«Primo!» Jimin si appoggia alla vetrina del bar.
«E certo, mi hai fregato, che imbroglione che sei!»
«Tu non sai perdere!»Restano tutti e due sulla porta, piegati in due, cercando di riprendere fiato.
«Eh, bella corsa però, eh?»
«Sì, e dire che gioco tutti i giorni a pallavolo. Pensavo di batterti facile, sennò mica me la giocavo...»Jimin si rialza recuperando a bocca aperta.
«Mi spiace, tapis roulant a casa. Venti minuti ogni mattina... con tanto di schermo davanti per simulare boschi e montagne, paesaggi che aiutano a mantenersi in forma e soprattutto a battere una come te.»«Ma che, se la rifai, perdi.»
«E certo, ora sai che duro fino a venti minuti, sei avvantaggiata, il segreto dopo una vittoria è non rimetterla in gioco. Bisogna sapersi alzare dal tavolo al momento giusto. Tutti sono buoni giocatori, pochi veri vincitori.»«E questa è tua?»
«Non lo so, devo decidermi. Non mi ricordo se l'ho rubata a qualcuno.»
«Allora per adesso mi sembra una cretinata!»
«Ma perché, se la dice qualcun altro cambia di valore?»
«Dipende chi è l'altro.»«Excuse me...» Una coppia di stranieri chiede gentilmente di spostarsi.
Non riescono a entrare nel locale.
«Oh, certainly, sorry...» dice Jimin, spostandosi di lato.
«Ecco, se col tapis roulant e i tuoi sporchi trucchi mi hai battuta nella corsa, in inglese vincevo facile. Mi potresti prendere come account internazionale.»Jimin sorride, apre la porta a vetri, aspetta che lei entra e poi la richiude.
«Sai cosa dicevamo sempre noi alla fine della partite di calcetto, quando iniziavano le discussioni... chi vince festeggia, chi perde spiega.»
«Sì, va bene, ho capito, mi tocca pagare, ci sto. Io pago sempre le mie scommesse quando perdo.»
«Bene, allora intanto paga qui. Per me un bel frullato ai frutti di bosco.»Yn guarda i diversi gusti nelle vaschette.
«Per me invece kiwi e fragola. Allora cos'era quella storia del sospeso?»
«Ah già. Be' se vuoi puoi anche non pagare, visto che non la conoscevi. È anche giusto che tu non paghi.»
«Intanto raccontamela, poi decido io se pago o no.»
«Ehi, ma quanto ti scaldi... brucia la sconfitta, eh?»Yn prova a pestargli un piede ma Jimin si scosta veloce.
«Ok, ok, ora basta. Ti racconto cos'è il sospeso. È una tradizione napoletana. Cioè, a Napoli sono generosi in tutto, e quando vanno in un bar, oltre al caffè che si bevono loro, ne offrono uno anche alla persona che entrerà successivamente. Così c'è un caffè "sospeso" per chi non può pagarselo.»«Forte, mi piace. Ma se poi il barista fa finta di niente? Si becca i soldi e a quello che entra, che non ha i soldi, che chiede un caffè, il barista non gli dice nulla?»
«Il "sospeso" si basa sulla fiducia. Io lo pago, il barista accetta i miei soldi e con ciò implicitamente mi promette che lo farà. Mi devo fidare del barista. Un po' come su eBay quando paghi un oggetto e poi ti fidi che ti arrivi a casa.»«Sì, ma al bar non puoi lasciare i feedback!»
«E comunque al bar è facile, ci rimetti solo i soldi di un caffè. Sarebbe bello invece potersi fidare degli sconosciuti anche per cose più importanti. A volte non riusciamo a fidarci neanche di chi abbiamo vicino da sempre. Figuriamoci di un barista...»Yn lo guarda. Sente nel tono della sua voce qualcosa di profondo e lontano.
«Di me ti puoi fidare.»
Jimin sorride. «Certo, al massimo ci rimetto l'assicurazione della macchina!»
«No, al massimo ti spaventi.»
«Per cosa?»
«Perché ti tocca ricominciare a credere in tutto quello in cui avevi smesso di credere.»
STAI LEGGENDO
𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑
RomanceYn e le sue amiche sono all'ultimo anno di scuola. Malgrado abbiano la maturità ne combinano ogni giorno di tutti i colori. Jimin è un "ragazzo" di quasi 30 anni. Si è lasciato da poco e senza un vero perché con la sua fidanzata storica. Intorno...