𝐒𝐞𝐢

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«Ehi, ragazzi, guardate chi c'è, il capo! È venuto pure con l'avvocato! Oh, capo, niente lavoro stasera, eh? Questa è una festa e non indici subito una delle tue solite riunioni!» ride Alshey, aprendo la porta. Si sposta e fa un inchino, lasciando entrare Jimin e Taehyung in casa. C'è un sacco di gente.

«Non ci speravamo più. Ho vinto la scommessa, visto che passava?»

Taehyung si avvicina, mette un braccio attorno al collo di Jimin e gli dice piano all'orecchio.
«Hai visto, ti faccio sempre fare bella figura, deve credere in te, il tuo staff, sennò che capo sei, eh, capo?» Jimin gli leva il braccio.

«Allora, il primo che mi chiama capo è sospeso per due giorni.»
Subito tutti: «Capo, capo!»
«Anzi no, ritiro la mia decisione, il primo che mi chiama capo lavora il doppio per due giorni!»
«Scusa, capo, cioè scusa, Jiminie!»
«Se sono molto confidenziale ci guadagno qualcosa? Che ne so, una vacanzina?»
«Doppio lavoro in ogni caso, per tentata corruzione.»

«Allora, c'è almeno qualcosa da bere?»
Alshey, l'assistente di Jimin, si avvicina con un bicchiere pieno.
«Già fatto, muffato, quello che piace a te, vero cap...?» Jimin alza il sopracciglio, guardandola male. «Capitano, volevo dire capitano, lo giuro.»

«Butta comunque male. Dai, divertitevi come se io non ci fossi, anzi, come se noi non ci fossimo.»
Taehyung gli ruba dalle mani il bicchiere e dà un avido sorso.

«Ehi, come se noi non ci fossimo? Io ci sono eccome! Buono questo vino, cos'è?»
«막걸리 -makkŏlli-»
«Potrei averne un altro» Chiede Jimin ad Alshey che subito riempié il bicchiere e glielo passa.

«Ma come mai non sei venuto con Jennie?»
Taehyung lo guarda e fa finta di strozzarsi. Jimin gli dà una gomitata.
«Non poteva. Doveva lavorare.»
Alshey alza il sopracciglio.

«Ok. C'è anche un po' di roba da mangiare su quel tavolo se volete, io vado a mettere delle bibite in fresco. Dai, fate come se foste a casa vostra.»
Alshey si allontana, col suo vestito leggero e attillato che mette bene in mostra le sue curve.

Taehyung si avvicina ad Jimin. «Ehi, veramente buoni questo Makkoli... E anche la tua assistente è veramente bona. Cioè, di faccia non è granché ma ha un culo... Ma ci hai mai provato? Secondo me lei ha una cotta per te.»

«Hai finito?»
«Veramente ho appena iniziato. Ma scusa, perché non le hai detto che ti sei lasciato con Jennie?»
«Non mi sono lasciato.»
«Vabbè, che lei ti ha lasciato.»
«No, lei non mi ha lasciato.»
«E allora che è successo? Guarda che sei forte. È sparita.»
«Non è sparita. Ha un suo momento.»

«Che vuol dire un suo momento, è peggio della pausa di riflessione... un suo momento. Cioè, se n'è andata di casa, ha portato già tutte le sue cose, vi stavate addirittura per sposare. E ancora dici che non ti ha lasciato, che ha un suo momento.»

Jimin rimane in silenzio e beve. Taehyung insiste.
«Allora che dici?»
«Che ho fatto una cazzata a chiederle di sposarmi, anzi no, meglio, a raccontarti tutto, anzi no, a portarti a questa festa, anzi, a farti avere rapporti di lavoro col mio ufficio, anzi, a restare ancora valido tuo...»

«Ok, ok, se sei così permaloso non mi diverto, me ne vado.»
«Ma dai, non andartene.»
«E chi se ne va, è pieno di fighe qua dentro, mica sono scemo come te che ti vuoi rovinare la vita! Volevo dire me ne vado di là a pasturare.»

Taehyung si allontana scuotendo la testa. Jimin si versa un altro po' di Makkoli e poi si avvicina alla libreria, posa il bicchiere e inizia a guardare tra i libri di Alshey. Sono disposti per altezza e colore, diversi genere. Sul divano qualcuno ride, ragazzi in piedi vicino al tavolo parlano ad alta voce, notizie di ogni tipo, cinema, calcio, tv.

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora