CAPITOLO 13

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- La pianta all'angolo e quella poltrona va più a destra, è asimmetrica e stona. - farfuglio, dando ordini a destra e a manca. - E i pannelli sono storti...non avete una livella? -

Dietro di me, Elijah scoppia a ridere. Christie, invece, sospira. - Lena, rilassati. -

- Non dirmi cosa devo fare, Chris. - mi appoggio al bancone, a braccia conserte. - Dov'è finito Tom? -

- Sta mettendo i pannelli nella camera oscura. -

- E... - mi accorgo che uno degli addetti ai mobili sta per appendere delle tende orribili. - Cosa sono quelle!? - mi avvicino in fretta e gliele strappo di mano. - Ho chiesto delle tende a pannelli, queste sono a rullo! -

- Le tende a pannelli sono per il suo ufficio, queste... -

- Era il contrario! Chi mi ha risposto all'email, confermando di aver capito? Un incapace, maledizione! -

- Lena... - Christie mi allontana, prima che insulti la madre di questo tizio. - Rilassati, andrà tutto bene. -

- Non andrà tutto bene! L'inaugurazione è stasera e siamo ancora in alto mare! E quelle tende sono orribili! - mi passo furiosa una mano tra i capelli. - Mi serve uno shot. -

- No, ti serve una camomilla. -

Tiro fuori il cellulare dalla tasca, sentendolo vibrare. È Osman.

- Che c'è? - borbotto.

- Allegra e gentile come sempre, sorellina. - ridacchia. - Come va l'inaugurazione? -

- Da quando ti interessa? Inizi a farmi paura, sul serio. -

- Mamma mi ha costretto a chiamare. Anzi, se aprissi la porta dello studio, te ne saremmo grati. -

Mi volto istintivamente verso la porta e li vedo. Sono tutti qui: mia madre, mio padre e i miei tre fratelli. Non ci posso credere, deve essere un miraggio.

Vado ad aprire e mia madre mi piomba immediatamente addosso. - Tesoro mio! - mi tocca la faccia, i capelli, i fianchi. - Sei dimagrita ancora, ma perché non mangi? Sei troppo stressata, devi riposarti. Dormi abbastanza? -

Sbuffo. - Mamma, è Osman lo psichiatra, non tu. -

- Ciao, sorella! - Pierre mi passa il braccio attorno alle spalle. È forse il ventunenne più alto e grosso che conosca.

- Ti sei annaffiato troppo i piedi. - lo prendo in giro, per poi passare al mio piccolo William, che corre subito ad abbracciarmi. È cresciuto, accidenti. Avevo dieci anni, quando è nato e all'epoca volevo un cane, non un altro fratello. Ma ora è diverso.

- Mi sei mancata. - sussurra. Tra tutti, lui è quello più simile a Lara.

- Anche tu. -

- E non abbracci il tuo fratello maggiore? - dice Osman, fintamente dispiaciuto. - Il tuo preferito su tutti, il magnifico, il grande... -

- Idiota del secolo. - lo interrompo. - No, grazie. -

- Pessima decisione. -

- Su su, smettetela. - papà mi dà un bacio sulla fronte. - Ciao, küçük maymun. -

Menomale che Elijah non capisce il turco. Mi volto verso di lui, ma... - Chris, dov'è finito Elijah? -

Anche lei si guarda intorno. - Era qui, fino a un attimo fa... -

Ma dove sarà andato? E perché, poi?

- Chi è Elijah? - chiede mia madre. - Ti prego, dimmi che hai finalmente di nuovo un fidanzato. -

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