... immagino che tu abbia già letto su internet tutto quello che degli sconosciuti possono immaginare su di me... quindi, perchè sei qui? Com'è iniziato tutto?"-
- "Beh, in realtà anche se cercassi la sua vita su internet credo di trovarmi d'accordo anche con lei dicendo che troverei solo fandonie inventate da tredicenni fanatiche... in ogni caso, amo il cinema da quando sono nata, quindi ho coltivato la mia passione fino a scrivere e poter lavorare per diverse case di produzione" -
- "Ti supplico dammi del tu, mi fai sentire così vecchio... devo ammettere che ci troviamo già d'accordo su qualche aspetto, comunque qui c'è un piccolo coffe shop, tu vuoi qualcosa?" -.
- "Vorrei un caffè, ma pago io, non ti preoccupare" -.
- "Ma ti pare? È solo un caffè, e poi è il tuo primo giorno qui, capo" -.
- "Insisto davvero, odio avere debiti con qualcuno. E poi sono davvero il tuo capo no? Non potrei accettare certe lusinghe da parte dei miei dipendenti... non sul posto di lavoro almeno" -.
Sto quasi automaticamente al suo gioco, e mi ritrovo a dare risposte che mettono a serio dubbio il mio animo quotidianamente timido e solitario, ritrovandomi con delle mielose tecniche per flirtare delle quali nemmeno io stessa ero al corrente.
E lui, mantenendo lo sguardo il più possibile fisso nei miei occhi, mi squadra con celata malizia, come a mangiarmi con quelle sue uniche pupille verde-azzurro.
Lo scambio di battute continua genuino e spontaneo, provocando subito le risate di entrambi, che sembriamo passeggiare tranquillamente per un quartiere di edifici gialli e bordeaux invece che il luogo di lavoro. Sembra essersi dimenticato della visita e il riassunto che mi deve... ma poco m'interessa.
Perchè l'unica cosa che mi ronza in testa è...
Il modo in cui ride... mette una mano sul petto, piegando le ginocchia dalle risate, già posso identificarlo come un gesto abituale, non lo potrò mai togliere dalla mia memoria...
Ma ritornando alla realtà, lui decide di ordinare un caffè, e io lo seguo prendendone un'altro.
Finchè non vedo dei paparazzi, e immediatamente, in un'impercettibile frazione di secondo Chris si mette gli occhiali da sole, mi posa una mano dietro la schiena e abbastanza velocemente mi porta via da quella strada, per poi accorgermi di essere ritornati al parcheggio, avevamo già finito il giro...
- "Li hai visti i paparazzi vero? Dio quanto li odio a volte... cioè di solito sono anche divertenti, ma non c'è un momento di pace, rovinano ogni cosa, e li pagano pure per questo" -.
- "Sì... capisco, non dev'essere facile, ma in realtà non penso siano riusciti a fare più di una foto" - rispondo risoluta, ma lui sembra diventare nero dalla rabbia, noto la tensione dai muscoli stretti sotto la t-shirt.
- "Cazzo, stavamo facendo un giro e rovinano tutto, merda, è che mi da fastidio anche per te, non devi essere molto abituata a queste cose, e non vorrei che pensassero male... Cristo" -. Faccio il possibile per calmarlo e non rovinare l'atmosfera.
- "Ehi, non c'è problema per me, due foto non penso possano rovinare la nostra giornata, o sbaglio?" -. E ci riesco abbastanza rapidamente, sembra distendere le sopracciglia che aveva arricciato in fronte in una smorfia di astio, e dopo un sonoro sospiro continua.
- "Sì sì, è vero, hai ragione. Comunque ora che ci penso, credo di averti fatto vedere tutto il set, non è niente di che alla fine. E onestamente la riunione di oggi non l'ho seguita, ma sai sono sempre le solite cose sulla sceneggiatura e tutte le cazzo di volte che dovremo fare e rifare le riprese. Però... vorrei farti vedere un posto fuori da qui" -.
Lo vedo mordersi il carnoso labbro inferiore, al che mi perdo un altro battito. E ormai abituata a tutto questo, mi ritrovo a rispondere con prontezza e molto incuriosita - "Che posto?" -.
- "Il mio posto preferito qui nell'Ovest. Prendiamo la mia macchina, va bene?" -.
- "Sì, non c'è problema. Scommetto che non mi darai neanche un indizio su questo posto magico, vero?" -.
Lui mi sorride quasi eccitato, e non proferisce più parola. Il viaggio in macchina è tutto fuorché imbarazzante, e ciò mi stupisce molto. Il silenzio non copre i nostri corpi, ma sembra unirli, mentre faccio mente locale sui luoghi più affascinanti che ci sono qui nei dintorni.
Riconosco la strada che faccio per raggiungere il lavoro, e ci metto poco a realizzare che il suo posto preferito altro non può essere che... la mia spiaggia privata!
- "Chris! Ma questa è la mia spiaggia, vedi, questa è casa mia" -.
- "Non ci credo, stai scherzando vero!? Ho invidiato il proprietario di questa casa con accesso privato alla baia dalla prima volta che sono venuto qui. Si è dileguato tutto il mistero così..."-.
- "Beh... ora che ci penso, non so se sono mai stata qui, sai? Potremmo infiltrarci in questa casa e arrivare alla spiaggia senza farci notare" -.
Mi invento questo gioco, non voglio davvero rovinare questo momento, e non ci tengo ad appesantire quest'atmosfera mistica, e con sarcasmo, lui sembra capire al volo ciò che intendo. Fingo di non riconoscere casa mia, e sembra divertirsi più di un bambino alle mie battute.
- "Ottima idea Colemann" -.
Gli apro il cancello e gli faccio parcheggiare l'auto all'inizio del piccolo viale d'ingresso. Lui si volta verso di me, seduta sul sedile del passeggero, e sembra cercare qualcosa nei miei occhi, che non stacco dai suoi.
Mi sembra perso e distante, e mi pare di vedere uno strano luccichio nelle sue pupille. Ignoro i cattivi presentimenti e le aspettative, sfodero un piccolo sorriso per smorzare la situazione, e lui sembra riprendersi.
Entriamo silenziosamente, e tolgo l'allarme mentre lui si guarda attorno sbalordito, io rido. Infine incalzo:
- "Sai, non sono mai entrata in casa di qualcuno... è arredata bene, no?" -
- "Cazzo, ma chi ci vive qui!? Un designer, è bellissimo questo posto. Non posso crederci... tu vivi qui, cioè, il mio capo vive qui" -.
Questa la sua euforica risposta, prima di ammutolirsi per diversi minuti, in cui ci guardiamo attorno. L'atmosfera sembra tendersi, mentre gli unici rumori sono quelli dei nostri respiri, nella perpetua penombra del mio ingresso.
- "Il destino..."- ribatto, mentre il batticuore mi fa pensare a voce alta.
Sento il suo corpo avvicinarsi al mio, e sussulto per il modo inaspettato in cui posa una mano sul mio braccio. Ho la pelle d'oca, e potrei ancora ricordare il ritmo del suo respiro irregolare e rumoroso.
Siamo ancora nel corridoio d'ingresso. Ma filtra la luce sufficiente per distinguere l'ampio salone e la parete in vetro che dà sulla spiaggia.
- "Credi nel destino, Colemann?" -
- "Non dovrei?"-
- "Non dovresti indossare una camicia così trasparente in controluce..." -
- "Non siamo al lavoro, quindi potrei anche toglierla del tutto" -
- "Non ti facevo così perversa, capo" -
- "Semplicemente, non mi conosci" -
- "Oh, ho tutte le intenzioni di farlo, fidati" - mi sussurra all'orecchio.
- "Allora, mi fai vedere il tuo posto preferito o no? Inizio a dubitare dell'esistenza di questo posto, sai..." - sposto il mio volto, così da sfiorare le mie labbra con le sue, le punte dei nostri nasi si toccano.
Respiriamo la stessa aria.
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Love & Thunder | Chris Evans
Fanfiction« E che anche tra i Tuoni, c'è pur sempre Amore » Chris Evans nelle vesti di un uomo che non avete mai visto, ma per il cuore di Imani, saranno più forti i Tuoni o l'Amore? BUONA LETTURA!