𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢𝐧𝐨𝐯𝐞

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Un po' più tardi. Alcuni gabbiani passano veloci rasenti le onde a riva.
Yn esce dall'acqua con la tavola sotto il braccio.

«Wow, li ho stracciati! Ho preso più di dieci onde. Hai visto come filavo? Non ne ho persa una.»

«Ne hai prese quattordici... Ecco, tieni il tuo elastico.»

Yn sorride. «Grazie, vieni.»

Raggiungono la capanna sulla spiaggia.

«Dai, io mi vado a fare una doccia e mi cambio al volo. Intanto tu siediti lì.»

Yn vede Mastino dietro il bancone.

«Ehi, ci porti subito le tue bruschette buone, mentre faccio la doccia?»

Il vecchio signore dietro il bancone sorride.

«Come desidera, principessa. Volete anche due orate? Ne ho di freschissime.»

Yn guarda Jimin che annuisce.
«Sì, perfetto. Masti. Per me anche un'insalata verde e pomodori ma non troppo maturo, eh?»

Mastino annuisce.
«Li vuole anche lei, Jimin?»

Yn prima di entrare nella cabina lo guarda male.
«Masti! Ma dagli del tu! Oggi è un ragazzino...» e sorride sparendo dietro quella porta.

Poco dopo sono al tavolo.
Yn ha ancora i capelli bagnati quando addenta la sua bruschetta. Poi guarda Jimin.

«Sono buone, vero? Io vengo qua solo per queste.»

Jimin ha addentato la sua.
«Con la fame che ho non distinguerei queste vongole dalle cozze.»

Yn ride.
«Infatti sono telline!»

«Mi sembravano troppo piccole.»

Yn dà un altro morso, si pulisce un po' d'olio sul mento col dorso della mano che poi però, educata, asciuga col tovagliolo.

«Allora, dai, ecco il momento del lavoro.»

«Ma no, dai, che c'entra, siamo qui a rilassarci.»

«Ci siamo rilassati finora. Sono sicura che ora ci viene qualche folgorante idea, meglio delle onde che ho preso io. Dai, un po' per uno... Abbiamo fatto il contrario de solito: prima il piacere, questa volta, e poi il dovere... e poi magari di nuovo piacere...»

Jimin la guarda.
Yn sorride. Fa un po' la sensuale. Prende la sua mano con la bruschetta, se la porta verso la bocca e le dà un gran morso, poi raccoglie qualche tellina e se la mette in bocca.

«Te l'ho detto... ci vado pazza! Dai, racconta!»

Jimin dà un piccolo morso all sua bruschetta, poi le lascia il pezzo finale. Ci mette su qualche tellina caduta nel piatto e la imbocca.
Yn dà un morso e gli prende anche il dito.

«Ahi!»

«Si dice ahia! Oggi fai tu il ragazzino. Allora, mi dici o no?»

Jimin si pulisce la bocca col tovagliolo.
«Allora, ci sono dei giapponesi che vogliono lanciare una caramella.»

«Forte...»

«Ma ancora non ti ho detto niente.»

«Sì, ma già mi piace questa storia!»

Jimin scuote la testa e comincia a raccontarle tutto: il nome della caramella, LaLuna, la gara col giovane nuovo creativo.

«Sono sicura che è un tipo odioso, un radical chic, uno di quelli che si sente dico pur non avendo in realtà mai fatto niente.»

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora