ThIrTy-EiGhT

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Si sentiva sotto pressione in quel momento, le scale, se avesse avuto la forza di Hulk, si sarebbero sbriciolate ad ogni suo passo.
Era nervoso, arrabbiato, perché la colpa del suo essere così schivo era tutta della sua famiglia.
Famiglia che ancora, a quanto pareva,non voleva lasciarlo in pace.

Era pronto ad affrontare il fratello, arrivò nella hall  del condominio e varcò l'entrata guardando davanti a sé. 

Una figura snella,longilinea, elegante, si ergeva di fronte a Chan.
Strinse i pugni e si diresse verso suo fratello Yang, non era mai stato impulsivo, ma quei pugni prudevano più di qualsiasi altra cosa.
La serenità provata nella notte precedente e in quella mattina erano ormai svanite senza lasciare traccia.

Sarebbe andata sempre così nella sua vita?
Era ciò che si meritava? Ogni volta che il suo cuore si scaldava, che lui si lasciava andare , puntualmente succedeva qualcosa che lo riportava su quella retta e gelida via che si era prefissato da solo di percorrere, ma che ultimamente, probabilmente proprio grazie alla forte attrazione per Song, cominciava a stargli stretta.

< Che cosa cazzo ci fai qui e cosa diavolo sei venuto a fare. >

Yang si tolse gli occhiali da sole  e proiettò il suo sguardo su Chan.
Era vestito tra il casual e l'elegante, una semplice camicia bianca con le maniche tirate su fino gli avambracci, scarpe eleganti e pantaloni che sicuramente facevano parte di un completo d'ufficio, il tutto contornato dal solito cipiglio, che Chan trovava così identico a quello del padre.

Alzò un sopracciglio per il tono di voce e l'uso delle parole dette senza un minimo di rispetto nei suoi confronti, ma dentro di sé sapeva che non avrebbe potuto sperare in meglio dal fratellino.

< Sono qui per portarti a casa e vedi di moderare i termini.>

< Oh certo, mi scusi se l'ho offesa, ma non ho un cazzo voglia di tornare in quel buco di culo che tu chiami "casa">

Chan era furente e guardava il più grande con sfida stringendo sempre di più i pugni fermando totalmente la circolazione delle sue mani, talmente erano bianche.

Era stanco di sentire sempre la solita tiritera. Lui in quella casa non sarebbe più tornato, non era ben accetto e non accettava più di essere trattato come una pezza da piede.

< Che senso ha chiedermi di tornare , uh? Vi faccio solo un favore. Sparisci che è meglio, non hai degli affari da portare a termine per tuo padre? >

Si perché lui non si sentiva più figlio di nessuno. Men che meno di quell'essere.
Stava per dargli un pugno in faccia. Quello sguardo presuntuoso e pieno di supponenza di suo fratello maggiore lo stava mandando in bestia. Perché perdere così tempo appresso a lui? La reputazione della famiglia ne avrebbe perso così tanto da spingere il padre a chiedere a Yang di andarlo a recuperare?

< Il mio 'affare', come lo chiami tu, per oggi, sei tu.  E ti posso assicurare che verrò qui tutti i giorni se non torni a casa.
Mi presenterò qui, in università o perfino dove lavori. A te la scelta. Ho molto tempo a disposizione. >

Yang era un ragazzo molto responsabile e con un carattere testardo e forte. Se si prefissava un obbiettivo, era disposto a raggiungerlo nel minor tempo possibile.
Si sentiva addosso una responsabilità estrema e in quegli anni aveva sempre cercato di proteggere la famiglia ed i suoi fratelli, dagli errori e dalle scelte sbagliate dei suoi. 
Aveva sfruttato la sua intelligenza e la sua influenza sui genitori, soprattutto su suo padre, per poter controllare il tutto e far sì che Lin e Chan, potessero intraprendere la loro strada.
Lui alla fine aveva accettato di buon grado il suo destino, non desiderando altro, ma ciò non si poteva dire dei suoi fratelli, e soprattutto , ciò non si poteva dire di Chan.

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