Capitolo 11. If loved why poor?

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Per quanto mi dolga doverlo dire, non mi fido affatto a lasciare Chris a casa da solo.

Soprattutto visto quello che solo poche ore di astinenza gli hanno provocato...

Sono ben consapevole del fatto che abbia bisogno di un aiuto serio e probabilmente anche dei suoi spazi.

Domani dovrò iniziare ad accennargli la cosa e soprattutto dovrò parlarne a Robert, che spero potrà essermi d'aiuto anche nel non far girare voci in giro riguardanti la sua dipendenza.

Lo contatterò domattina, ma per ora vorrei cercare di godermi questi ultimi momenti con Chris e vedere come finirà la serata, sperando egoisticamente di ritrovarci a casa mia, sotto le coperte (anche solo per essere sicura che stia bene).

- "Vuoi che dica all'autista di portarti a casa tua? Per me non c'è nessun problema se vuoi restare da me stanotte..."-

- "No tranquilla, ti ho già stressata troppo oggi, con tutte le mie scenate"- risponde in preda a una sensibilità inconsueta.

- "Smettila, non è colpa tua. Sì autista, può partire verso casa mia, grazie"- Il mio tono risulta eccessivamente autoritario, e mi mordo il labbro accennando poi un sorriso verso Evans.

I suoi occhi si fanno più lucidi e pensierosi, e mi appare impossibile penetrare nella sua mente e i suoi pensieri confusi.

Lui però decide di rompere il silenzio che si era creato tacitando i miei dubbi, esponendo la sua mente alla mercé della mia.

- "Imani...non so come farei se non ci fossi tu. Mi sento uno schifo per come continuo a trattarti, sono una merda. Mi fa male dirlo ma meriti qualcuno di migliore. Sì insomma...se a 39 anni sono messo così, è meglio se stai alla larga da me"-

La sua voce è profondamente dubbiosa e malinconica, mi fa sanguinare il cuore vedere tanta sofferenza e non poter fare nulla per poter fermare il suo dolore e le sue insicurezze.

Le sue parole non mi stupiscono, me le aspettavo in fondo... ma tento di usare dell'ironia per spronarlo.

-"Chris stai scherzando vero? Io ti ho fatto una promessa, che non potrò mai rompere e poi, e poi... io ti amo, non potrei mai trovare qualcuno di migliore"- Sento il mio volto piegarsi in un'acuta tristezza, trasmessa da Chris.

Mi avvicino al suo fianco e gli stringo le mani, obbligandolo a fissare il suo sguardo nel mio.

Lui sbraita viscerale e disgustato, come stupefatto. Cambiando totalmente l'aria triste che si faceva strada tra di noi solo qualche istante fa per esasperare l'astio che nasconde dentro di sé.

Rigettando tutte le sue emozioni su di me.

- "Stronzate, è solo pena la tua!"-

Vado oltre e cerco di rimanere comprensiva, dopotutto non posso aspettarmi risposte ed affermazioni totalmente sensate da una persona nel suo stato.

- "Chris non urlare... è stata una giornata lunghissima, ora cerca di riposarti mentre andiamo a casa, non sei in te..."-

- "Ah certo, secondo te allora sono un sociopatico del cazzo che si fa così tanta droga da non controllarsi neanche? Ah bene, perfetto...mi conosci proprio tanto allora. Cazzo, voglio scendere"-

Mi sale un groppo in gola, e non so più cosa dire...

- "Chris dai, per favore, rilassati..."- La mia voce trema sotto la sua, riducendosi a un flebile ma disperato sibilo.

Così la mia mente vaga nei meandri del mio passato... sempre a lui, sempre a mio padre...

Mi allontano di qualche centimetro, e chiudo gli occhi nella speranza di cancellare dalla mia vista quel tenebroso ricordo.

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora