Capitolo 29. Wonder

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Una volta arrivato a Boston, Robert insiste per venirmi a prendere in macchina.

In fondo siamo nel cuore della notte, e anche se guidasse lui non penso qualcuno lo noterebbe.

Per questo dopo averci ragionato su, acconsento e preparo le mie poche valigie.

Mentre al telefono lui mi invita a non fare niente se non stare comoda sul divano ad aspettarlo.

- "Appena arrivo ti aiuto con le valigie e poi partiamo"-

Lui, che con "aiuto" intende farmi i bagagli mentre mi obbliga a non muovermi dal divano.

E non mi sbaglio, infatti, quando gli apro la porta, da subito, con un confortevole e buffo sorriso...

Robert mi stinge a sé e con forza aggancia le sue braccia attorno alle mie spalle, in silenzio, e felice di vedermi.

Io, che esteriormente mi mostro solo discretamente gaia e grata, con un piccolo sorriso, con le labbra screpolate dalla brezza fredda e sferzante della sera, nascondo in realtà un enorme calore, che mi brucia dentro.

Un calore di felicità, un sentimento di famigliarità che probabilmente dovrei provare anche in presenza del mio ragazzo.

Ma ora, vorrei concentrarmi solo sul fatto che il mio migliore amico sia davvero qui.

Davvero a pochi centimetri da me, davvero impaziente di entrare in casa, e tornare a Los Angeles.

Salvandomi ancora una volta da una persona, forse sbagliata per me.

- "Come ti senti?"-

Le prime parole, che premurosamente mi sussurra all'orecchio, ancora tra le mie braccia.

- "Potrei stare meglio, ma fisicamente va tutto bene"-

Lui sposta il suo volto dai miei morbidi capelli.

E staccando il suo viso dal mio, incomincia a scrutarmi con occhi più duri e severi.

Le labbra serrate, e le guance non più tese in un profondo sorriso a trentasei denti.

- "Dimmi la verità, Imani, ormai lo so quando menti. E fare la timida stavolta non funzionerà, però prima entriamo, o mi congelerò"-

Io mortificata mi scosto da lui e le sue calde braccia, per fargli spazio e permettergli di entrare.

Lasciandolo osservare minuziosamente ogni dettaglio della casa.

Dai pavimenti, alle mensole, gli specchi, i tappeti, i faretti e i lunghi corridoi, che ora come mai, mi risultano parti di un infinito e complesso labirinto.

Facendomi sentire persa e senza forze, sola, e obbligata a inseguire una persona debole e molto problematica.

E anche l'amore che provo per lui, è perso, affievolito, debole, troppo per andare avanti.

Tanto che il mio attore preferito, nonché migliore amico, mi scuote, per risvegliarmi dai miei abissi.

- "Mi hai sentita? Ma sei sicura sia tutto okay?"-

Riesco a ritornare al presente, e rispondo con eccessiva freddezza.

- "Sto bene, anzi continuo a fare le valigie, se hai sete la cucina è in fondo a sinistra"-

Ho delle fitte alla testa, e un brivido mi percorre il collo, fino alla schiena.

È notte fonda, e sono stanca di tutto.

Assalita dal panico e dai brutti ricordi, mi lascio cadere sulla parete, poggiando il mio peso al muro.

Sospirando con forza nel vano tentativo di mantenere la calma e non far trapelare le mie paure e il panico.

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora