Due mesi dopo. All'incirca.
Non ci posso credere. Non ci posso credere. Jimin cammina per casa. Sono passati due mesi e non riesce ancora a farsene una ragione.
Jennie mi ha lasciato. E la cosa peggiore è che lo ha fatto senza un perché. O almeno senza dire a me, quel perché. Jimin si affaccia alla finestra e guarda fuori. Stelle, bellissime stelle. Nude stelle in quel cielo notturno. Lontane stelle. Dannate stelle che sanno.Esce sul terrazzo. Copertura in legno, grillage, negli angoli splenditi vasi antichi, lisci, e così all'entrata di ogni grande finestra. Poco più in là, lunghe tende dal colore leggero, pastello, sfumature che seguono il sorgere e il tramontare del sole. Come un'onda che circonda la casa, che lenta si perde all'entrata di ogni stanza, e poi dentro, quella stessa onda ripresa perfino dal colore dei muri. Ma tutto ciò fa solo più male.
«Aaah.» Improvvisamente Jimin urla come un pazzo.
«Aaah». Ha letto che sfogarsi fa bene.«Ahò, hai finito?» Un tipo si affaccia dal terrazzo si fronte. Jimin si nasconde subito dietro un grande cespuglio di gelsomini del terrazzo.
«Allora, hai finito o no? Ahò, a bello, guarda che ti vedo, che stai a giocare guardie e ladri?»Jimin si sposta un po' per coprirsi dalla luce.
«Tana! Ti ho visto, preso. Guarda che sto vedendo un film, quindi se ti rode vatti a fare una passeggiata...»Il tipo rientra in casa e fa scorrere velocemente una grande vetrata, poi chiude le tende. E si nuovo silenzio. Jimin si tiene basso e rientra piano piano in casa.
Aprile. Siamo ad aprile. E sono incavolato nero. E quel cafone poi... Mi sono fatto un attico nel quartiere di Busan e ho beccato l'unico cafone di fronte a casa mia.
Suona il telefono di casa. Jimin corre, attraversa il salotto e si mette in attesa, con un po' di speranza. Uno squillo. Due. Entra la segreteria.
«Risponde il numero 0680854...» e va avanti,
«lasciate un messaggio...» che sia lei? Jimin si avvicina alla segreteria con un po' di speranza.
«... dopo il segnale acustico.» chiude gli occhi.«Jiminie, tesoro. Sono io, la tua mamma. Ma che fine hai fatto? Anche sul telefonino non rispondi.»
Jimin va verso la porta di casa, prende il giubbotto, le chiavi dell'auto e l'iPhone. Poi se la sbatte alle spalle, mentre sua madre continua a parlare.«Allora?» il messaggio nella segreteria continua «Perché non vieni a cena da noi la prossima settimana, tu e Jennie magari? Te l'ho già detto, mi farebbe piacere... È tanto che non ci vediamo...».
Ma lui è già davanti all'ascensore, non ha fatto in tempo a sentirla. Non sono ancora riuscito a dire a mia madre che io e Jennie ci siamo lasciati. Che palle. Si apre la porta, entra e sorride guardandosi allo specchio. Spinge il pulsante T. Un po' di ironia ci vuole in questi casi. Tra poco avrò trent'anni e sono di nuovo single. Che strano. La maggior parte dei ragazzi non aspetta altro. Tornare single per divertirsi un po' e iniziare una nuova avventura. Già. Non so com'è ma non riesco a prenderla bene. C'è qualcosa che non mi torna.
Negli ultimi giorni Jennie era strana.
Aveva un altro? No. Me l'avrebbe detto.
Beh, non ci voglio più pensare.Per questo l'ho comprata.
Brummm.Jimin è sulla sua macchina nuova.
Hyundai Kona Hybrid ultimo modello è la versione ibrida full-hybrid della B-SUV coreana, elettrica, benzina e diesel. Il suo powertrain è formato da un 1.6 4 cilindri a benzina abbinato a un motore elettrico per una potenza complessiva di 141 CV, di cui 42 elettrici.Perfetta, immacolata, comprata un mese fa per colpa di quel dolore causato da Jennie.
O meglio di quel -disprezzo sentimentale- che poi lui ha provato.Jimin comincia a guidare. Poi un ricordo. L'ultima volta che sono uscito con lei.
Stavamo andando al cinema. Poco prima
di entrare Jennie ha ricevuto una telefonata
e l'ha rifiutata, ha spento il telefonino
e mi ha sorriso.«Niente, lavoro. Non mi va di rispondere...»
Anch'io le ho sorriso. Che bel sorriso aveva Jennie... perché sto usando il passato? Jennie ha un bel sorriso. E così dicendo sorride anche lui. O almeno si sforza di farlo e prende una curva. A tutta velocità. E un altro ricordo. Quel giorno. Questo fa più male. C'è l'ho stampata sul cuore quella chiacchierata, come fosse ieri, cazzo. Come se fosse ieri.Una settimana dopo aver trovato quel biglietto, una sera Jimin torna a casa prima
del previsto. E la trova. Allora sorride, di nuovo felice, acceso, speranzoso.«Sei tornata...»
«No, sono solo passata...»
«E ora che fai?»
«Me ne vado.»
«Come, te ne vai?»
«Eh, me ne vado. È meglio così, Jimin, dammi retta.»
«Ma la nostra casa, le nostre cose, le foto dei nostri viaggi...»
«Te le lascio.»
«Ma no, dicevo come fai a non considerarle.»
«Le considero, perché dici che non le considero...»
«Perché te ne stai andando.»
«Si, me ne sto andando ma le considero.»
Jimin si alza, l'abbraccia e la stringe a sé. Ma non prova a baciarla. No, questo no, così sarebbe troppo.
«Ti prego, Jimin...» Jennie chiude gli occhi, lascia andare le spalle, si abbandona. Poi un sospiro. «Ti prego, Jimin... lasciami andare.»
«Ma dove vai?»
Jennie esce dalla porta. Un ultimo sguardo.
«Hai un altro?»Jennie si mette a ridere, scuote la testa. «Come al solito non capisci niente, Jimin...» e chiude la porta dietro di sé.
«Hai solo bisogno di un po' di tempo, ma resta, cazzo, resta!»
Troppo tardi. Silenzio. Un'altra porta si chiude ma senza sbattere. E fa più male.
«Hai il mio disprezzo sentimentale, cazzo!»
Le urla dietro Jimin. E non sa neanche lui cosa voglia dire veramente quella frase. Disprezzo sentimentale. Mah. Era tanto per ferirla, per dire qualcosa, per fare effetto, per cercare un significato dove un significato non c'è. Niente.Un'altra curva. Certo che va proprio bene questa macchina, non c'è che dire. Jimin mette un cd. Alza la musica. Non c'è niente da fare, quando ci manca qualcosa dobbiamo riempire quel vuoto. Anche se quando ci manca l'amore non c'è veramente nulla che basti.
•T•
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𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑
RomanceYn e le sue amiche sono all'ultimo anno di scuola. Malgrado abbiano la maturità ne combinano ogni giorno di tutti i colori. Jimin è un "ragazzo" di quasi 30 anni. Si è lasciato da poco e senza un vero perché con la sua fidanzata storica. Intorno...