ThIrTy- SeVeN

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Jos era pieno di sacchettini pieni di leccornie per la colazione.
Purtroppo il giorno precedente fu preso da un contrattempo con il padre per cui non aveva potuto vedere Thale, ed il bruno dal canto suo era preso dallo studio e stanco, quindi a suo malgrado e con grande dispiacere, passò la serata e la nottata lontano da lui.

Sospirò al pensiero, aveva perso una notte di effusioni con la sua mogliettina, ma poco importava al momento. 
Romanticamente gli stava portando la colazione da fare assieme a lui, chissà che magari non potessero ritardare un po' ad andare all'università.

Ghignò e si umettò le labbra al sol pensiero.
Accelerò il passo e sposando le borse su una mano sola, salì le scale che portavano alla stanza del bruno.
Aveva una coppia delle chiavi e quindi frugò nella tasca posteriore dei jeans prenderle.
Smise pure di canticchiare per non  fare rumore ed aprì con delicatezza la porta per non svegliare il bel bruno addormentato.

Sicuramente a quest'ora starà ancora dormendo.

Sorrise al pensiero.
Senza guardare ciò che potesse esserci o meno su tavolo, poggiò le borse ed in punta di piedi di diresse verso la stanza di Thale.
Chissà in che posizione lo avrebbe trovato quella mattina.
Aveva notato che Thale aveva un sonno decisamente pesante e dormiva nelle posizioni più disparate, alle volte addirittura al contrario, ma per lui era adorabile.
Dolce come un bambino, quelle belle labbra schiuse e le palpebre a coprire quelle iridi nere che quando lo guardavano appena sveglio erano lucide e meravigliose.

Mise la mano sulla maniglia , sorridendo. Lo avrebbe buttato giù dal letto sicuramente. Pensò a come avrebbe fatto e decise di farlo con un po' di effetto Quindi fece un grosso respiro ed aprì la porta urlando

< TESORO SONO A CA->

Le parole morirono in bocca d'improvviso.
Jos rimase un'attimo interdetto.
La camera era perfettamente pulita, in ordine e soprattutto, Thale non c'era.
Sbatté un attimo gli occhi, e li fece correre per tutta la camera: letto fatto, tutto in ordine, il bagno pulito, e niente che indicasse che il bruno si potesse trovare in casa.
Era come se fosse andato via da molto tempo.
Si precipitò in cucina guardando il frigo dov'era solito mettere qualche messaggio se per caso andava via prima , ma la superficie era linda e senza la minima presenza di un foglietto appeso o post It.

Si stava agitando, forse esagerando, ci potevano essere molte ragioni per cui il bruno non fosse a casa.
Prese il cellulare dalla tasca e lo guardò, nessun messaggio e nessuna chiamata.

Che ci sia stata un emergenza?

Osservò l'ora, era presto, erano solo le 7.
Stufo di fare supposizioni, con due tocchi sullo schermo dello smartphone, si mise in linea con lui e portò quindi l'apparecchio all'orecchio.

"L'utente chiamato non è al momento raggiungibile, si prega di riprovare più tardi"

Chiuse ,riprovò e la stessa tiritera gli venne propinata dalla voce registrata. Andò avanti così per dieci minuti, sbattendo poi le mani sul tavolo assieme al cellulare.
Si morse il labbro e cominciò a guardare in giro mentre rifletteva

Perché non rispondi? Dove sei finito? Dove diavolo sei...

Ma mentre guardava in giro, i suoi occhi si posarono davanti a sé, sopra il tavolo, esattamente di fianco a dove aveva lasciato le borse  con la colazione.
Veloce si spostò ed andò a prendere quel biglietto, finalmente qualcosa che potesse dirgli dove poteva essere Thale.

Le iridi colore cioccolato si mossero leggendo lettera dopo lettera, parola per parola ed il suo cuore si raggelò all'istante.
Il suo cervello ebbe un blackout improvviso, rilesse più volte quell'insulso biglietto.
Cosa voleva dire, che diavolo voleva dire tutto ciò.
Si passò una mano nei capelli tirandoli indietro.
Non poteva crederci, il giorno prima lo aveva sentito e sembrava tutto a posto.
La preoccupazione, lo shock e la rabbia cominciarono a mischiarsi tutti insieme.
Si morse violentemente il labbro,non era possibile che Thale avesse fatto una cosa del genere.
Non era da lui ,doveva essere successo sicuramente qualcosa.
Certo era un ragazzo che amava farsi qualche sega mentale ma stavolta non c'era davvero nessun motivo valido.

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