𝐓𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫𝐞́

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Buongiorno, mondo. La tua Yn a rapporto.
Aspetta che mi stiracchio un po'.

Non ci credo... È stato favoloso! Basta, non ci pensare, Yn. Torna normale. Fly down... Piedi per terra. Non tre metri sopra il cielo... Più si sale in alto... e più ci si fa male quando si cade!

Oh, non mi voglio portare sfiga però, eh?! Ecco. Meglio. Low profile.

Allora... Che mi metto stamattina? C'è pure quello di filosofia. Che palle. Mica ne ho voglia. Oggi spiega quello lì. Popper mi pare. Mi sa di pesissimo.

Allora bisogna che mi vesto colorata, così fa da antidoto. Yn apre l'armadio. Scruta un po' le grucce.

Jeans Onyx rosa con maglietta a righe.
No. Sembro una bomboniera. Gonna stretch con maglia a scollo a V. Troppo collegiale.
Pantalone leggero azzurro vintage con maglia gialla senza maniche a collo alto. Popper non mi freghi. Ti batto coi colori di una giornata di sole. Poi mentre tira giù di tutti dall'armadio ci ripensa.

Ma quanto posso essere felice io?! Troppo!
Però ho una paura fottuta...

Tutti di corsa all'entrata di scuola.
Qualcuna copia un compito, un'altra assonnata si stiracchia, un'altra fuma con un'espressione che la dice lunga sul fatto se varcherà o no davvero quel portone.
Qualcuna, più assurda delle altre, si mette un po' di fard e si controlla di continuo allo specchietto del suo motorino. O vuole far colpo su quel nuovo prof, o spera con un basso trucco di rimediare un debito in meno.

Lei no. Lei si sente più grande di sempre.
Cammina spavalda, divertita, euforica come non mai. Be', in fondo è vero.
In un modo o nell'altro, ha già preso la sua maturità.

«Onde, siete pronte? Ho trovato l'uomo della mia vita!»

«No, non ci credo, che cavolo hai combinato?»

«E ce lo dici così? Ma tu sei pazza, racconta tutto! Subito!»

Olly, Daisy e Elin sembrano impazzite.
Una smette di copiare, l'altra di truccarsi, l'ultima butta via la sigaretta.

«Ecco perché ieri sera eri irraggiungibile. Allora, racconta! L'hai fatto? Ma chi è, lo conosciamo? E dai, spiffera tutto! Che fai ci tieni sulle spine?»
Olly la prende sottobraccio.
«Guarda che se non racconti tutto, ma tutto tutto e subito... ti giuro che lo dico a Jungkook.»

Yn non crede alle sue orecchie. Si gira verso di lei e la guarda sgranando gli occhi.

«Cosa?»

«Giuro.» Olly mette le dita incrociate sulla bocca e le bacia.
Subito dopo porta la mano destra sul petto e alza la sinistra, poi, pensando d'aver sbagliato, cambia tutto, la sinistra sul petto e la destra in alto. Alla fine solleva solo le due dita della mano destra.
«Parola mia. Oh, non so come funzionano tutte queste cose, ma se non racconti tutto parlo che è una meraviglia.»

«Traditrice, sei una sporca traditrice. Ok...» per un attimo sembra sul punto di parlare, poi si libera di botto dalla stretta di Olly.
«Per colpa di una sporca spia, le Onde sono sciolte!» e scappa via, ridendo come una pazza.

Fa a due gli scalini dell'entrata di scuola e subito Daisy, Elin e la stessa Olly le sono dietro.

«Prendiamola! Presto prendiamola! Facciamola parlare!» e corrono tutte a perdifiato dietro Yn, su per le scale, aiutandosi con le mani sul corrimano. E tirano, e spingono e cercano di darsi ancora più velocità.

E via, per il lungo corridoio delle classi. Daisy, che è sempre più in forma di tutte, che vorrebbe combinare tanto qualcosa... ma che va sempre a letto troppo presto, in un attimo è alle calcagna di Yn.

Olly arranca più di tutte e urla all'amica «Placcala! Placcala! Fermala! Buttati... e pigliala, quella là!» e Daisy ci riesce, l'afferra per il giubbotto e la tira e inciampano e cadono a terra. E Daisy ci finisce sopra e subito dopo arriva Elin che frena e si ferma a un millimetro da loro, quindi arriva Olly, affannata, ma non riesce a fermarsi, e finisce addosso a Elin.
E tutte e due cadono su Yn e Daisy.
Tutte e quattro per terra ridono e scherzano.
Le tre amiche salgono su Yn e cominciano a torturarla, a farle il solletico, a cercare di farla parlare.

«Basta, basta! Oddio, sono tutta sudata. Non ce la faccio più. Basta, levatevi da sopra.»

«Prima parla!»

«Basta, basta, vi prego, mi scappa la pipì, ahia, non ce la faccio più, levatevi da sopra, ahia!»

Olly le prende il braccio e glielo gira. «Prima parla, ok?»

«Ok, ok!» Yn alla fine si arrende.

«Si chiama Jimin, Jiminie, ma non lo conoscete, è più grande di noi.»

«Quanto più grande?»

«Abbastanza più grande...» Olly le monta sulla pancia.
«Ahia, ahia, mi fai male, Olly, e dai!»

«Dì la verità, ci hai scopato.»

«Ma no, macché» Olly le prende il braccio di nuovo, mentre le altre la tengono ferma.
Olly prova a storcerlo stile leva di judo.

«Ahia, mi fai male!»

«Allora parla! Ci hai scopato o no?»

«Qualcosina.»

«Ragazze.»

Yn, Olly, Daisy e Elin vedono delle grandi scarpe ferme davanti ai loro visi.
Mocassini rovinati ma scurissimi.
Pian piano alzano lo sguardo. È il preside.
Si alzano subito, cercando di sistemarsi.

Olly, Daisy ed Elin sono in piedi al volo, Yn ancora leggermente indolenzita ci mette un po' di più.

«Ci scusi, signor preside, siamo cadute e poi alla fine, sì, insomma, un po' ridevamo... sì, insomma, stavamo scherzando...»

«Be'... Veramente mi stavano torturando...»

Elin, che è la più preparata, dà una gomitata a Yn cercando di farla tacere, poi prende in mano l situazione.

«È bello venire a scuola con un po' di allegria, no. Lo dice sempre anche il ministro dell'Istruzione nel discorso di inizio anno: ragazzi, non dovete vivere la scuola come un patema ma come un'occasione di... vero, Daisy, che lo dice?»

«Sì, sì... verissimo» fa Daisy sorridente.

Il preside invece resta serissimo.
«Molto bene» poi controlla l'orologio, «la lezione sta per iniziare.»

Daisy interviene. «Ma ho visto che manca la prof d'italiano.»

«infatti. Vi farò io lezione. Quindi se siete così gentili da andare in classe... anche con allegria, evitiamo inutili discussioni in corridoio.»

Il preside le supera, precedendole verso la loro classe. Camminano tutte e quattro lentamente dietro quella figura austera.
Sembrano un po' mamma papera coi pulcini.
Olly manda su e giù la mano, come a dire: mamma mia, che pesante.
Ma lo fa naturalmente ben nascosta da Elin, che le cammina davanti.
Poi Olly prende Yn per il giubbotto e la tira a sé.

«Eh, ma che significa che hai combinato qualcosina?» Yn esagera, allarga la mano e disegna un cerchio.

«Scherzavo. Qualcosina è riduttivissimo... È stato più di tutto quello che ho provato finora... e più di quello che riuscivo a immaginare... insomma, un sogno!» poi sorride, scappa via dal suo abbraccio ed entra in classe.

Olly rimane sulla porta e la guarda indispettita.
«Dio come ti odio quando fai così! F.F Fottutissima Fortunata!»

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𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora