Capitolo 35. Young and beautiful

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Non ho appena detto "Evans" invece che "Johnson" vero?

Non ne faccio una giusta...

E pensare che pochi istanti fa ero io che dal mio piedistallo di divinità onnipotente ed onnisciente descrivevo metaforicamente Aaron come un piccolo cucciolo inesperto.

E mentre rimugino sulle mie medesime parole, la mia testa rincomincia a pensare troppo velocemente perché io le stia dietro.

E la mia confusione non è così impalpabile come credo, dato che dalla risatina che il suo schiaffo mi aveva provocato nervosamente.

Lui ora ride di gusto sulle mie labbra, come incurante, e io rimango in un serio silenzio a leccargli il labbro inferiore...

Come facevo sempre con lui.

Trattengo a stento le lacrime, con gli occhi socchiusi.

Non riesco ad andare avanti.

È ancora troppo presto.

La mia mente è ancora a quei momenti.

Quella casa.

Quella persona.

- "Bambolina ma cosa mi combini? Ci assomigliamo così tanto?" -

Ride Aaron, malizioso e giustamente voglioso ed impaziente.

Mentre io, mi stacco lentamente intrecciando le mani fra le sue.

Mi vorrei mangiare anche la lingua, ricoperta di vergogna e imbarazzo.

Consapevole di essere capace solo di rovinare ogni minima ostentazione romantica e ogni momento d'intimità.

Preferendo ricoprirmi di figuracce piuttosto che affrontare le mie paure e la pura verità.

Sibilo leggere parole, rivolte più alla mia aspra coscienza che alla mente comprensiva di Taylor-Johnson.

- "È che... sono un disastro Aaron, e in meno di un giorno l'avrai già capito pure tu. Con quante ragazze hai dormito che ti hanno tirato pugni e che poi hai dovuto aiutare mentre vomitavano e ti insultavano?"-

Poggio ancora una volta la testa sul suo petto.

Rassegnata al momento ormai irrecuperabile e mortificata per lui che chiaramente voleva solo darmi qualche botta e tornare al copione del film.

Non subirsi la mia crisi psicologica.

E invece Johnson mi sorprende rimanendo quasi implacabilmente paziente e velatamente sarcastico, cercando di alleggerire la situazione.

-"Vuoi un numero preciso?" -

Mi sussurra all'orecchio mentre avvicina la mia testa al suo petto accarezzandomi i capelli.

Per mantenere quel contatto fisico che a lui sembra importare tanto, e il quale invece che evitare...

Inspiegabilmente mi tranquillizza mettendomi a mio agio.

Rispondo con una voce roca e spezzata dal pianto, che cerco di trattenere con sempre meno successo.

- "Sono seria"-

Lui però non nota il tono, e poggiando il suo mento sulla mia testa continua, serio e chiaramente spaesato.

Indeciso se usare frasi di circostanza e nel processo di comprendere che il momento che lui attendeva da stamattina di levarmi le mutandine, dovrà aspettare.

- "Piccola, queste cose non contano per me, se mi importavano davvero dei dettagli del genere non pensi ti avrei già sbattuta fuori? E poi ho sempre avuto un debole per i disastri" -

Love & Thunder | Chris EvansDove le storie prendono vita. Scoprilo ora