𝐎𝐭𝐭𝐨

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Jimin è sul terrazzo. Guarda lontano in cerca di chissà quale pensiero.
Un po' di malinconia e quell'ultimo sorso di Vigor, leggermente più dolce.
Poi rientra anche lui, posa il bicchiere sulla libreria, vicino a un libro.
Stavolta Aforismi. Sabbia e spuma. Gibran.

Lo prende e sfoglia qualche pagina. "Sette volte ho disprezzato la mia anima. La prima volta, fu quando la vidi timorosa di poter toccare le altezze. La seconda volta, fu quando la vidi zoppicare dinanzi allo storpio. La terza volta, fu quando le fu dato di scegliere tra via ardua e via facile, ed essa scelse quella facile. La quarta volta..."

Basta. Non so com'è, ma quando stai male, tutto ti suona come se avesse un doppio significato.
Jimin lo richiude e inizia a girare per casa cercando Taehyung. Niente. In salotto non c'è.
Guarda meglio tra la gente, negli angoli, si sposta superando qualcuno che gli passa davanti... Ah. Non è qualcuno. È Andrew Sonden ed è con una bella ragazza, alta.

Andrea gli sorride. Jimin ricambia ma continua a cercare Taehyung. Niente.
Non vorrei che...
Apre la porta della camera da letto. Niente.
Solo qualche giacca buttata sul letto.
Anche gli armadi sono aperti. Va in bagno.
Prova ad aprire. È chiuso a chiave.

Jimin riprova. Una voce maschile dall'interno dice «Occupato! Se è chiuso è chiuso, no?» È una voce profonda e veramente scocciata.
E qualcuno davvero occupati nei suoi bisogni.
E non è Taehyung.

Jimin va in cucina, la finestra è spalancata.
Una tenda chiara e leggera gioca con il vento.
E con due persone.
Si appoggia alla schiena di un uomo.
Lo accarezza quasi mentre lui scherza con una bella ragazza seduta a gambe larghe sul tavolo centrale.
Lui le sta davanti e si appoggia in mezzo alle gambe.

Tiene una mano in alto, sopra la testa della ragazza, e lascia penzolare una ciliegia.
La fa scendere poco a poco e poi la tira su di nuovo, mentre la ragazza, finta indispettita, ride e si imbroncia per non essere riuscita ad afferrarla con la bocca.
E ha voglia di quella ciliegia e forse non solo di quello. E quell'uomo lo sa. E ride.

«Taehyung!»
Taehyung si distrae e si gira verso Jimin.
La ragazza ne approfitta subito e mangia al volo la ciliegia, rubandogliela con la bocca dalle mani.

«Ecco, vedi che hai fatto. Mi ha rubato la ciliegia per colpa tua.»
La ragazza ride e mastica a bocca aperta, la lingua si tinge di ciliegia e le sue parole si colorano di rosso, di profumo, di desiderio, di sorriso. «Buona! Ho vinto, me ne spetta un'altra. Dai, ciliegia, una tira l'altra, no? Hai detto tu prima...»

«Certo, ecco.» Taehyung gliene da un'altra e la ragazza russa sputa prima il nocciolo di quella appena finita in un bicchiere lì vicino, facendo centro, poi prende con le mani l'altra e l'addenta.

Taehyung si avvicina a Jimin.
«Ecco, vedi, il gioco è finito. Io volevo continuare a farla soffrire un po'... una ciliegia tira l'altra... le veniva sempre più voglia e poi io solo alla fine le davo la ciliegia ma anche pum...» Taehyung pizzica Jimin tra le gambe, «... la bananina!» Taehyung ride mentre Jimin si piega quasi su se stesso.

«Ma quanto sei cretino, eh?»
La ragazza russa scuote la testa e ride, poi mangia libera un'altra ciliegia.
Jimin si avvicina a Taehyung e gli dice piano: «Cioè, hai due figli, tra poco fai trentacinque anni e sei ancora così. Io fra sei anni sarò come te? Sono preoccupato. Molto preoccupato.»

«Perché? Guarda che in sei anni possono cambiare tante cose. Potresti sposarti, avere anche tu un bambino e poi provarci anche tu con una straniera... Ce la puoi fare, dai, mi puoi raggiungere, anzi mi puoi anche superare. Me lo hai detto proprio tu! Con quella pubblicità dell'Adidas, Impossible in Nothing, e ti fermi proprio su te stesso? Dai cazzo ce la puoi fare. Andiamo a casa tua? Dai, prestamela solo per stasera!»

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora