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Incantato a guardare un punto fisso oltre il finestrino del bus, mezzo addormentato, poggiò la fronte su di esso.



Non capiva perché quella notte avesse sognato quell'episodio accaduto tempo addietro.



Credeva di averlo già superato, ormai erano passati 4 anni da allora, era all'undicesimo grado ed aveva poi cambiato scuola.



Con estrema fatica aveva convinto i suoi genitori, trovando le scuse più assurde, ma alla fine ce la fece.



Era molto bravo a persuadere le persone, soprattutto i suoi genitori.



Ripensò a ciò sentendosi un po' un cretino, ma il nervosismo causato da quella maledetta faccia da schiaffi prendeva possesso di lui anche solo per averla vista nei suoi sogni.



Sbadigliò sonoramente e con una mano sistemò bene le cuffie alle orecchie, preparandosi a scendere.



Sentiva lo stomaco brontolare ,ma era una cosa decisamente normale, mangiava praticamente sempre ed anche se la colazione era stata super abbondante, beh, aveva di nuovo fame.



Si fece spazio tra le persone con educazione e si andò verso la porta d'uscita, continuando a sbadigliare ed a canticchiare, battendo le dita sullo scorrimano.



Amava la musica più di ogni altra cosa, l'aveva aiutato in molte occasioni a distrarsi, consolarsi, divertirsi e concentrarsi prima di ogni gara di nuoto.


Eh già, un'altra delle sue passioni, oltre al cibo: l'acqua.



Proprio come ricordava il suo nome, Thale, che significava mare, effettivamente amava il mare, l'oceano, la piscina o qualsiasi luogo avesse a che fare con una meravigliosa distesa umida e blu.



Con un balzo e scese dal bus cominciando a camminare per il viale che portava all'università. Era al secondo anno della facoltà di Legge.


Si, Legge.



Odiava i soprusi, la violenza e le ingiustizie. Ne aveva vissute molte quand'era più piccolo per cui aveva deciso di cucire un futuro sopra questo suo modo di essere.


Era troppo sensibile ed impulsivo, non sopportava di vedere o sentire cose ingiuste e quindi interveniva a suo rischio e pericolo.



I suoi passi continuarono tranquilli quando poco più avanti vide una chioma castano chiaro conosciuta. Le labbra carnose si piegarono in un ghigno famelico perché per lui, quella persona, voleva dire solo una cosa: cibo.



Prese a correre veloce, pochi balzi e raggiunse la piccola ed esile figura della sua migliore amica, solleticandole d'improvviso i fianchi per farla saltare.



<SUNNNNNNNNNYYYYY!!!!!!!>



Sorrise verso la ragazza, che con occhi sbarrati lo guardava, prima con spavento e poi con severità.



<Thale!!!! La vuoi smettere?! Un giorno sicuramente finisco a terra infartata a causa tua!!! >



Disse portando entrambe le braccia conserte al petto e sbattendo un piede a terra.


Il ragazzo sorrise portando le mani a forma di ciotola verso la ragazza, senza dire una parola, ma facendo la faccia più finta sofferente che potesse, sapendo che lei avrebbe sicuramente capito ciò che voleva.


Gli occhi di Sunee, così si chiamava la fanciulla, passarono dalle mani del giovane al sorriso a 32 denti del medesimo. Scosse la testa sospirando, tirandosi così in avanti lo zaino ed andando a cercare dentro una delle tasche, estraendo poi un pacchetto di patatine.



<Un giorno diventerai un ciccione obeso, ed io ne godrò perché il tuo bel visino da oppa coreano diventerà peggio di una luna piena di crateri! Ne sono certa!>



Esclamò mettendo il sacchetto nelle mani del giovane che non perse tempo ad aprirlo, cominciando a mangiare e masticare le sue adorate patatine.



<Chomp-chomp ...mmh che buone!>



Si lasciò sfuggire un lamento felice, sentendo il suo stomaco rilassandosi all'instante, il cibo era come una droga e quelle erano le sue patatine preferite per giunta.



<Il bello è che mi fai la ramanzina, ma dentro il tuo zaino c'è sempre un pacchetto delle mie preferite ad aspettarmi.>



Disse guardandola con un'espressione da "ho sempre ragione" .Lei semplicemente non disse ne si ne no, si girò stizzita e prese a camminare davanti a lui esclamando:



<Muoviti sottospecie di sacco senza fondo o faremo tardi!>



Lanciò un veloce sguardo all'orologio al polso, la raggiunse e la prese sotto braccio, entrando ufficialmente in facoltà.



<SIGNOR SI SIGNORA!>



Urlò mimando il gesto di un cadetto davanti al suo generale ridendo come uno scemo, facendo ridere pure Ai'Sunee.



Ingurgitò tutte le patatine in tempo zero tra una chiacchiera e l'altra, piano piano si trovarono d'avanti l'aula, quella mattina avevano 4 ore di lezione e poi pomeriggio libero, o meglio: libero per Sunee. Lui avrebbe avuto gli allenamenti di nuoto, ma sicuramente l'amica sarebbe andata in biblioteca con una sua amica a studiare e fare i compiti. Poi si sarebbero visti all'uscita.



Giunsero in aula, si sedettero e la lezione cominciò senza se e senza ma.



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