Le sue parole mi bruciano sulla pelle come fosse la prima volta, mi rombano in testa senza fermarsi, rimbombano come campane nelle mie membra.
Non ho resistito, e tutt'ora mi rifiuto di peccare d'onesta non dicendo che le sue mielose parole mi provocano un sorriso sulle labbra secche e dure, chiuse in una morsa di disgusto da quello che era il nostro bacio, quello che poco fa ho quasi inconsapevolmente lasciato su di lui, e di cui ora, mi pento.
Sì, mi pento, certo, non mi pento di nulla di ciò che ho vissuto con lui, nonostante alti e bassi - innumerevoli bassi -, non mi sono mai ritrovata a scrivere con tanta violenza.
Io che di solito scrivo sceneggiature e poesie, mi maledico per il mio comportamento insulso, poco puerile, quasi violento, animale, istintivamente e stramaledettamente sbagliato, e veramente veramente indegno.
Butta al cesso due mesi, i soliti e ben conosciuti mesi di tenebre che a stento voglio io stessa rammentare, rigettandomi serenamente in quel buio marasma d'angosce che ho vissuto quando ero con lui, tutte le paure, i timori, le aspettative, le false promesse, i commenti, le azioni sbagliate.
Eppure non ho rimpianti su quello che mi sembra un passato più che formativo.
Ma eccomi qui, ancora una volta a cadere fra le sue brame, fra le sue braccia stese, forse per pietà, la stessa che spero appartenga all'atteggiamento di Aaron, quando mi chiamerà.
E che ora, giustamente preferisce avere per sé del tempo per riflettere.
E io per empatia e altruismo non posso che acconsentire a un comportamento estremamente maturo e comprensibile quale il suo.
Sottostando a una decisione tanto ferma quanto giusta.
Lasciandomi, senza vittimismo, nel corretto baratro di colpe e insicurezze di cui un certo Chris è artefice, e tutt'ora viscidamente carnefice.
Ormai è mattina inoltrata, e mentre mi avvio verso l'uscita, mi viene in mente di chiamare un taxi, e farmi portare in città.
Dove potrò ritirare il regalo di compleanno per la piccola Avri, che tra poco festeggerà il suo ottavo compleanno.
L'ennesimo e mal riuscito tentativo di occupare il mio corpo, la mia forza e la mia mente in qualcosa che non riguardi la salute del mio ex, che mi preoccupa come fosse in fin di vita.
Nonostante Scarlett mi abbia già comunicato di essere in viaggio verso l'ospedale e che i dottori le avevano garantito sarebbe uscito oggi e non avrebbe avuto ulteriori costrizioni, se non chiaramente la lontananza da ogni tipo di sostanza stupefacente.
Una volta salita sul taxi, incominciano a ronzarmi in testa domande che da minuti cerco di evitare, per non pensare nemmeno alle eventuali risposte.
Starà davvero bene?
Avrei dovuto dirgli qualcosa prima di andarmene?
Sarei dovuta tornare a casa da Aaron?
Dovevo aspettare con lui che arrivasse Scarlett?
Riuscirò mai a superare la paura? E poi, è davvero cambiato come appare?
Non faccio in tempo ad affrontare nemmeno uno di questo quesiti che mi ritrovo dietro Rodeo Drive.
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Love & Thunder | Chris Evans
Fanfiction« E che anche tra i Tuoni, c'è pur sempre Amore » Chris Evans nelle vesti di un uomo che non avete mai visto, ma per il cuore di Imani, saranno più forti i Tuoni o l'Amore? BUONA LETTURA!