𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢

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Poco più tardi, in macchina. Jimin mormora qualcosa tra sé e sé. Yn se ne accorge.

«Che fai, preghi

«No, facevo i conti di quanto ho speso... Allora, tra assicurazione per il bonus malus, la multa per la macchina, la multa per il tram, il carro attrezzi, l'incidente... Io quel motorino te lo compravo nuovo.»

«Sì, ma il  valore affettivo di Milla dove lo metti?»

«Posso evitare di dirlo?»

Yn si gira verso il finestrino. «Cafone!»

Jimin continua a guidare e ogni tanto la guarda. Yn rimane girata di lato.
Ticchetta con le dita sul cruscotto, tenendo il tempo della musica che arriva dal cd di
G-Dragon.
Jimin se ne accorge e lo spegne.  Yn si volta veloce verso di lui.

Poi si avvicina al finestrino e ci alita sopra. Con l'indice inizia a scrivere qualcosa.
Jimin preme un tasto, il tettino si apre, entra dell'aria che asciuga il vapore e cancella la scritta di Yn. Lei sbuffa.

«Mamma, come sei antipatico.»

«E tu sei insopportabile quando fai la ragazzina.»

«Ma te lo già detto... Io sono una ragazzina! E tu quando fai così sembri, anzi, sei più piccolo di me.»

In quel momento si sente il suono di una sirena in arrivo.
Un'auto dei carabinieri sta passando nella direzione opposta a tutta velocità.

Yn si alza ed esce fuori dal tettino. Si sbraccia e urla come una pazza. «Andate piano, deficienti!»

L'auto dei carabinieri li incrocia. Jimin la tira giù prendendola per la maglietta, facendola cadere sul sedile. «Stai giù, ferma. Che ti urli?»

Jimin sente uno stridio. Guarda nello specchietto. L'auto dei carabinieri ha inchiodato, ha fatto inversione sgommando ed è ripartita a tutta velocità tornando indietro verso di loro.

«Ecco, ecco, lo sapevo. Brava, brava, sei contenta ora? Mettiti la cintura, fai qualcosa di utile!»
«Vedi, però, avevo ragione io. Se vengono da noi... vuol dire che non stavano correndo da nessuno parte.»
«Yn, guarda, ti prego... stai zitta. Adesso tu stai zitta!»

L'auto dei carabinieri li affianca e fa segno con la paletta di accostare.
Jimin annuisce e piano piano si avvicina al marciapiede.
I carabinieri scendono. Jimin abbassa il finestrino.

«Buonasera, agente.»
«Buonaseta a lei, patente e libretto per cortesia.»

Jimin si china e apre il cassetto del cruscotto.
Prende la custodia dove tiene i documenti dell'auto e glieli dà.

Intanto l'altro carabinieri fa il giro del cofano, controlla il tagliando dell'assicurazione.
Poi nota il fanalino rotto e la fiancata rovinata.

«Tutto a posto. Sembra...» dice il primo.
Ma trattiene i documenti.
«Cosa gridava la sua amica, che l'abbiamo vista sbracciarsi?»

«Ma no, niente.»
«Mi scusi, lo voglio sentire da lei.»

Jimin si gira verso Yn. Lei lo guarda.

«Niente. Ho solo urlato che anch'io voglio essere carabiniere. Ma tanto voi a noi non ci prendete, vero?»
«È rimasta indietro, signorina.»

Proprio in quel momento l'altro carabiniere si avvicina al finestrino di Jimin.
Si guardano. E si riconoscono.
Solo ora Jimin realizza.
Kim e Jung, i due carabinieri venuti a casa sua la sera prima.

𝐒𝐜𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐚 𝐭𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 | 𝐏.𝐉𝐌 𝐱 𝐑𝐄𝐀𝐃𝐄𝐑 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora