𝐒𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢

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«Bene, allora cercatemi tutto quello che è possibile trovare su ogni tipo di caramella sia stata mai pubblicizzata in Corea. Anzi no. In Asia. Ma che dico, nel mondo.»

Yeji guarda Mina e sorride indicando Jimin.
«Mi fa impazzire quando fa così.»
«Sì, anche a me, diventa il mio uomo ideale. Peccato che quando finirà questa sfida, tornerà uno come tutti. Freddo, disinteressato a qualsiasi argomento se non a quello» e mima una curva, «e soprattutto, già impegnato...»

«No, ma allora non la sai la novità? Si è lasciato.»
«No, non ci credo. Uhm... Allora diventerà più interessante. Può darsi che il mio appetito duri anche oltre la campagna... Sul serio si è lasciato con Jennie? Ecco perché ieri sera, tutti a casa sua... le russe... Ora le cose mi tornano.»
«Che russe? Quale serata? Non mi dire che se la sono spassata con le nostre modelle.»

Arriva Dino. «Ma quali vostre modelle! Quelle sono della nostra società, la ItaliaSeoulCompany, fino a oggi, visto che dovevano girare ancora un giorno e quindi sono sotto contratto. E poi sono diventate un po' della comunità, sono le nostre mascotte. Ma che siete gelose?»
«Noi? Ma per chi ci hai preso?»

Proprio in quel momento arriva Jimin.
«Ma si può sapere che avete tanto da parlare qui? Vi volete mettere a lavorare? Forza, lavorate, pensate, spremetevi le testoline, quello che c'è rimasto dentro. Io a Daejeon non ci vado e non vi voglio perdere!»

Yeji dà una botta a Mina. «Vedi, mi ama!»
L'altra sbuffa e scuote la testa. «Mi? Veramente ha parlato al plurale, ha compreso anche me!»

«Lavorate forza!»
Andrew Sonden si avvicina a Jimin che sta guardando il pacchetto di caramelle.
Lo ha messo sul tavolo. Lo fissa.
Chiude gli occhi. Immagina.
Cerca l'ispirazione...

Andrew gli tamburella sulla spalla.
«Eh? Chi è?» si scuote leggermente infastidito.
«Io.»
«Io chi?»
«Andrew Sonden.»
«Sì, lo so, stavo scherzando. Dimmi...»
«Mi dispiace.»
«Di che? È tutta da giocare questa partita. Se partiamo così, andiamo bene.»
«No, ma io parlavo di Jennie.»
«Jennie, che c'entra Jennie?»
«Be', com'è andata a finire?»

Andrew si gira verso Yeji e Mina che fanno finta di niente e iniziano a cercare nei rispettivi computer.
«No, niente, scusa, ho sbagliato... pensavo...»

«Ecco, bravo, pensare, questo è quello che devi fare. Ma pensare alla caramella LaLuna. Solo a quella. Sempre, ininterrottamente, di giorno, di notte, perfino quando sogni. Dev'essere il tuo incubo, un'ossessione, fino a trovare una soluzione. E se non la trovi, allora comincia a pensare a LaLuna anche quando ti svegli. Ecco, non ti distrarre. LaLuna... LaLuna... LaLuna...»

In quel momento squilla un telefonino.
«E quando siamo in riunione, quando è il momento del brain-storming, nella bufera creativa dei cervelli, alla caccia dell'idea per LaLuna, allora tenete spenti questi Benedetti telefonini.»

Yeji si avvicina e gli passa un IPhone. «Tieni, boss. È il tuo.»
Jimin lo guarda un po' imbarazzato. «Ah, sì... è vero. Be', comunque boss mi piace più di capo.» Poi si allontana rispondendo.
«Sì, pronto, chi parla?»

«Ma perché non hai registrato ancora il mio numero?»
«Pronto?...»
«Sono Yn.»
«Yn...»
«Quella che hai messo sotto stamattina.»
«Ah scusa, certo Yn... Guarda, ora sono incasinatissimo.»

«Be', non preoccuparti, quando ci vediamo ti aiuto io. Ma fammi un favore. Registra il mio numero, così quando ti chiamo risparmi tempo senza che chiedo ogni volta chi parla e io che ti devo ricordare sempre il mosto incidente e soprattutto la tua colpa.»

«Ok, ok basta così, giuro che lo faccio.»
«E soprattutto fammi un altro favore, mettilo sotto Yn, eh? Yn e nient'altro... È proprio il mio nome questo. Io non sono l'abbreviazione di nessun altro nome! Non ti sbagliare con Ynssie, Ynie, Ynah e affini.»

«Ho capito, ho capito, nient'altro?»
«Sì, dobbiamo vederci per sistemare la questione.»
«Ma quale questione?»
«L'incidente, no? Il mio motorino. Dobbiamo fare quel foglio, come si chiama?»
«Il cid.»
«Eh, il cid e poi te l'ho detto anche prima... Te lo ricordi, vero?»
«Che cosa?»
«Che mi devi passare a prendere per accompagnarmi dal meccanico. Io non ci posso stare senza motorino.»

«E io non posso stare senza lavoro. Devo trovare una soluzione importante e ho poco tempo.»
«Quanto?»
«Un mese.»
«Un mese? Ma in un mese si risolve qualsiasi cosa... In un mese si fa pure in tempo a sposarsi a Las Vegas.»
«Ma noi siamo in Corea e qui le cose sono molto più complicate.»
«Be', mica dobbiamo sposarci, no? Almeno non subito.»

«Senti Yn, sono veramente nei casini. Non posso stare al telefono.»
«Ho capito, l'hai già detto. Allora te li risolvo io questo casino. Ti aspetto all'una e mezzo a scuola. Te lo ricordi dov'è?»
«Sì ma...»
«Ok, allora ciao, a dopo.»
«Senti, Yn... Yn? Yn? Pronto?»
Ha attaccato di nuovo.

«Ragazzi io vado nel mio ufficio. Continuate a lavorare. LaLuna, LaLuna, LaLuna. La sentire? La soluzione è nell'aria. LaLuna, LaLuna, LaLuna.»

Jimin esce scuotendo la testa. Yn. Ci mancava solo questa.
Yeji e Mina, rimaste sole, si guardano.
Yeji fa uno strano broncio. Mina se ne accorge.
«Che c'è?»
«Mi sa che il boss si riprende presto.»
«Dici?»
«Boh, sensazioni.»
«Speriamo. Certo che quando è così nervoso si lavora male.»

Andrew Solden si porta al centro del tavolo.
Sorride allargando le braccia. «Ho letto una volta una cosa bellissima. Amore... motore. È vera, no? L'amore fa girare tutto.»
Dino scuote la testa. «Io vado di là a cercare pubblicità che abbiamo a che fare con le caramelle.» Prima di uscire dalla stanza si avvicina a Mina e fa una faccia tristissima.

Andrew Sonden prende un blocchetto e lo apre. «Allora, dividiamoci i compiti. Obiettivi e sottobiettivi, no? Come ci ha insegnato il boss. Qualcuno intanto si informi su Mark Tuan. Chi è. Che fa. Da dove viene. Cosa mangia. Cosa pensa. Come lavora.»

Mina lo guarda incuriosita. «E perché?»
«Perché è bene conoscere il nostro avversario. Io di lui so poco, molto poco. Qualche successo e una storia che non mi piace, ma che non c'entra niente con il nostro lavoro. »

«Che storia?»
«Ho detto che non c'entra niente con il nostro lavoro.»
«E allora perché la foto in ballo...»
«Ok» Mina alza il braccio, «di Mark Tuan me ne occupo io.»
«Perfetto, gli altri faranno ricerche sul prodotto e pensano anche a qualche logo per LaLuna.»
«Al logo penso io» dice Yeji.

Dino rimane in silenzio. Andrew lo guarda.
«Poi bisogna inventarsi anche un modo diverso di fare packaging, che so, una nuova scatola di caramelle, un dispenser diverso da tutti gli altri.»

Dino sta ancora zitto. Andrew fa un lungo sospiro. «Bene, se ci organizziamo tutto andrà meglio. Sono lo staff manager, è vero, ma per me noi siamo solo una squadra che deve vincere.»
Dino scuote la testa ed esce dalla stanza.
Non so com'è, pensa, ma Alshey mi manca sempre di più.

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𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora