SeVeNtEeN

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Il suo corpo era cullato totalmente dalla presenza di quella massa blu attorno.

Era nel suo rifugio, dopo quel periodo non poteva farne a meno.
Troppe le emozioni che provava.
Troppi i sentimenti contrastanti dentro di lui.

Le gambe toccavano il fondo della vasca, era completamente immerso nel suo elemento.
Il silenzio attorno a lui, rotto solo dalla musica nelle sue orecchie grazie alle cuffie impermeabili che si era messo.

Aveva bisogno di entrambe le sue ancore di salvezza.
L'acqua e la musica.
Anche se era stanco dopo gli allenamenti, anche se sentiva la sua pelle e le sue labbra un po' raggrinzinte, non aveva intenzione di uscire.

Thale aveva bisogno di quel momento suo, le braccia lasciate completamente andare ed i occhi tenuti chiusi. Ogni tanto qualche bolla di ossigeno si faceva vedere, usciva dal naso per andare su verso la superficie.

Si era appena immerso, la giornata era stata pesante come la settimana del resto.
Si sentiva tra l'incudine ed il martello.
Tra la sua mente ed il suo cuore.

Da un lato P'Song , dolce , affidabile bellissimo, intelligente e carismatico, si trovava benissimo con lui.
E' vero si sentiva a disagio ed un po' in soggezione quando stava accanto a lui ma non poteva fare a meno di pensare che se avesse scelto lui, tutto sarebbe stato, migliore? Forse?
Il più grande si era esposto e gli aveva confidato i suoi sentimenti lasciandolo libero di decidere. La gara inoltre era passata e lui non si era fatto sentire ,nemmeno dopo quella sera, salvo per dirgli che stava bene e non gli aveva dato una risposta. Niente.

Dall'altro Jos, il suo più grande dilemma.
La sua spina nel fianco ed il suo amore più grande, racchiusi nella stessa persona a dargli il tormento per anni.
Aveva fatto  casino,lo aveva evitato,trattato male,avevano litigato,lui si era ribellato, era scomparso e Thale si era arrabbiato, infine se l'era ritrovato davanti, di nuovo sulla sua strada, abbattendo di nuovo le sue difese.

In quel dolce bacio aveva riposto la sua confessione.
Ma lo aveva fatto per la gelosia di un bambino a cui avevano rubato un gioco, o per un sentimento più profondo e sincero?

Era quello che fa faceva impazzire il Bruno.
Il suo cervello ormai era in pappa e temeva di non riprendersi più.
Sentiva che anche il suo cuore fosse in dubbio,alla ricerca di una risposta.

Mosse le braccia, tornò in superficie, prese di nuovo un bel respiro  e rimase a filo dell'acqua con la testa completamente sotto .
Poteva vedere le sue gambe ed i suoi piedi.
Mettendosi così gli sembrava di essere nel cielo e di poter volare.
Però all'esterno ,chi lo vedeva poteva solo pensare ad un cosa: un corpo annegato.

Ecco perché l'urto di qualcosa buttato in acqua fece sobbalzare il bruno dai suoi pensieri, e nel giro di qualche secondo si sentì avvolto da due braccia e portato fuori da lì.

Riprese un po' il respiro , sentendosi trascinato via verso il bordo vasca.
I capelli davanti agli occhi gli impedivano di vedere chi fosse.
Cerco di muoversi ma quelle braccia lo tenevano saldo a sé e l'unica cosa che poté sentire era il calore di quel corpo a contatto con il suo che gli fece salire in brivido.

Non stava capendo nulla, la persona che lo aveva soccorso lo sbatté contro il muro della vasca, e Thale notò che poteva toccare il fondo perché era stato portato nella parte bassa della piscina.

Si strofinò gli occhi con le mani togliendo i capelli da davanti sentendo un po' di bruciore per il cloro trovandosi faccia a faccia con lui.
Quelle ciocche una volta bionde, erano tutte bagnate e spettinate sul viso, la camicia bianca della divisa era bagnata  e appiccicata addosso assieme al resto degli indumenti, segno che si fosse lanciato in acqua perché credeva che lui stesse annegando o cose simili.
Se non fosse stato per quei occhi inconfondibili e per i tatuaggi resi visibili, avrebbe pensato di essere davanti ad una persona differente. Per la seconda volta.

Vedeva la bocca di Jos muoversi e l'espressione del viso preoccupata ed arrabbiata.
Si tolse quindi una cuffia da un orecchio perché la musica era talmente alta da non sentirlo

<...azzo!!!CHE DIAVOLO TI È SALTATO IN MENTE! EPPURE SAI NUOTARE! THALE CHE CAZZO, PARLAMI STAI BENE ?!>

Jos aveva il cuore in gola.
Aveva visto che come al solito stava tardando dall'uscire dalla piscina ed era andato da lui.
Doveva insistere e parlargli.
Fargli capire i suoi sentimenti e cercare di rimediare a tutto.
Ciò che aveva detto e fatto il giorno prima non bastava. Lo sapeva.
Invece si trovò la piscina vuota, lo cercò ovunque quando , guardando dentro la vasca vide il suo corpo galleggiare sulla superficie dell'acqua immobile.

Senza pensare si gettò.
Avrebbe potuto prendergli un infarto,non pensò a nulla salvo che a portarlo subito via da lì.
Ma si accorse che era vivo dal suo dimenarsi.
Era furioso.
Che cazzo gli era preso.
Ora si trovava di fronte a lui con le mani a stringergli le spalle,mentre lo guardava fisso negli occhi aspettandosi una risposta, giustificazione, spiegazione, qualsiasi cosa.
E soprattutto sapere se stesse bene o meno.

Thale di tutta risposta sgranò gli occhi ed ascoltò la ramanzina di Jos.
Era davvero arrabbiato, lo capiva dal modo in cui stringeva le sue spalle e da quei occhi stretti quasi a fessure guardarlo.
Sembravano quasi del suo stesso colore, come sei il cioccolato fondente contenuto dentro fosse diventato cioccolato amaro al 99%, a causa della pupilla nera estremamente dilatata

Avrebbe voluto rimanere serio ma non ci riusciva.
Si morse le labbra, all'inizio cercando di tratterebbe quella che era una fragorosa risata.
Inutile dire che non riuscì nell'intento.

Gli scoppió a ridere in faccia come mai prima.
Non ce la fece più, solo il vederlo così era esilarante.
Jos che si preoccupava e si arrabbiava così, si, era dallo schiattare dalle risate.
Sembrava quasi che gl'importasse.

<Io...AHAHAHAHAHAH....non stavo annegando... AHAHAHAHAHAHAH>

Aveva addirittura mal di pancia a furia di ridere.

Jos s'incazzo così tanto che spostò le mani dalle spalle del bruno,  sbattendole sulle piastrelle del bordo piscina esattamente ai lati della testa di Thale.

<TU! SEI UN CRETINO! >

Urlò con tutto se stesso guardandolo furioso, lasciando sfuggire via dalle labbra un grosso sospiro.
Stava bene e questo era l'importante.
Ma era davvero un coglione e appena ripresosi non gli avrebbe perdonato sicuramente l'avergli riso in faccia.
Portò il viso vicino al suo,posando poi la fronte sulla sua spalla.
Come se fosse sollevato.
Si era davvero impaurito.
Aveva davvero avuto paura che gli fosse successo qualcosa di grave.
Rimase lì cercando di fare smettere quel battito assordante del cuore che gli rimbombava nelle orecchie chiudendo gli occhi per una frazione di secondo tentando di riprendersi.

<Hey... Jos...>

Thale rimase stupito.
Allora si era preoccupato davvero di lui e della sua incolumità.
Si capiva dai suoi gesti e da come le braccia tremavano nervose.
Sentiva il respiro del biondo su di sé,e non poté fare altro che sentirti accaldato.
Lo stesso calore che aveva provato prima in acqua tra le sue braccia.

Possibile che anche solo la tua vicinanza mi faccia sentire così?

Udì un sospiro più profondo provenire da Jos.
Sembrava stesse cercando di calmarsi, quindi Thale cercò di rassicurarlo

<ehm...sto bene... io... quando ho bisogno di riflettere faccio così, stare sott'acqua mi calma i nervi...sto bene davvero...>

Jos rialzò il capo lentamente alle parole del bruno e lo guardó negli occhi con un espressione sollevata.
Gli sorrise appena e gli disse

<Io... Sono contento che tu stia bene...scusami...>

Thale lo fissò, incatenando lo sguardo al suo.
Era bellissimo in quel momento.
Quei fili rosso scuro , a cui doveva ancora abituarsi, gli ricadevano sul viso e sugli occhi, le labbra bagnate e quindi lucide, la camicia bianca tutta appiccicata addosso, e quello sguardo dolce ed impacciato nel dire quelle parole e soprattutto nel dire, scusami.

In quel momento Thale rimase incantato.
Sembrava che quegli occhi volessero fargli capire molte cose, si sentiva come se quelle parole pronunciate il giorno prima da Jos, fossero vere.

Dammi un altra possibilità, non voglio perderti Thale...

Il suo cuore avrebbe voluto credere in Jos sempre, ma la sua mente non era d'accordo. Forse,non avrebbe dovuto cercare conferme nelle sue parole, ma nei fatti e nelle azioni.
Il suo intuito glielo aveva sempre detto, ma lui, per paura di sbagliare, lo aveva sempre messo in dubbio.

Decise quindi di staccare il cervello.
Agì D'impulso, con un movimento lento senza staccare lo sguardo dal suo, gli prese il colletto della camicia avvicinandolo a lui, gli occhi si spostarono sulle sue labbra, quelle labbra che bramava da tempo, e lo baciò, portando l'altra mano a sfiorargli dolcemente il collo.

Non ci furono né se e ne ma.

Poggiò le sue labbra su quelle di Jos, sentendo finalmente quella sensazione scorregli lungo la schiena che aveva sentito quattro anni prima, per quel bacio dato così ed il giorno prima in quel dolce tocco.
Era una scarica elettrica, come se tutto fosse già scritto.

Jos rimase Immobile,non si aspettava ciò.
Ma ci volle pochissimo a farlo riprendere e si perse di nuovo in quella morbidezza.

Si abbandonò del tutto a quel sentimento, quell'attrazione, quella voglia , che finalmente sentì sua.
Azzerò del tutto la distanza dei loro corpi facendoli aderire insieme, schiacciando Thale tra lui ed il bordo piscina.
Una mano andò dietro il collo del bruno e l'altra si andò and incastrare in mezzo ai capelli.
Schiuse le labbra contro quelle di Thale, iniziando a stuzzicare con la lingua la sua bella bocca carnosa, mordicchiando un po' chiedendo un'accesso più profondo.

Il bruno non sapeva cosa stava facendo,ne cos'avrebbe dovuto fare, non razionalmente per lo meno, e si lasciò guidare .
Schiuse a sua volta le labbra lasciando libero accesso a Jos, sentendo la lingua cercare e trovare la sua.
Si immersersero in una dolce e sensuale danza, in cui si persero totalmente l'uno nell'altro.
Erano ingordi delle loro stesse labbra, le muovevano, succhiavano e tiravano a sé, soffocando gemiti che ogni tanto si udivano.
I loro respiri si univano fino a crearne uno solo ed entrambi potevano sentire il calore dell'altro aumentare sempre di più.

Le mani di entrambi cominciarono a spostarsi, quelle del bruno lentamente lungo le braccia di Jos, scorrendo sul tessuto bagnato fino a  toccare il petto del biondo e continuare fino all'addome, fermandosi un attimo stringendo la camicia, mentre Jos, più fortunato, poteva passare le dita sulla pelle del bruno.

Toccò le spalle, i bicipiti, il petto, l'addome che, seppur muscoloso sembrava morbido ed invitante tanto che ci avrebbe affondato i denti dentro e lo avrebbe divorato di baci.

Era inebriato dal piacere, avere quelle labbra, poter finalmente farle sue, sfiorare quella pelle e sentire i leggeri sospiri e gemiti sommessi del bruno, gli stavano facendo perdere totalmente il controllo.
Thale aveva completamente deposto le armi, si sentiva caldo, preso, completamente e totalmente in balia dei tocchi e dei baci di Jos.
Il cuore avrebbe potuto uscire dal petto e volare via leggero.

Quante volte aveva desiderato tutto quello?
Si stava sciogliendo, talmente tanto che avrebbe potuto diventare come l'acqua attorno a lui.
Jos si staccò dalle sue labbra, prendendo a baciargli piano ed in maniera lenta e sensuale la guancia, la mascella, fino ad arrivare all'incavo del collo, dove s'impossessò di un piccolo lembo di pelle.
Lo leccó piano, lo mordicchió un po' senza lasciare segni,sentendo la pelle del bruno cambiare al tatto diventando d'oca.
Sorrise soddisfatto a fior di pelle, nel sentire enormi sospiri uscire dalle labbra del bruno avendo la prova che stesse godendo di  ciò. Come lui del resto.

Sentì qualcosa dentro i pantaloni rispondere a tutto quel sollecitare ed il suo raziocinio fece capolino.
Doveva riprendere il controllo su di sé o avrebbe davvero preso la testa e fatto qualcosa che era troppo presto fare.

Si scostò dal suo collo, prendendogli con entrambe le mani il viso, facendo poggiare le loro fronti assieme.
I loro respiri e sospiri si vennero incontro.
Thale aveva gli occhi chiusi, non aveva il coraggioso di aprirli, terrorizzato che se lo avesse fatto tutto gli sarebbe sfuggito di mano.
Jos gli toccò le labbra con il pollice, cercando di resistere a quella che per lui era una visione.
Quelle belle labbra rosse e gonfie per il contatto approfondito, le guance arrossate, mezzo nudo e bagnato con quella pelle che sembrava brillare alla luce artificiale della piscina e quei capelli sul viso.
Lo avrebbe divorato.
Con enorme sforzo con un tono basso e leggermente rauco esortò il Bruno

<Thale... guardami...apri gli occhi...>

Thale si morse il labbro inferiore.
Aveva paura, paura che tutto potesse finire ed andare in frantumi come in passato.
Paura di affrontare la verità.

<...ti assicuro che se non apri gli occhi...non rispondo di me..te lo giuro Thale....>

Il tono era fermo, rauco e molto basso, stava parlando sopra quelle meravigliose labbra, che avrebbe voluto fare sue di nuovo seduta stante, e non solo quelle.
Thale decise di aprire gli occhi scontrandosi con due iridi dilatate ed uno sguardo carico di desiderio.
Sentiva il respiro venir meno e un problema nei paesi bassi farsi ancora più vivido.

<Mi hai ascoltato.... peccato...>

Disse Jos ghignando verso di lui.
Era meglio riprendere il controllo della situazione.
Accarezzó la guancia del bruno con la mano, sfiorandola dolcemente cercando di concentrarsi ed allontanare quel desiderio e quella voglia crescente che aveva.

< che dici..andiamo a casa...? Prima che le cose ... degenerino...?!>

Il bruno si crogioló in quel gesto così dolce.
Gli sembrava di sognare e forse si sarebbe dovuto dare un pizzicotto per riprendersi dalla cosa, ma annuì verso Jos, consapevole di dover riprendere il controllo di se.
Anche se ormai la pazzia dentro di lui regnava sovrana ed il senno lo aveva perso tempo fa.

Così uscirono tutti e due dalla piscina andandosi a cambiare.
Thale si sentì in imbarazzo mettendoci in pochino di più ad uscire. Jos era vestito con i pantaloni lunghi, ma lui...aveva solo il costume e non lasciava nulla all'immaginazione.
Jos rise, andando avanti voltandosi così da non mettere ancora di più in imbarazzo il bruno.
In realtà aveva già visto, l'acqua era pur sempre trasparente.
Si morse il labbro al pensiero, scuotendo il capo per fare uscire da lì i suoi impuri pensieri.

Camminarono verso gli spogliatoi, l'uno vicino all'altro, non dirono una parola, ma il biondo fece un gesto inaspettato. L'ennesimo.
Prese per mano Thale, intrecciando le dita con le sue camminando accanto a lui.

Perfavore, se questo e' un sogno non svegliatemi. Mai

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