Capitolo 22. It's better this way

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...E...

Due uomini entrano spingendo Chris sulla porta, con violenza.

Io sono ancora a letto, tra le coperte, e con addosso solo il reggiseno e i pantaloni.

Rapidamente mi copro con le coperte, mentre noto che quei due sconosciuti si aggirano per la stanza spalancando porte con i piedi alla ricerca quasi disperata e maniacale di qualcosa.

Chris appena incominciano a perlustrare la camera gli urla qualcosa e tenta di fermarli, di distrarli ed allontanarli da me.

Mentre io, impotente come sempre e con poche forze, ragiono se sia meglio andare da Chris.

Appena incrocia il mio sguardo mi consiglia di chiudere la porta, e sperare non entrino qui.

Sono terrorizzata, e prego che non mi vedano o sentano.

Chiunque quegli uomini siano, voglio solo che prendano quello che vogliono e se ne vadano il più rapidamente possibile.

Non sembra andare come sperato, perché appena mi metto la prima maglia che trovo, ovvero quella di Chris.

E mi alzo per chiudere la porta in punta di piedi, due figure alte e vestite di nero aprono lentamente le porte.

Lasciandomi lì in piedi, di fronte a loro, tremante dal panico e senza parole.

Sono due uomini vestiti interamente di nero.

Uno è alto più o meno quanto Chris, mentre l'altro è leggermente più basso.

Uno dei due ha la barba, mentre l'altro ha solo una rasatura di qualche giorno fa, entrambi hanno capelli color nocciola scuro.

- "Sam che ne facciamo di questa?"-

- "Levi, non me ne frega un cazzo è solo una puttana, buttala fuori"-

- "A me non sembra... portiamola di là, io ho qualche idea"-

Indietreggio singhiozzando, e mi rannicchio in un angolo nel futile tentativo di allontanarmi da questi individui che puzzano di alcol e sudore.

Ma con le loro mani piene di tatuaggi e anelli argentati, uno dei due mi afferra per le braccia.

Mi lega i polsi dietro la schiena, e mi trascina fino al soggiorno, mentre piango, in silenzio, rassegnata dalla paura.

Chris è dietro di me, anche lui con i polsi legati, e ora, siamo entrambi legati in mezzo al soggiorno della stanza in stile classico di questo fottutissimo hotel.

Mentre l'unica cosa che riesco a fare è piangere e disperarmi, chiedendomi continuamente chi siano questi maniaci.

Chris si avvicina a me, e cerca di mettersi davanti a me, come per nascondermi o proteggermi da questi due sconosciuti.

Tenta di liberare i miei polsi, ma siamo entrambi legati troppo stretti per riuscire a slegare il nodo.

Mentre io cerco di appoggiarmi a lui e farmi confortare dalle sue spalle larghe, mi zittisce per non far sentire i miei singhiozzi a quegli uomini armati.

Lo sento scusarsi, numerevoli volte, ma tutto quello che sento ora, è il sale delle mie lacrime, che grosse rigano il mio viso disperato e il mio cuore terrorizzato, tremo.                                                                

Uno dei due torna dal corridoio con alcuni miei vestiti, i più costosi, tra le mani.

E dopo averli bruciati con un accendino, li butta nel cestino, mentre mette in un borsone alcune delle mie pochette.

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora