ThIrTy

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Le gambe non gli rispondevano come dovevano, barcollava e la testa girava.
Aveva voglia di vomitare, sentiva caldo, insomma, si sentiva uno schifo.
L'euforia del momento aveva lasciato posto solo alla delusione ed al dispiacere.
Sì sentiva ferito ed era pure ubriaco marcio.

Perché maledizione? Perché?!

Si fece spazio, corse verso una direzione, non sapeva nemmeno quale, mentre spingeva e scansava le persone.
L'importante è che fosse scappato lontano da lì.

Che Lin avesse una cotta per Jos, Thale lo aveva capito, ma non capiva perché non si fosse tolto prima.
Era stato troppo tempo. Troppo.
La gelosia aveva preso completamente il sopravvento e le sue paure pure.
Paura di non essere accettato, di essere un gioco o un passatempo, o di non piacere seriamente al rosso perché interessato alle ragazze.
Magari era irragionevole, ma le labbra del ragazzo che amava, perché si, il sentimento lo si poteva solo chiamare così dopo tutti quegli anni passati a morirci dietro, unite a quelle di una persona che non fosse lui gli aveva lacerato il cuore.

Le lacrime continuarono a scendere copiose, gli occhi erano ormai rossi e un po' gonfi, perché ad ogni goccia che scendeva , Thale ci passava la mano per toglierla e cercare di asciugarsi il viso.
Odiava piangere in pubblico e non voleva che nessuno vedesse, ma in quelle condizioni era impossibile.

A furia di camminare senza una meta precisa si ritrovò all'esterno del locale nella parte nord, dove le persone andavano fuori a fumare ed a scambiare due chiacchiere.
Anche se aveva gli occhi addosso non ci fece caso, non gli importava di nessuno e di niente in quel momento.
Anzi fu felice di aver trovato l'esterno ed andò verso un punto un po' più isolato a poggiarsi contro il muro.
Aveva bisogno d'aria.
Aveva un caldo tremendo e la testa non voleva smettere di girare dandogli quel senso di vuoto.
Sì sentiva come ovattato, persino le voci sembravano distanti.
Gli occhi, sia per il continuo piangere che per lo stato di ebbrezza, erano pesanti.
Avrebbe voluto crollate proprio lì.

Sì passò una mano dentro i capelli portandoli indietro, era tutto sudato, mentre con l'altra si sbottonò di più la camicia quasi arrivando all'altezza dello sterno.
La gente attorno continuava a fissarlo, chi con sguardo lascivo, chi lo guardava come se fosse un pazzo e chi con pena.
Ma non gli fregava in cazzo.
La sua pelle normalmente bianca era rossa comprese le guance.
Cercava di respirare tra un singhiozzo e l'altro, finché non si sentì improvvisamente stanco e smise.

Il problema era che non se la sentiva più di stare in piedi..

Maledizione....

Pensò, andando a tastare i suoi pantaloni in cerca del cellulare, lo trovò, voleva chiamare almeno in taxi e tornare a casa, anche se non sapeva come sarebbe arrivato all'uscita del locale.
Imprecò diverse volte con un tono alto , borbottando anche cose insensate.

La mano che racchiudeva il telefono tremava un pochino, così che l'apparecchio cadde a terra vicino a lui.
Imprecò di nuovo, chinandosi in avanti per prenderlo quando un capogiro molto forte lo colse di sorpresa facendogli perdere l'equilibrio e chiudere gli occhi.
Sarebbe caduto e si sarebbe fatto malissimo alla testa se non fosse che nulla di ciò accadde.
Delle braccia forti ed una vampata di profumo dalle note aspre, lo accolse.

E poi, il buio.

★★★★★★

Song sbatté il corpo di Chan contro la parete.
Ormai non c'era più ragione nei suoi movimenti e nei suoi gesti.
Solo puro istinto e passione.
Le due figure erano sempre all'esterno del locale, ma in una parte più appartata.

La sua mano si infilava sotto la maglia di Chan, vogliosa ed  impertinente.
Non riusciva a fermarsi, voleva sempre di più e  con il corpo contro quello del più giovane, lo sovrastava, lo voleva, lo toccava e voleva sentirlo sempre di più.

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