Capitolo 2. Absolute beginners

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...Lui.

Non mi sarei mai e poi mai aspettata di incontrarlo, né ora né così, mentre giro apparentemente senza meta tra gli uffici della Marvel Studios, ma l'uomo di fronte a me è davvero Robert Downey Junior.

Di certo non l'uomo della mia vita, ma di sicuro una persona carismatica e affascinante che ha avuto un importante ruolo motivazionale nella mia vita.

Io ero una di quelle teenagers che possiedono tutti i fumetti di Iron Man, e la sua presenza di fronte a me ora rende il tutto ancora più surreale, davvero fantascientifico.

E' più alto di quello che mi aspettavo, supero di poco le sue spalle con la mia testa, rossa come probabilmente le mie guance in questo momento.

Ma comunque mi riprendo dopo lo shock iniziale, e con la gola secca, mi inumidisco le labbra prima di ingegnarmi con qualcosa di sensato da dire - "Mi scusi signore... Io, mi scusi, stavo solo, è che mi sono..." -.

Robert, con un sorriso per lo più tenero ma leggermente malizioso, abbassa gli occhiali sul naso prima di terminare la mia frase - "Persa? Lo vedo, non ti preoccupare"-, terminando con una risatina velatamente ironica e presupponente.

Anche se onestamente non so cosa darei per poterlo sentire ridere di fronte a me per tutto il giorno, con il suo odore di tabacco, e i suoi occhi color nocciola intenso su di me...

Cerco di riprendermi ancora una volta - "Stavo cercando l'uscita, comunque ehm, volevo dirle che adoro tutti i suoi film, è un onore per me vederla"-.

Robert mi allunga la mano sorridente, e io ricambio la stretta con poca convinzione e piena d'imbarazzo, mentre lui sembra determinato a continuare il nostro contatto visivo, e sembra essere proprio cortese con me - "Ti prego dammi del tu, comunque vuoi un autografo? Una foto? O ti indico solo l'uscita?" -.

- "Mi piacerebbe un autografo, e poi sì, se mi dicesse... dicessi dove devo andare per i parcheggi, per favore" -, pronuncio le ultime parole con voce calante, profondamente imbarazzata e sorpresa da quanto sembri interessato a continuare la conversazione...

- "Certo, ecco a te, per i parcheggi devi solo continuare per il corridoio, poi a destra, e lì c'è l'ascensore, poi dovresti farcela" - finisce riposizionando le lenti sul suo volto.

Io rispondo con poca convinzione e un sorriso a trentasei denti, forse eccessivo - "Sì sì certo, grazie mille, è incredibile per me incontrarti, davvero è indescrivibile" -.

Lui sembra essere deliziato quanto me, ed inaspettatamente, mi risponde ridendo, - "Figurati, adoro passare del tempo con qualcuno che ancora mi apprezzi" -.

Detto questo, molto alla Tony Stark, abbassa gli occhiali con lenti viola ancora una volta, mi fa l'occhiolino e si allontana da me sorpassandomi con passo deciso.

Mi sto ancora squagliando, tra imbarazzo e sudore... ed incomincio a fantasticare sulla possibilità che essendo Downey agli studios, ci potrebbero essere anche anche Chris Evans e... sto esagerando,  anzi è meglio se esco da questo paradiso terrestre prima di fare altre figuracce.                                                

Una volta a casa mi cambio i vestiti con qualcosa di comodo, preparo una cena veloce, una birra, e mi metto a guardare per la centesima volta gli Avengers, in preda a uno stato perenne di trance.

Verso l'una e mezza di notte mi alzo dal divano, e prima di salire di sopra mi affaccio alla grande parete di cristallo che dalla mia cucina dà proprio sulla spiaggia, buia, con solo il chiarore della luna ad illuminare l'acqua luccicante, con i suoi movimenti lenti e le sue onde silenziose.

Decido di aprire la finestra e una volta attraversate le travi in legno che fanno da portico, scendo di qualche scalino, e praticamente infilo i piedi in acqua, vista l'alta marea.

L'acqua è gelata, e mi provoca dei brividi ovunque, ma tra l'aria fresca, e l'acqua gelida del Pacifico, il complesso è davvero un'esperienza rigenerante.

L'indomani, appena mi sveglio, ripenso all'incontro del giorno precedente... chissà se si ricorderà di me (non penso proprio), non voglio neanche immaginare che faccia avrò avuto, sarò stata porpora in viso...

Chissà se anche gli altri "vendicatori" erano lì... non oso immaginare...

Durante la mattinata mi esercito nella mia palestra in casa, chiamo mia madre per dirle com'è andato il colloquio, prendo un appuntamento da un parrucchiere, e sento due mie amiche per pranzare insieme in un ristorante a Rodeo Drive.

Una volta concluso il pranzo con Emma e Adia, due mie care amiche con le quali avevo studiato all'UCLA e con le quali tutt'ora condivido la mia passione per il cinema. Sono proprio loro le mie prime critiche per ogni lavoro.

Finora ho diretto solo due film, sono stata produttrice di un terzo film e una miniserie per Netflix. Diciamo quindi che non sono Quentin Tarantino, anche se non penso di essere poi così negata ecco, amo il mio lavoro, e lo svolgo al meglio.

Emma e Adia sono entrambe fidanzate, al contrario mio, quindi passiamo le ore a fare shopping tra negozi di lusso e racconti di aneddoti sulla loro vita con i loro fidanzati.

Il pomeriggio passa in fretta, e con le guance doloranti dalle risate, verso le sei di sera accompagno entrambe a casa in macchina, e poi torno a casuccia, dove mi aspetta solo il mio amato computer e le mie idee per nuovi film.

Controllo la posta come per routine e...

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora