𝐐𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐮𝐧𝐨

147 12 4
                                    

SCUSATEMI PER L'ASSENZA.

Jimin guida nella notte. E certo.
Se lo sarà segnato su quel cavolo di telefono-agenda supertecnologico dell'ufficio, con tanto di avviso tramite email, di scadenze e appuntamenti.

Jennie è sempre stata brava nei rapporti aziendali.
Riusciva sempre a ottenere il meglio.
E cosa fa adesso?... Non chiama me, ma manda un messaggio di auguri a Cloe.
Che stronza.

Poco dopo è a casa. Ancora incavolato apre e chiude la porta, sbattendola alle sue spalle.
Poi decide di mettere su della musica per rilassarsi un po'.
Sceglie con cura. L'ultima colonna sonora per uno spot giapponese.
Prende dal frigo una Coca Cola e sprofonda nella chaise longue del salotto, in pelle vera. L'unico mobile scelto da Jennie che apprezza. Tra l'altro tutti i mobili del salotto devono ancora arrivare.

Si ricorda ancora della discussione di Jennie al telefono. Urlava come una pazza contro quelli della ditta perché erano allora in ritardo di un mese e mezzo con la consegna.
E a oggi non li hanno ancora consegnati. Chissà, pensa Jimin, si possono ancora disdire? Cioè, la cosa più bella è che lei ha fatto tutta casa, ha imposto le sue scelte, ha litigato perché tardavano nella consegna, mi ha obbligato comunque a dare l'anticipo, io alla fine ho pagato e lei se n'è andata. Puff. Sparita. Mai più sentita. Se non per quel messaggio di stasera... per Cloe. Certo che noi maschi a volte siamo proprio dei coglioni.
Meglio non pensarci, va'... Jimin beve un sorso di Coca Cola. Ecco, questo sarebbe uno di quei momenti in cui bisognerebbe avere il vizio del fumo. O ancora meglio dell'erba.
Ma solo per rilassarsi un po', per prenderla a ridere... Invece che a piangere.
Qualche vago ricordo di dolci momenti sparsi. Lui e Jennie lungo il sentiero di quell'amore vissuto. Un desiderio. E un altro ricordo. Quando si sono conosciuti per caso alla presentazione di una nuova macchina.
E subito Jimin l'aveva trovata simpatica, la manager fatta tutta a modo suo, che parlava facendo continue digressioni, aprendo parentesi e parentesi e ancora parentesi e poi sottostorie, perdendosi in un altro rivolo di parole. E uno non capiva più bene dove fosse andato a finire. E allora lei sorrideva...
«Cosa stavo dicendo?...» e alla fine ritrovava da sola il filo «Ah, si certo...».
E un'altra cosa buffa. E un sorriso.
E un momento erotico, lei e quelle calze autoreggenti sfilate piano. Lei e la sua pelle che si libera e splende. E tanto. E tutto. E troppo.

Poi, improvvisamente, un fastidio.
Jimin si agita sulla poltrona.
Chissà con chi lo starà facendo ora. Ma no. Non lo sta facendo. Non è possibile.
E allora perché se n'è andata? Magari era solo un momento. Ma sì, deve essere cosi.
Lei non è il tipo che tronca una storia e ne inizia subito un'altra.
No. Lei no. Non è possibile che di botto ricomincia così, in un secondo, a fare con un altro tutte quelle cose splendide, spinte, sporche, sensuali, saporite che sa fare lei.
Tutte cose con la s poi... chissà perché.
Ma perché tu, invece? Ti sembra normale che all'improvviso, praticamente senza conoscerla, diciamo... ti sei divertito con la ragazza dei gelsomini? Con Yn, una diciassettenne. Con tutte quelle s ma anche z e a b e c e non so quante altre lettere dell'alfabeto erotico? Meglio non pensare proprio a niente.

In quel preciso momento suonano alla porta. Jimin quasi cade dalla poltrona.
Si era addormentato un attimo. Si alza veloce.
Guarda l'orologio. Mezzanotte e mezza.
E chi è a quest'ora? Jennie?
Ma Jennie ha le chiavi. Però potrebbe essere così educata da suonare. Ora che ci penso da quando se ne è andata è passata una sola volta da casa. Quel giorno che rientrando la trovai. Voleva prendere quel souvenir, quello stupido souvenir di Venezia... E se lo è preso.
Che stronza.

Poi Jimin guarda nello spioncino della porta.
E non riesce a capire bene di cosa si tratti.
E soprattutto... chi è.
Un foglio bianco gli tappa la vista. Sopra si vede un piccolo, strano disegno. Poi sente una voce, ovattata dalla porta chiusa.
«E dai, ti ho sentito, sei dietro la porta... Ma che, non lo hai riconosciuto? Da da da da da da...» Silenzio. Poi di nuovo. «Da da da da da da!»

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora