𝐐𝐮𝐚𝐭𝐭𝐨𝐫𝐝𝐢𝐜𝐢

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Jimin esce dall'ufficio di Leonardo.
Ancora non ci crede.
«Cioè... Non ci posso credere...» Andrew Sonden lo segue come un'ombra, nel vero senso della parola.

«Cioè, io mi dovrei confrontare con quello? I miei premi, le mie vittorie, i miei successi, di nuovo tutto in gioco per chi? Per uno di cui non si sa niente. Non l'ho mai sentito sto Mark Tuan. Ma che ha vinto? Che premi ha vinto? Non mi ricordo neanche uno dei suoi spot.»

«Be', se è per questo...» Andrew Sonden interviene un po' titubante, «ha fatto quello della Golia, quello del Crodino, ha fatto anche quello del caffè, per esempio, quello che la tazzina sale in cielo come una mongolfiera. Poi c'è anche quello delle zanzare... Insomma, ne ha vinti parecchi pure lui, eh.»

Proprio in quel momento arriva Alshey che rincariva la dose. «Ha fatto anche quello delle Saila, dove c'è quella bella ragazza che balla.»

Jimin si guarda in giro. «E dov'è ora?»
«È andato a scegliere gli altri dello staff. Mi dispiace che non abbiamo potuto fare insieme questa gara così importante.»

«Lo so, ma tu non c'entri niente. E so anche che il lavoro è lavoro e che farai di tutto per farlo vincere, com'è giusto che sia.»
«Anche perché a settembre, comunque vada, caro Jimin, mi hanno già spostato a Daejeon e se tu perdi... mi raggiungerai!»
Alshey sorride e si allontana leggermente dispiaciuta.

«E certo, ma se perdo! Cioè... adesso io ho una che ha sempre lavorato con me e che invece ora lavora contro di me, con il mio diretto concorrente, non solo, ma si augura anche che io perda! Ma certo, certo...»

Andrew alza le spalle.
«Sì, ma lo fa per stare insieme a te... A Daejeon.»
Jimin lo guarda e socchiude un po' gli occhi.
«Grazie, sei molto gentile. Io non è che non amo Daejeon. Anzi. È che non sopporto perdere.»

«Bene, allora faremo il possibile.»
«Ecco, già non va bene fare il possibile, devi dire vinceremo.»
«Sì, ok, vinceremo e ancora grazie per ieri sera, eh... Sono molto contento che non hai detto niente a nessuno, e sopratutto... BS' sembra un segno del destino che oggi siamo qui, io e te, capisci, quando parlavo ieri del colloquio che dovevo affrontare ma ancora non sapevo nulla. Te ne rendi conto? In fondo, è meglio che sia successo quel che è successo ieri sera.»

«Già, certo. E perché?»
«Ci ha legato. Cioè io in qualche modo ti devo la mia vita, sarò sul serio la tua ombra. E poi una cosa è sicura dopo ieri sera...»
«Be'?»
«... non ti dimenticherai più il mio nome.»

«Ah certo, certo... e chi ti si scorda più, a te? Spero solo che alla fine di tutto questo non mi lascerai un brutto ricordo.»
«Ah, no, stai sicuro.»

«No, sicuro devi stare tu. Perché se perdiamo, io ti ucciso.» Si ferma davanti a una saletta.
«Adesso ti presento il mio staff.» Apre la porta e dentro ci sono intorno al tavolo due ragazze.
Una disegna, l'altra sfoglia un giornale, mentre un ragazzo è poggiato a un mobile con la schiena e pesca annoiato con una bustina di tè in una tazza.
Tira su e giù la cordicella per farlo sciogliere in più possibile.

«Ecco, lei è Yeji.» La disegnatrice alza il pantone vicino al viso e sorride.
«Lei invece è Mina.» La ragazza poggia il giornale e lo chiude, guardandolo e sorridendo.
«Poi c'è Dino.» Dino stringe gli occhi per mettere meglio a fuoco chi sia il nuovo arrivato.

Jimin prende in mano la situazione. «Ragazzi, lui è Andrew Sonden. Allora, abbiamo una gara importantissima da affrontare e vincere. Vi dico solo che chi la vincerà diventerà direttore creativo estero mentre lo staff perdente morirà. Il gruppo potrà essere smembrato e sopratutto io potrei essere trasferito a Daejeon. Capito? Quindi dobbiamo solo vincere.»

Dino lo guarda interrogativo. «E la nostra staff manager Alshey?»
«Appartiene al nemico. O meglio, si è trasformata nel nemico. Andrew Sonden invece è il vostro nuovo capoprogetto.»

Dino non ci vuole credere. «Cioè, Alshey con tutta la sua esperienza, la sua capacità, l'ironia, la determinazione... è a capo dell'altro staff. E chi sarebbe il loro direttore creativo?»
Jimin sorride cercando di dargli poca importanza. «Mah, un certo Mark Tuan.»

«Cosa?!» Dino e le due ragazze rimangono sorpresi. «Un certo Mark Tuan? Ma ha vinto un sacco di premi. È il nuovo creativo per antonomasia, il direttore più innovativo sella piazza al momento. Leonardo lo aveva messo nel marketing dopo essere riuscito a strapparlo alla nostra diretta corrente.»

Jimin ascolta sospeso.
Sembra che solo lui fosse all'oscuro di tutto questo grande successo.

«E in più» continua Dino guardando Andrew Sonden, «lui ha pure Alshey. Be', ragazzi, vi saluto.»
«Dove vai, Dino?» fa Yeji.
«A cercarmi un altro lavoro. È meglio cominciare da adesso prima che sia troppo tardi.»

Jimin lo ferma. «Dai, non scherziamo. È proprio quando il gioco si fa duro... che i duri cominciano a giocare.»
E in quello stesso momento Andrew Sonden passa davanti a Dino bloccando così la porta e ogni sua possibile uscita.

«... Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno a sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio. Fai una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!»

Jimin rimase sorpreso. Yeji e Mina ascoltano tutto il peso sorridendo.
Dino inizia a battere le mani. «Complimenti, se non fosse il finale di The Big Kahuna, non sarebbe male.»
Jimin si gira e guarda Andrew. «Sì, in effetti è quello... Però, oh, lo so tutto a memoria.»

Dino sposta Andrew cercando di andarsene.
Jimin lo raggiunge e lo abbraccia attorno al collo.
Lo tiene stretto a sé. «Allora, Dino, noi contiamo su di te. È importante che resti, che tutti voi restiate in questo momento di difficoltà. Fammi almeno raccontare di cosa si tratta. Allora, il prodotto è una caramella. Si chiama LaLuna, tutto attaccato, naturalmente è a forma di mezza luna, gusto frutta mista, buonissima. Questo è il pacchetto.»

Si cerca in tasca e ne tira fuori uno fregato nell'ufficio di Leonardo. «Di più non so dirvi.»
Lascia andare Dino che prende il pacchetto e lo guarda.
È bianco, con dentro Piccola mezze lune di colore diverso.

«Mi ricorda il gelato arcobaleno.»
«Sì, l'ho detto anch'io» sorride soddisfatto Andrew Sonden.
Dario gli fa un mezzo sorrisetto. «L'ha detto anche lui?» Poi Jimin prende sottobraccio Dino e si allontana un po' dagli altri, si mette in bocca una caramella.

«Uhm, almeno il sapore è buono.»
«Ci lavori su allora?»
«Certo, ma ancora non capisco...»
«Cosa non capisci?»
«Due cose. Uno. Perché senza Alshey?»
«Perché Leonardo ha voluto rimescolare le carte. Ha detto che noi la conoscevamo troppo bene... Stavamo seduti con lei.»
«Sì, ho capito, ma con lei noi abbiamo sempre vinto. Seduti ma abbiamo vinto.»
Jimin allarga le braccia come a dire: non posso farci niente. «Anche a me dispiace...»

«E la seconda è: perché non hai scelto me come staff menager?»
«Perché Andrew Sonden me lo ha imposto Leonardo.»
«Cioè è pure raccomandato! Ah, ecco, allora diciamolo, è pure un raccomandato.»

«No, non è così. Leonardo non si ricordava neanche il nome. Credo sia forte sul serio. Ha solo bisogno di una possibilità. Gliela darai, Dino?»
Dino lo guarda per un po'. Poi sospira, sgranocchia LaLuna e la manda giù. Sorride e fa cenno di sì con la testa. «Va bene... Per te.»

Jimin fa per andarsene. Dino lo ferma. «Scusa, non vorrei fare gaffe... Ma come hai detto che si chiama?»


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𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora