Capitolo 23. Cigarettes after sex

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Dopo aver passato il resto della giornata in quella stanza tra dottori ed infermiere che ogni tanto passavano a chiedermi come stavo, finalmente ora posso uscire.

Sono circa le sette di sera, e mi sento abbastanza bene fisicamente.

Mentalmente...

Mentalmente non riesco a pensare al fatto di esser stata violentata ed aver perso un bambino per un problema di soldi e droga...

Non so a che altro potrei pensare e sono veramente distrutta.

Non ho più parole, so solo che ho bisogno di stare tra le braccia di Chris, e lasciarmi cullare da esse.

Ancora incredula e con la testa un po' altrove mi alzo dal letto aiutata da Chris.

Egli mi porge dei vestiti comodi che avrà probabilmente raccolto dalla mia valigia in hotel.

E dopo aver firmato tutti i fogli e aver pagato, ci incamminiamo in silenzio verso l'ascensore per uscire dall'edificio.

Io indosso dei vestiti larghi e comodi, e degli occhiali da sole, noto che Chris al mio fianco, è in silenzio, cosa strana per lui.

- "Che c'è?"- Gli mormoro.

- "Niente, sto pensando"-

- "Sicuro?"-

- "È che potrebbero esserci dei paparazzi e roba così, e mi dà fastidio la cosa visto che non stai molto bene e dopo tutto quello che è successo... lo sapranno già tutti i tabloid"-

- "...e ora per me la cosa migliore è stare lontana da cose del genere... si hai ragione..."-

- "Stai dietro di me okay? e tieni gli occhiali da sole, non so quanto possano aiutare. Comunque non ti preoccupare, al massimo ci sarà qualche fotografo"-

Tra i due, quello più nervoso per via dei paparazzi non penso di essere io...

Credo fermamente che non capirò mai perché gli diano così tanto fastidio...

Lo abbraccio cercando e sperando di tranquillizzarlo un pochino.

Alla fine è solo preoccupato per me, mentre lui mi accarezza il capo dolcemente, e le porte dell'ascensore si aprono.

- "Andrà tutto bene, Imani"-

Andrà tutto bene.

Non è esattamente la frase più confortante al momento, anche se di certo apprezzo l'intento.

E cerco di non continuare a pensare in modo troppo drammatico vista l'inutilità di pessimismo ora.

Ci incamminiamo mano per la mano verso l'uscita, dove come immaginato, ci aspettavano almeno venti fotografi, che cerchiamo di evitare entrando rapidamente in macchina.

Chris dopo avermi chiuso la portiera della macchina si incammina verso il sedile del guidatore.

Cercando di spostare gentilmente con le mani i fotografi attorno a lui e la macchina.

Una volta entrato nell'automobile ci dirigiamo verso casa sua.

Durante l'altrettanto silenzioso viaggio verso la sua abitazione, riconosco le case e le strade che avevo percorso in taxi quel disgraziato giorno.

Quel giorno in cui avevo deciso di prendere un aereo privato e letteralmente fiondarmi a casa sua.

Nonostante non ci parlassimo da giorni.

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora