Capitolo 39. Imani and Chris's theme

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Ancora tanto ha d'accadere.

Per quanto me ne dolga il cuore, la scena appena conclusasi, Aaron che sale in macchina e senza voltarsi imbocca lo stretto vialetto che separa casa mia dall'autostrada, la mia vita dal resto del mondo.

Un capitolo sembra essersi chiuso per sempre, e nel modo peggiore.

Non ho mai avuto intenzione di ferire nessuno, non quando io stessa sono ben consapevole del dolore medesimo.

Nonostante fossi stata elevata da Aaron a un temporaneo stato di benessere.

In grado di ovattarmi e scindermi dal dolore e dalla sofferenza che ancora mi pesavano sulle spalle.

Ho ferito lui tanto quanto me, un dannato circolo vizioso.

E il peggio è che io, o almeno una piccola ed anonima parte di me, l'ha sempre saputo.

Tanto quanto lui, e mi piange il cuore, ma come se non bastasse, una parte di me è ancora convinta che il bambino sia suo.

E ciò che è appena successo non aiuta di certo questa convinzione...

Mi dispiace Aaron, mi di spiace, sono una deludente protagonista.

Non meritavo questo dolore, e certamente non meritavo di ferire lui a talo modo.

Increscioso. Pessimo. Lesionante. Queste le parole con cui credo di riuscire al meglio a quantomeno accennare il mio comportamento e il mio conseguente stato mentale dovuto alle mie azioni.

Ho conosciuto una persona scontrosa e materialista, ne ho persa una matura, altruista e responsabile.

Siamo cresciuti e stati bene, insieme.

Ma è proprio qui, sull'uscio di casa mia, che mi accovaccio, nel vano tentativo di ricacciare profonde lacrime.

Insieme a lancinanti fitte che mi arrossano il viso e gli occhi, sigillati e stretti mentre nego la mia tristezza a me stessa.

Sono da sola, e posso ancora sobbalzare e singhiozzare nella mia perdita.

Ho bisogno di Chris.

Già mi mancano le sue braccia attorno a me, e il suo respiro sulle mie labbra.

Mi manca come l'aria.

Ma razionalmente parlando, ho fatto la cosa giusta a lasciar andare Aaron in silenzio.

Lasciarlo sfogare su qualcosa che lui ha capito fin da subito, anche se, onestamente parlando, avrei dovuto invece informarlo della mia gravidanza.

Avrei dovuto. Sì.

E anche di questo, mi rammarico fin nel profondo, non posso che dire altro, ma è la sola verità.

Tutto ciò che mi rimane del passato.

Rientro in casa, decisa finalmente a mettere insieme la mia vita -ancora una volta- e smettere di piangere così tanto.

Pulisco la cucina, la camera da letto, e il salone per distrarmi, non pesare, evadere dalla mia mente.

Ma alla fine, l'unica soluzione effettiva che trovo è la scrittura.

Il mio unico e saldo rifugio di essere umano, insieme alla spiaggia, la mia piccola spiaggia, la mia piccola ed inutile esistenza.

E caso vuole che la scrittura faccia anche parte del mio lavoro, recentemente trascurato per via delle premiazioni e tutti gli eventi che gli studi stanno organizzando in questo periodo, potremmo dire "morto" della produzione.

Ho del tempo per me, e per non pensare ancora ad Aaron, a Chris o Robert con la sua geniale idea di invitare Evans.

Ben cosciente del suo effetto su di me dal momento in cui sono letteralmente scappata da quest'ultimo...

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora