un gemito, dalla più piccola) e precipitandosi sulle sue labbra.

Erano ormai le tre del pomeriggio e le due erano rimaste in studio per tutta la mattina senza toccarsi. Camila si era impegnata in maniera quasi ossessiva nel provocare la sua collega, cercando ininterrottamente un contatto visivo e dilungandosi un po' troppo in gesti ambigui

-Dio, Camz!- mugolò Lauren contro il suo collo, mentre mordeva e baciava la pelle esposta -Mi stavi facendo morire lì dentro!- La minore ridacchiò, cercando di allontanare la ferocia dell'altra dal suo collo con le mani e dirigendo le sue attenzioni di nuovo alla sua bocca.

-Calma, tigre.-

-Calmarmi?- chiese Lauren, guardando Camila come se fosse anche un'alternativa -Almeno non nella macchina.- si giustificò la più piccola. Lauren sospirò, si sollevò seduta e diede un bacio sulla tempia dell'altra

-Hai ragione.- mormorò ridacchiando -Meglio aspettare casa.-

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Fatto sta, che quando arrivarono a casa non combinarono niente. Lauren era troppo impegnata a coccolare Cleo, che sembrava ben più contenta delle attenzioni ma sembrava propensa a ricevere anche quelle di Camila. Dal canto suo, quest'ultima era seduta sul lato opposto del divano, guardando quel momento così pacifico, e sperando per un poco che potesse diventare la sua quotidianità (forse l'aveva sperato per più di un momento, ma non lo diede a vedere), mentre tentava invano di staccare gli occhi da una Lauren felice per riportarli sul libro che stava leggendo. Era un racconto storico, che si era portata da casa.

Camila non poteva negarlo: quando era entrata in casa di Lauren e non vi aveva visto libri sparsi (come invece era la camera della più grande quando erano piccole) era rimasta un poco delusa, se non amareggiata. Non aveva chiesto spiegazioni, ma sperava di riceverne un giorno.

-A che pensi?- le chiese d'un tratto l'altra. Camila si strinse nelle spalle, per poi avvicinarsi a Lauren e infilarsi in mezzo alle sue gambe, la testa appoggiata contro il suo petto. La maggiore sembrò sorpresa da quell'azione, ma sicuramente non era impreparata riguardo al comportamento che avrebbe dovuto assumere

-Camz...- disse ad un tratto, ricordandosi di una cosa che aveva sentito durante la mattina -...stamattina ho sentito Lucas e Roger parlare.- Camila ridacchiò. Del resto non era qualcosa di così insolito

-Parlavano di premiazioni. Stavano dicendo che se facciamo in tempo possiamo arrivare agli AMA's .- mormorò Lauren -E hanno nominato i Grammy's.- La più piccola sgranò gli occhi

-Non prendermi in giro!-

-Sono serissima.- Camila guardò fuori dalla grande finestra

-Cazzo!- sussurrò -Le altre ci ammazzano, lo sai?- Lauren annuì. Sapeva benissimo che quel singolo avrebbe solo pasticciato il nome delle Fifth Harmony ancora di più e che le ragazze non ne sarebbero state per niente contente

-Si aggiunge al mucchio di cose che non mi perdoneranno.- mugolò la minore. La più grande la strinse. Non sapeva come confortarla quando parlava di questi argomenti. C'erano fin troppe cose che anche lei stessa non sapeva come avrebbe potuto perdonare

-Perché non provi a dormire, magari...- offrì, invece -So che ieri notte sei rimasta sveglia.- aggiunse subito. Camila annuì, ma prima che potesse abbassare il viso si sentì ancora interrogata -Da quant'è che non dormi bene, Camz?-

Free (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora