𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞

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Jimin si è appena chiuso nel suo ufficio.
Guarda una foto sulla sua scrivania.
La prende, se l'avvicina al volto, la rigira tra le mani.
Naturalmente è lui con Jennie. Sorride.
Un pensiero ottimista.

La speranza di tornare insieme. Un ricordo. Quella sera in cui erano stati a vedere Alegría del Cirque fu Soleil. A lui non piaceva per niente. A lei moltissimo. E solo per questo aveva trovato i posti in prima fila.

Per lei, per vederla sorridere. Per guardare, attraverso i suoi occhi sorpresi, i volteggi di quei funamboli dai fisici perfetti.
Lei, incantata su quelle musiche, su quelle luci, sui tanti effetti di scena.
E respirare così, attraverso il suo sorriso, le emozioni di quello spettacolo mondiale.

E capire che lei, solo lei, era il suo vero spettacolo. E ora? Non resta che uscire da una sala vuota. Che ne sarà dello spettacolo della mia vita? Non fa in tempo a continuare il suo pensiero.

Toc Toc. Qualcuno bussa alla sua porta interrompendolo così la vana ricerca di una difficile risposta.

«Chi è?»
«Sono io, Sonden, posso?»
«Avanti.»

Andrew si affaccia per metà. «Scusa se ti disturbo, magari proprio adesso stavi per raggiungere l'idea di cui abbiamo tanto bisogno. Semplice e forte, diretta al cuore, vincente ed esaltante...»

«Sì, sì, dimmi, che c'è?» taglia corto Jimin, non volendo ammettere neanche con se stesso che stava pensando a Jennie, solo, unicamente e sopratutto totalmente a lei.

«C'è un tuo amico che è venuto a farti un saluto. Ha detto che avevate un appuntamento. Un certo Namjoon.»

«Non un certo Namjoon, Namjoon Kim...»

«Ma perché te la prendi con me, da sotto hanno chiamato nel tuo ufficio ma non c'eri. Eravamo in riunione. Io ho solo cercato di essere d'aiuto.»

«Ok, ok, Fallo entrare.»
«E per l'altra cosa? Niente? Sicuro?»
«Quale altra cosa?»
«La scorciatoia.»
«Cioè?»
«Mi informo a che punto sono, qual è la loro idea...»
«Sonden!»

«Ok, ok, come non detto. Guarda che anche in quel caso volevo essere d'aiuto» e si ritrae dalla porta, aprendola e facendo entrare Namjoon.

«Ciao, grande. Sei passato sul serio, pensavo fosse uno dei tuoi soliti scherzi.»

Jimin lo fa accomodare. Poi si accorge che è stranamente serio.
Cerca di metterlo un po' a suo agio.
«Vuoi qualcosa da bere? Che ne so, un caffè, un tè, una Coca, un Chinotti. Ho pure la Red Bull, guarda...» Apre un piccolo frigo con la porta trasparente. «Siamo pieni!»

È pieno di lattine blu metallizzate.
«Sai, abbiamo fatto noi la loro grande campagna vincente e sono stati molto generosi.»

«No, grazie, non mi va nulla.»

Jimin si siede davanti a lui.
Poi si accorge della foto di lui e di Jennie che ridono e la sposta delicatamente, nascondendola dietro ad alcune cartellette.
Poi si sistema un po' meglio sulla poltrona.

«Allora, dimmi tutto, amico mio. Cosa posso fare per te?»
«Era la foto di Jennie quella che hai nascosto là dietro, vero?»

Jimin rimane interdetto.
«Sì, ma non l'ho nascosta, l'ho solo spostata.»

Namjoon gli sorride. «Hai mai pensato che Jennie ti tradisse? Be', vi siete lasciati, no? Ce l'hai detto tu ieri sera!»

«Sì, è vero.»
«Quando tempo fa?»

«Ormai sono più di due mesi che se n'è andata di casa.»
«E non hai mai pensato che ti possa aver tradito, magari con uno di noi? Ecco, magari con me.»

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora