TeN

521 48 21
                                    

Jos era lì davanti a lui.
Dopo quella giornata in infermeria si era sentito un cretino.

Come pensava, era difficile che il Bruno cambiasse idea nei suoi confronti.
Aveva perfettamente ragione ,in passato lo aveva considerato come un giocattolo, il suo giocattolo.
Lo aveva trattato come tale,lo aveva ferito di proposito e lo aveva preso in giro.

Ma non era stato sempre così.
Avevano anche condiviso momenti sereni, di amicizia vera, quando erano lontani da occhi indiscreti.
Perché in pubblico doveva mantenere la sua faccia da stronzo.
E pian piano dentro di lui , era cresciuto un sentimento di gelosia e possesso.
Solo lui poteva avere Thale, Thale era suo.

Perché Thale era l'unico che lo guardava con occhi diversi.

Quel tempo passato lontano l'uno dall'altro lo aveva fatto maturare un po' sotto questo aspetto.
Thale era una persona, non un oggetto da possedere.
Eppure rivederlo  aveva riacceso la speranza di cambiare le cose tra di loro e cedere a lui ancora una volta.
Decise quindi di stargli lontano, per quanto fosse possibile, dopo il loro ultimo incontro in infermeria.

Le parole di Thale gli erano entrate dentro, ed era vero, lui era cambiato.
Si prese del tempo per osservarlo da lontano,  vedendo che la cosa era reciproca, ma non poteva comunque sopportare la vicinanza degli altri.
Soprattutto di Chan.
E li al ristorante la sua gelosia, perché quella era, prese definitivamente il sopravvento.

Ecco perché era lì.
Ecco perché era in quel bagno vicino a lui, dopo essersi alzato dal tavolo e averlo raggiunto.

< Torni al tavolo a tubare con Chan?>

Il tono era duro,piatto, secco.
E la stretta sulla spalla di Thale si fece di conseguenza più forte

< Jos, cosa vuoi?>

< Voglio che la smetti>

< Che smetto di fare che cosa?! CHE COSA?>

Thale urlò , spostandosi di fronte a lui.
Di nuovo, erano l'uno contro l'altro.
Di nuovo faccia a faccia.
Jos spinse Thale contro le fredde piastrelle del muro  con entrambe le mani sulle sue spalle.

Thale chiuse un secondo gli occhi per l'urto, cercando di divincolarsi, ma Jos glielo impedì.
Si guardarono negli occhi per due interminabili minuti.
Jos era attratto da Thale , ormai lo sapeva .
Le sue labbra, quel suo viso innocente, con quelle guance rosee e gli occhi lucidi , risaltava ancora di più.
Si passò la lingua fra le labbra e inghiottì la saliva.
Le aveva assaggiate solo una volta ma non poteva contarla quella.
Non voleva contarla.
E le stava desiderando tanto in quel momento.

Thale rimase  intrappolato in quello sguardo.
Quel caldo cioccolato fondente s'impadronì di lui, quella presa forte sulle sue spalle e quel viso così dannatamente bello lo lasciò senza fiato.
Si dimenticò di ciò che voleva sapere, di ciò che voleva dire e ricadde di nuovo in quel vortice di emozioni.
Sentì una vampata di calore venire su e fermarsi sulle sue guance, che sapeva fossero viola ormai , e le sue iridi scorsero dai occhi del biondo alle sue labbra.

Se  Jos aveva il desiderio di fare sue le labbra di Thale, Thale aveva solo voglia di morire sulle labbra di Jos e di poter risentire quel tocco passato, e magari di più.

< ...mi chiedi cosa voglio che tu smetta di fare....quando lo sai....>

Jos soffiò  sulle labbra del Bruno, erano così vicini che solo lo spessore di un dito li separava.

< Io non-....non lo s..so...>

Balbettò Thale.
Era vero, non sapeva, o meglio non era sicuro se ciò che aveva intuito fosse vero.
Era ubriaco, ma ubriaco della voce di Jos, così vicina, ubriaco del suo profumo e stavolta stava davvero cedendo.
In quel momento tutto di lui , il suo cuore, la sua mente,la sua anima erano pronte a bruciare all'inferno se avessero dovuto.

UnderLoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora