𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞

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Arrivato davanti alla scuola di Yn, Jimin ferma l'auto, si guarda in giro distratto.
Alcune ragazze chiacchierano allegre, fumandosi la classica sigaretta dell'uscita di scuola.

Qualcuno, fregandosene dell'eventuale passaggio dei genitori, è appoggiato a un motorino e si bacia in maniera quasi avida.

Il ragazzo, a bocca completamente aperta, è tuffato su quella di lei ed esagera con una lingua quasi funambolica. E la miseria!
Ma se io avessi una figlia e vedessi una scena del genere che direi? Forse non passerei più davanti alla sua scuola.

Tanto cosa potrei fare? Si andrebbero a baciare ai giardinetti o nei bagni o da qualche altra parte. Finché si baciano...

Il ragazzo sembra quasi averlo sentito e infila la mano destra sotto la maglietta della ragazza, che apre l'occhio, si guarda per un attimo in giro, poi sorride, chiudi gli occhi, lo ribacia e si rituffa lasciandolo fare.
Proprio in quel momento arriva un cafone vicino ai due.

Jimin si fa più attento. Che scatti la rissa?
Una di quelle tante risse che ho sempre letto sui giornali ma che non ho mai visto? Macché.

Il cafone appena arrivato aspetta un attimo, poi decide di intervenire.

«Oh, vi togliete dal mio motorino che devo andare a casa?» il baciatore pazzo alza il braccio al cielo.

«E capirai... Proprio questo dovevi prendere, eh?»

Il cafone alza il mento. «E certo, è il mio.»

Il tipo allarga le braccia. «Vabbè, vabbè, ti dico solo che si stava intrigando pure il motorino...»

Jimin sorride, ma subito dopo gli prende un colpo. Lo sportello della sua macchina si apre all'improvviso e si tuffa dentro Yn.

«Vai, vai, presto, accendi, vai, parti!»

Jimin non se lo fa ripetere due volte.
Yn si butta giù, mentre lui supera l'uscita della scuola e gira dietro l'angolo.
Poi guarda dall'alto Yn, accovacciata sotto il sedile accanto.

«Ehi, ti puoi alzare, eh...»

Yn si sistema tranquilla vicino a lui.
Jimin la guarda serio.

«Senti, ma è possibile che ogni volta dobbiamo fare questa sceneggiata perché c'è tua madre fuori dalla scuola? Non capisco, non abbiamo fatto niente di male, abbiamo fatto solo un incidente come tanti.»

«Ma oggi non è passata mia madre!»

«E allora? Tanto meglio... Perché ti nascondi?»

«Perché c'era il mio ex ragazzo...»

Jimin la guarda e strabuzza gli occhi.

«Il tuo ex ragazzo? E allora?»

«Niente. Non capirebbe. E soprattutto...»

«E sopratutto?»

«Soprattutto è un tipo manesco...»

«Senti, io non voglio entrare nei vostri casini.»

«Ma dai! Vedrai che non succederà niente, è per questo che mi sono messa sotto.»

«Ma io non voglio proprio che tu ti metta sotto, io non voglio neanche che ci sia la possibilità, che non ci sia proprio alcun rischio. Non voglio neanche conoscerlo, questo tuo ex. Io non voglio...»

«Eh eh! Troppi non voglio! Sai cosa mi diceva sempre mio padre? L'erba non voglio cresce solo nel giardino del re.»

«Ma che stai dicendo, quella era l'erba voglio. Invece io in questo caso non voglio.»

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora