FiVe

548 49 9
                                    

Si sedette passandosi una mano tra le ciocche bionde.
Faceva caldissimo e la camicia gli dava solo fastidio. Così allentò la cravatta e sbottonò un poco la camicia, lasciando intravedere un po' di pelle.

Era annoiato poiché  avrebbe avuto una lezione subito di prima mattina, e lui continuava a stare seduto al tavolo del bar a bere il suo cappuccino caldo.
Amava il caffè ma ancora di più il cappuccino.

Avrebbe potuto anche saltarla, era molto intelligente e ci metteva pochissimo a recuperare, ma non poteva permetterselo.
Doveva essere sempre il migliore, come i suoi genitori volevano e come lui stesso ormai era abituato a pensare di se stesso e per se stesso.

Inoltre faceva parte del club di nuoto ora, i suoi voti dovevano essere alti e la sua media non doveva abbassarsi.

Uno ghigno apparve sul suo volto pensando ad una sola persona.
Chi mai lo avrebbe detto che dopo tutti quegli anni sarebbe incappato nuovamente  nella presenza di quel pidocchio?

Successe tutto a metà del primo anno, quel giorno il suo amico ai'Chan, lo raggiunse dicendogli che aveva appena visto la gara del club di nuoto e si era innamorato.

Finalmente,portato a forza dal suo amico Chan, lo vide.
Quel moccioso. Gli era mancato, o meglio, gli era mancato terribilmente torturarlo e prenderlo in giro.

Certo era cambiato molto, era già molto carino da piccolo, ma ora, bisognava proprio dire che, beh, era davvero attraente.

Com'era attraente la sensazione di tornare a stuzzicarlo e provocarlo. D'altronde aveva quattro anni da recuperare.

Il loro rapporto era sempre stato un rapporto a senso unico: il suo.
Avevano cominciato a trovarsi nella stessa classe all'età di 12 anni.

Era irresistibile per lui, un piccolo tenero bambino, tanto dolce quanto innocente,piaceva a tutti, bravo a scuola e  per lui era, già a quell'età , una tentazione.
Viziato, ricco e abituato ad essere al centro dell'attenzione non voleva che qualcuno gli rubasse la scena, per cui aveva deciso di farlo diventare il suo passatempo.

E così fu per tutti gli anni delle scuole superiori, lui a dominare sempre sull'altro.

Finché....non cambiò tutto con quello scherzo.

Ecco perché decise di entrare al club di nuoto.

In realtà aveva sempre evitato i club per le troppe responsabilità che poi avrebbe avuto, ma per lui, avrebbe sicuramente fatto un eccezione.

Ghignò ancora di più  ripensando alla faccia che aveva fatto vedendolo.
Come se avesse visto un fantasma tornare dall'aldilà.
Quanto godette nel vedere ancora quello sguardo smarrito, quello stupore nei suoi occhi.
Si era sentito sempre con quella certa influenza su di lui, anche se quel suo tentativo di ribellione lo stupí e lo lasciò sorpreso in maniera positiva.

Alla fine il bruno gli era mancato.
Ma non poteva farci assolutamente nulla, il suo era un impulso  forte che lo costringeva a stuzzicarlo sempre .
Quel giorno lontano, quando non rivide più Thale, ammettè di aver esagerato.
Ma era solo uno scherzo e non pensava ad una reazione del genere da parte dell'altro.

Si rese conto rivendendolo però, che non era più quel ragazzino insicuro totalmente sotto il suo controllo.

E quel cambiamento in Thale lo rese euforico.
Amava le sfide e chi sapeva tenergli testa.
Inoltre lui aveva capito perfettamente una cosa: era cambiato si, ma la sua influenza sul Bruno non era del tutto passata.
E lui voleva farlo cedere.
Aveva anche capito che quel suo impulso di volerlo sempre sottomettere , nascondeva certamente qualcosa.

UnderLoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora